PREMESSA:
Ormai mi conoscete, quando comincio a scrivere, difficilmente mi fermo
I pensieri vagano da qui a lì.
Abbiate pazienza
La dolce Quoti, e non soltanto lei, domandava a quando la prossima gita tra le città del Nord Italia alla ricerca della mia futura residenza.
Sostiene che questo tour, seppur virtuale, le piace particolarmente.
Cittadine non credo ne visiteremo ancora, tocca scegliere ed organizzarsi.
Scriverò del paese in cui ho abitato per due anni prima del mio trasferimento.
E poi, come per uno degli ultimi di Marion, il post virerà su un secondo argomento.
Il centro di cui voglio parlare si trova alle porte di Bari, dormitorio per lo più, una periferia di casette a schiera o palazzoni ad un costo leggermente inferiore a quello del capoluogo.
I miei genitori acquistarono lì una grande casa a due piani, con taverna e giardini, identificati simpaticamente da mio padre come giardino lato Bari e giardino lato Taranto, forse per non dimenticare mai la sua origine.
Comprarono quella villa incalzati dall'incubo di uno sfratto imminente dall'abitazione concessa ai dipendenti delle F.S. all'interno del deposito locomotive.
Comprarono, ma non ci abitarono per anni, lo sfratto grazie al cielo non arrivò.
Il mutuo era a tassi di interesse del 20% circa all'epoca, così loro affittavano ad altri quella casa.
Era la metà degli anni ottanta, si sono trasferiti in quel posto soltanto nel 2000.
Anch'io comprai casa vicino la loro, pensavo la sola della mia vita, nel 2004.
Nell'abitazione dei miei andavamo a volte in estate, quando era sfitta.
Chi la abitava per il resto dell'anno erano soprattutto studenti e docenti del locale Istituto Agronomico Mediterraneo.
Ogni anno un'etnia diversa: abbiamo avuto la fortuna di ospitare pakistani, libanesi, egiziani, greci ed un'intera famiglia di canadesi e venire a contatto con il loro lontano mondo, cultura e tradizioni.
Ma volevo parlare del paese.
Un piccolo centro storico del tutto simile a tanti altri pugliesi.
A terra le chianche, grosse pietre bianche levigate dal tempo, formano una pavimentazione meno pungente di quella dei piccoli sassi di fiume che ho trovato qui al nord.
Chiesette romaniche si affacciano nei vicoli.
La statua d'argento del santo patrono, quello che accanto ha sempre il suo fedele cane, attende tutto l'anno di essere portata in processione a metà agosto, tra fuochi d'artificio, luminarie, suoni di banda e odore di zucchero filato.
Dai panifici si spande il profumo di focaccia, qui particolarmente buona, a settembre la si può acquistare anche dai banchetti della sagra dedicata.
Al di là del paese, attraversata la statale, ci si ritrova nelle campagne e lì, in mezzo agli ulivi verde argento sorge una piccola chiesetta di rara bellezza.
Un esempio dell'architettura romanica pugliese a tre navate.
Sovrastata da stravaganti cupole che non si incontrano facilmente nelle cugine così diffuse in ogni angolo della mia terra.
La chiesa di Ognissanti, ormai sempre chiusa, è quanto resta di un antico monastero.
Riapre quasi soltanto il 31 ottobre ed il primo novembre per la tradizionale Fiera di Tutti i Santi, che si ripete puntuale ogni anno fin dal quattordicesimo secolo.
Nata come importante fiera agricola e del bestiame, oggi si è ridotta per lo più ad una semplice festa paesana, quasi un mercato rionale di bancarelle che vendono prodotti di ogni genere.
E qui la virata.
Mi sono documentata e vi riporto quanto ho letto.
Sarà anche vero che Halloween è in realtà una festa precristiana di tradizione europea, celebrata nel tempo in cui la terra si preparava all'inverno e le bestie si ricoveravano al chiuso per proteggerle dal freddo.
Notare l'attinenza con la precedente fiera.
Può anche essere che si sia diffusa grazie ai Celti, che festeggiavano la fine dell'estate con Samhain, una specie di Capodanno, un punto del tempo che non apparteneva né all'anno vecchio, né a quello nuovo.
Uno strano momento in cui pare che si assottigliasse talmente tanto il velo che divideva, secondo le loro credenze, la terra dei vivi da quella dei morti, che si poteva accedere con facilità alla seconda.
E qui un'ulteriore similitudine con il nostro due novembre, commemorazione dei defunti.
Non ci sarà dubbio che il cristianesimo ha incorporato queste feste pagane, imponendo pian piano la sua visione delle cose e spostando il giorno in cui onorare i Santi, dal 13 maggio, data inizialmente stabilita da Bonifacio IV nel 610, al primo novembre.
Un'operazione che oggi si potrebbe definire di marketing strategico considerato che il suo successo ha determinato la fine del culto di Samhain.
Sarà pur credibile l'etimologia che individua in Hallowmas il primo termine inglese utilizzato per il giorno in questione, dal significato "messa in onore dei santi", la cui vigilia divenne All Hallows Eve, trasformato infine nel nome attuale, Halloween.
Sarà infine evidente che siamo stati noi europei ad esportare queste tradizioni negli Stati Uniti e che le industrie dolciarie dopo la seconda guerra mondiale ci hanno aggiunto del loro per trasformare il tutto in un grande business.
Resta il fatto che io non la sento e credo non la sentirò mai una festa mia.
Un grandissimo storico multicolore diverso e regionalizzato Carnevale ce l'abbiamo già.
Preferisco continuare ad insegnare ai miei bambini che i dolci li porta la Befana e che questo è periodo di riflessione e preghiera per tutti i nostri cari, santi o meno, che non sono più accanto a noi.
Chiamatemi tradizionalista bigotta se volete
Per il fatto che ci siano altre culture, ben vengano Tesi. Non capisco però perchè dobbiamo sempre prendere per buono e positivo ciò che si importa dalla cultura anglosassone e negativo tutto il resto. Ci sono tanti musulmani anche in Italia...non mi pare che a qualcuno sia venuto in testa ancora di sostituire Pasqua con Ramadan. Eppure io stessa, cristiana convinta, ho partecipato con gioia alla rottura del digiuno di Ramadan invitata da amici marocchini. Un conto è condividere, un conto è adeguarsi per puro consumismo e soprattutto dimenticare quello che di bello c'era e pian piano viene dimenticato.
la focaccia di cui parli l'ho mangiata tante e tante volte, ora ho trovato anche qui un bel forno di paese e non lo mollo più! :)))