LA SFIDA

DELLA MALEDUCAZIONE

No dico. Che io sono simpatica e pure terrona!

E mi piace tanto la gente e avere ospiti per casa.

E penso che l'ospite sia sacro.

E mi sfuggono senza neanche accorgermene frasi come "Quando intendete fare un viaggio da queste parti, fatemelo sapere che vi ospito volentieri."

Un mio ex collega di lavoro e sua moglie non se lo sono fatto ripetere due volte.

Telefonano il giorno di Pasqua per gli auguri di rito e mi comunicano che arriveranno giorno 4 aprile, ore 22.30 e ripartiranno giorno 7 aprile, ore 07.10.

Il loro unico dubbio è stato "Come faremo a riconoscere tuo marito se non lo abbiamo mai visto?"

Dubbio amletico prontamente risolto "Avremo una valigia gialla inconfondibile, ci riconoscerà lui di certo."

Faccio presente che l'aeroporto è a un'ora di macchina da casa mia.

Per inciso, l'aereo ha fatto due ore di ritardo arrivando per le 00.30. 

A loro discolpa c'è da dire che hanno telefonato per avvertire del ritardo.

Rivedo mio marito venerdì notte intorno alle 02.00, brancolante nel buio alla ricerca di un giaciglio su cui riposare.

La mattina dopo, sveglia alle 11.00.

Peccato che noi fossimo già svegli dalle 06.30 che i bambini si sa, scelgono il sabato e la domenica per balzare in piedi scattanti come scimmiette allegre.

Dicono di voler fare un giro a Padova e mi limito a dare indicazioni sull'autobus da prendere.

Al ritorno cena pronta e lamentele sommesse per il fatto di aver dovuto interrompere, causa nanna dei bimbi, certe "interessanti" conversazioni sulle prossime votazioni e sulle conseguenze terribili a cui le aziende sono soggette quando incautamente decidono di assumere donne per il loro organico.

Domenica proponiamo di andare a Venezia tutti insieme e invitiamo una coppia di amici con prole.

Li avevo avvisati preventivamente della cosa e dato la mia disponibilità a soprassedere volentieri qualora avessero preferito andare soli.

Si sa, le coppie senza figli non riescono a comprendere i problemi di chi deve ancora andare in giro come le chiocciole, con la casa sulla spalla, per poter soddisfare prontamente qualsiasi esigenza del piccolo sporco, affamato e piagnucolante e riuscire tra una soffiata di naso e una passata di manina al cioccolato sui jeans puliti a guardare di sfuggita un angolo del Canal Grande.

Per non parlare del fatto che Venezia è una città fuori da ogni normativa per i disabili e conseguentemente un incubo per le mamme con passeggino. Le veneziane hanno tutte le loro tecniche collaudate per far salire e scendere agevolmente i loro trabiccoli con pupo incorporato sui tanti ponti e scale; io non sono veneziana però.

Dopo pranzo chiediamo di rientrare, visto anche che il tempo non è dalla nostra parte, soffia un vento freddo fastidioso.

E loro con un sorriso ci dicono che possiamo farlo, ci danno il permesso insomma; ci concedono perfino di organizzarsi da soli per il rientro e per la cena.

Sono tornati che i bambini erano già a letto.

Mi sono ricordata di non aver ancora fatto visitare loro il piano superiore della casa e ho detto "Se volete ve lo faccio vedere, altrimenti poi non lo vedrete più."

Risposta "Ma come più! Ci saranno certo altre occasioni!"

Mio marito li accompagna in aeroporto con gli occhi semichiusi e non risponde alla domanda "Che fate quest'estate? Se venite giù, passiamo a trovarvi qualche giorno."

Nessun ringraziamento, un saluto veloce.

Ieri mi arriva una mail. Pensavo a un accenno di grazie.

E invece c'è descritta tutta la procedura di rifiuto della scheda elettorale.

Scrivo che in questo modo con buona probabilità si rifaranno le elezioni a spese nostre e chiedo se hanno passato un buon fine settimana.

Risposta "La gita a Venezia è stata molto bella, ci siamo divertiti con voi e ancora di più quando siete andati via."

Ho bisogno di un corso urgente "Come trovare quel paese e mandarci tutti gli ospiti indesiderati...con educazione."