LA SFIDA
"La speranza è la decisione militante di vivere con la certezza che noi non abbiamo esplorato tutti i possibili se non tentiamo l'impossibile" (R. Garaudy)
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Nel paese di mia madre v'han ponti di nebbia, che il vento solleva da placidi fiumi: varca il sogno quei ponti di nebbia, mentre le rive si stellan di lumi.
Questa volta è toccato alla città lombarda, anzi direi longobarda. Quella logisticamente più comoda per mio marito. La nonna ci ha salvato dalle file all’autogrill, tentazioni di caramelle e lamenti per la noia del viaggio. Fermiamo la macchina all’ingresso del centro storico e capitiamo in una piazza silenziosa in fondo alla quale campeggia una curiosa chiesa con facciata incompiuta. Entro e rimango senza fiato. Abbiamo tali e tante meraviglie in Italia senza esserne consapevoli. Affreschi trecenteschi impreziosiscono ogni singola colonna, la volta, gli archi delle bifore. Ancora affreschi, questa volta del settecento, in una miriade di colori, espressioni, volti, intrecci di personaggi, dipingono la zona dell’abside e delle cappelle laterali. Attraversiamo la piazza. I ciottoli pungono sotto i piedi. Mi domando come facevano nel Medioevo, con le scarpe dell’epoca. Davvero bellissima quella pavimentazione, si ripete costante in quasi tutto il centro storico, bellissima ma altrettanto fastidiosa. C’è un mercato che si snoda con le sue bancarelle variopinte tra vicoli e larghi. Mi soffermo ad ascoltare l’accento, mi piacciono le differenze così sostanziali tra i nostri modi di parlare. Non è milanese, neanche emiliano. E’ tipico e deciso, come quello di ogni città italiana. Il mercato termina in vicinanza di un porticato attraverso il quale si accede alla piazza principale della città. Sembra affollato di gente: sono sagome che rappresentano le diverse etnie africane, costumi, visi, tradizioni. Un cartello in inglese ed uno in italiano spiegano il senso della manifestazione. Questa cosa mi colpisce molto, certo sono solo forme di cartone, però danno l’idea di buon auspicio, di un posto accogliente per tutti. Al termine del porticato un secondo cartello invita le famiglie alle diverse rappresentazioni che ci saranno per tutto l’inverno a teatro. Favole per avvicinare i bambini alla cultura e i genitori al mondo dei loro figli. La piazza, molto grande, è gremita di persone che si fermano per un caffè o due chiacchiere. L’odore di dolci ci sorprende ovunque nei vicoli. Sembra una città di panetterie, pasticcerie e librerie. Quasi ad invogliarci alla decisione, ci appare al termine del nostro girovagare un grande parco. Se solo F. fosse stato qui, non saremmo più riusciti a convincerlo a rinunciare alla quantità di scivoli, giostrine, altalene, canestri e neanche al grandissimo drago verde blu esposto nel negozio di giocattoli proprio all’uscita. Una città bisogna viverla per sapere come ci si sta. Ma le impressioni e le sensazioni hanno sempre contato molto nella mia vita. Credo che ormai la decisione sia presa. |
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Certo che mi va di leggere, oddio, tutta tutta la vita di tuo marito non so se ne ho il tempo :-) ma l'articolo voglio finirlo!
Mio marito dovrebbe avere conferma a giorni della sua data, che pare sia l'inizio di dicembre. Noi lo seguiremo quest'estate dopo la scuola.