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Creato da nnsmettodsognare il 17/03/2008

LA SFIDA

"La speranza è la decisione militante di vivere con la certezza che noi non abbiamo esplorato tutti i possibili se non tentiamo l'impossibile" (R. Garaudy)

 

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E' ANDATA COSI'

Post n°13 pubblicato il 04 Aprile 2008 da nnsmettodsognare
 
Tag: Ricordi

Sveglia alle 5.00.

A turno andavamo ad occupare i posti in aula.

Se era bel tempo pantaloni, basco del colonnello, orecchini di ogni forma, tipo e colore e bicicletta; se era brutto minigonna, basco del colonnello, orecchini di ogni forma, tipo e colore e "papà mi accompagneresti in facoltà?".

Noi del corso di elettrotecnica non eravamo più di cinquanta,  tre donne.

Seguivamo le lezioni del biennio insieme ai colleghi di elettronica.

Aule stracolme, credo almeno 400 studenti in totale.

Le ragazze si contavano comunque sulla punta delle dita di due mani.

Ricordo giorni passati a casa dei miei colleghi fuori sede.

Ripetevamo decine di volte le dimostrazioni dei teoremi. Avevamo una lavagna abbastanza grande, ci scrivevamo con il pennarello, interrogandoci a vicenda.

Ci interrompevamo solo per pranzo: paste al forno cucinate di fresco dalla mia mamma o strane pietanze, trasportate in valigia il lunedì mattina e messe lì, sul lavello, nei loro vasetti ermetici, a scongelare.

Quando si rimaneva in  facoltà, si andava a studiare alla biblioteca di matematica; la motivazione addotta dai compagni di sventura era che lì c'era più spazio, la verità che c'erano più femmine!  

Gli esami, semestrali.

Prima gli scritti per la maggior parte delle materie, ore e ore a risolvere  problemi di chimica e fisica, e poi integrali, equazioni differenziali, matrici.

E quando arrivavi lì al momento dell'esame, caso mai affrontato prima.

Sembra che i professori abbiano un gusto sadico innato, ti propongono sempre l'unica cosa che non hai mai letto da nessuna parte o quella che proprio non hai capito!

Scorrevamo gli elenchi degli ammessi agli orali sapendo già in partenza che per qualche esame al primo tentativo avremmo letto un NON AMMESSO. E così puntualmente accadeva.

E di nuovo lavagna, esercizi, pasta al forno, passeggiate nel parco lì vicino, che intanto era arrivata l'estate.

Orali, cominciavano la mattina alle 8.00 e non si sapeva mai quando terminavano e quando era il tuo turno.

Io avevo la mia personalissima regola: niente studio il pomeriggio prima e niente libri da portare nel corridoio per ripetere fino all'ultimo secondo.

E nessuna minigonna o orecchino.

Dopo il fatidico voto annotato sul libretto, cercavo un ciondolino adeguato e pertinente da appendere al mio cappello nero a punta.

E così ho passato una buona parte di anni della mia vita, tra libri sparsi ovunque, pennarelli consumati, alzatacce, lezioni mal spiegate che non tutti i docenti sono veramente degni di questo nome, scherzi e gare di automobiline per rilassarsi ogni tanto.

Non c'era maschilismo, in facoltà no, ero coccolata direi, un po' la mascotte del gruppo.

Quello vero l'ho sperimentato nel mondo del lavoro più tardi.

E' finita un giorno di ottobre, allo stesso modo di come è cominciata, in un'aula gremita di gente che non sapeva dove sistemarsi e non riusciva ad ascoltare o poco comprendeva di quello che raccontavo sulla generazione eolica.

Mio padre assisteva sorridente alla realizzazione del suo sogno.

Non ho voluto festeggiare: io avrei voluto diventare un architetto, una biologa, un'interprete e solo per un caso fortuito mi trovo ad essere un ingegnere.

Vita spericolata - V. Rossi          

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Commenti al Post:
tanksgodisfriday
tanksgodisfriday il 04/04/08 alle 08:10 via WEB
Anche nel mio corso (Ing. Elettronica, primo anno 70/71) le donne erano poche. No, anzi, erano due.
E per il maschilismo, hai ragione: non c'è quando la donna ha un ruolo "decorativo", ma quando si è in competizione è un altro paio di maniche. Spunta ad esempio il problema del "rischio" dell'assenza per maternità, come se poi un imbecille perennemente presente fosse un'alternativa valida a una persona capace che torna al lavoro tra un anno :))
Ciao!
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 04/04/08 alle 09:37 via WEB
Buongiorno ingegnere! Quando ti devi sposare non ti assumono perchè c'è il rischio che tu lo faccia e abbia dei figli, quando sei sposata c'è il rischio imminente che tu abbia dei figli, quando i figli già ce li hai c'è il rischio che si ammalino e tu non sappia a chi lasciarli per un paio di giorni. Non si pongono minimamente il problema della capacità di una persona. Questo a livello di assunzione. Quando lavori devi faticare il doppio di un uomo per dimostrare che capisci quello che ti stanno dicendo e sai rispondere in maniera opportuna. Un ingegnere uomo nella maggior parte dei casi è automaticamente un imbecille che non capisce nulla per i tecnici (e magari è uno davvero in gamba) e un collega da sostenere e portare avanti (anche quando è davvero un imbecille) per i superiori o i pari grado. Un ingegnere donna è a priori un imbecille in entrambi i casi. Ma chi la dura la vince :)). Ciao, buona giornata.
 
Tesi89
Tesi89 il 04/04/08 alle 10:35 via WEB
Sai che mi ricordi la protagonista di un romanzo,"Il bastardo",scritto fra gli anni40 e50 da Anna Banti,scrittrice fiorentina su cui ho discusso la mia tesi di laurea?Ingegnere elettronico (per sua precisa scelta),si trova a doversi adeguare ad un mondo pensato al maschile,solo che lei vive in una Napoli fine 800..Ci sono delle analogie interessanti,nonostante il secolo e più di distanza...
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 04/04/08 alle 10:43 via WEB
Andrò a cercarmelo questo romanzo che hai citato, un'interessante lettura di sicuro. Le donne nelle facoltà prettamente maschili sono più che altro oggetto di curiosità da parte di tutti, colleghi, docenti e gente comune. Ciao.
 
akhenaton49
akhenaton49 il 04/04/08 alle 11:16 via WEB
A ognuno i suoi guai universitari! Pensa a chi, come me, ha iniziato Economia nel 1968 (?!), fra una goliardia agonizzante e la contestazione nascente. Qualche anno dopo si chiedeva il 18 politico. Comunque sempre meglio di ora: allora non si pagavano 700 euro per superare un esame. Ciao. Ak
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 04/04/08 alle 11:19 via WEB
No, non ce n'era bisogno, come hai appena detto tu, ti davano il 18 politico....cioè quello che hanno dato a tanti politici attuali :)). E' scandaloso vero? Poi hanno beccato proprio la mia città, ma sono convinta che certe cose succedano un po' ovunque, c'è sempre quello che crede di essere più furbo degli altri. Ciao.
 
   
akhenaton49
akhenaton49 il 04/04/08 alle 11:29 via WEB
Non l'ho mai preso il 18 politico, se è questo che volevi dire ... Ah, era la tua città? Ma pensa ... ora capisco. Ciao. Ak
 
     
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 04/04/08 alle 11:31 via WEB
No, non era affatto quello che volevo dire, a meno che tu non sia un parlamentare. Che cosa capisci? Ciao.
 
akhenaton49
akhenaton49 il 04/04/08 alle 11:58 via WEB
Scusa, avevo frainteso. Sai ... l'età. Ciao. Ak.
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 04/04/08 alle 18:05 via WEB
Una ingegnera? Whao!....Subisco molto il fascino di donne come te che si sono cimentate, senza ricorrere al tradizionale "intuito femminile" , nelle tabelline, nelle somme e nelle frazioni... ;-))))
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 04/04/08 alle 18:23 via WEB
Ma quello serve sempre Carpe, magari si fa pure meno fatica :))). Ti assicuro però che nella prossima vita ho serie intenzioni di fare l'estetista!
 
upmarine
upmarine il 04/04/08 alle 22:48 via WEB
Chiedilo ai miei studenti quanto costano i miei esami? Loro pagherebbero anche 3-4000 euro, io voglio di più: anche due-tre mesi di studio. Le mie liste di ammessi all'orale sono ricche di non ammessi. Non è un vanto, anzi. Ma ti da l'idea del criterio che viene adottato per decidere l'iscrizione ad un corso di laurea. Sembra quasi che siano i genitori a scegliere. :-)
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 04/04/08 alle 22:54 via WEB
La tua pretesa è minima, anche sei-sette mesi direi io. Il mio criterio è stato a) voglio fare architettura b) ma anche biologia non mi dispiacerebbe c)intanto pago la tassa per sostenere l'esame di ammissione alla scuola per interpreti visto che architettura non esiste a Bari e biologia mi dà ottime speranze di restare disoccupata. Presa da terribili sensi di colpa nei confronti dei miei genitori che dovevano pagarmi una simile scuola privata (poi dillo a Marion, se ci fossero i contributi.....), ho pensato bene di fare felice mio padre e scegliere l'unica facoltà che per qualche verso, ma proprio qualche, si avvicinava di più ad architettura, mi consentiva di trovare lavoro, non costava quanto una scuola privata e realizzava il suo sogno di avere un figlio ingegnere. Guarda che io ho sudato e studiato, non parlavo di te che ormai sul web è noto, sei un professore con la F maiuscola :))
 
ilcoraggiodelcuore
ilcoraggiodelcuore il 04/04/08 alle 22:48 via WEB
naaaaaaaaa faresti l'ingegnere gestionale.....:) già ..anche io ora mi rendo conto che forse mi sarebbe piaciuto fare cosa che all'epcca mi facevano rabbrividire il medico...cardiologo.....oppure si l'architetto....mah...hai ragione te ...la prossima volta estetista anche io...
 
ilcoraggiodelcuore
ilcoraggiodelcuore il 04/04/08 alle 22:49 via WEB
un abbraccio ...ingegnere ...:) baciotti
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 04/04/08 alle 22:56 via WEB
un abbraccio anche a te Cora, ora come ora meglio che non ti dico a che mi serve la laurea :))
 
   
ilcoraggiodelcuore
ilcoraggiodelcuore il 06/04/08 alle 10:58 via WEB
Shhhhhhhhhhhh nn lo dire :) Buona domenica sogno ed un abbraccio di luce:)
 
     
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 06/04/08 alle 16:22 via WEB
Buona domenica anche a te, almeno quello che ne rimane. Abbraccio.
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 04/04/08 alle 23:13 via WEB
Il basco del colonnello?? :))) E cos'è di grazia? Pure io mi trovo a essere per caso, quella che sono; ho preso il mio diplomino perchè una mia cugina che mi piaceva molto, aveva fatto quella scuola, pensa te... Ciao cara.
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 04/04/08 alle 23:33 via WEB
Il basco del colonnello è un basco nero di un colonnello dell'esercito, padre di un mio fidanzatino. Sapessi con gli orecchini a mo' di cerchioni di bici come stava bene :))).Sono sempre stata piuttosto eccentrica ed appariscente nel vestire fino a quando sono diventata mamma; ora solo jeans e magliette a tinta unita :)). Ingegneria comunque un vantaggio ce l'aveva, tanti uomini :)). I primi tempi ho provato più volte, per scegliere bene sai, ma studiavo anche, molto; poi ho conosciuto mio marito e ho smesso pure di studiare :)). Un abbraccio cara.
 
ildemonologo
ildemonologo il 05/04/08 alle 18:50 via WEB
Passato dall'altra parte della barricata mi sono reso conto che non è chi interroga che tana quello che non hai studiato, ma chi espone che inconsciamente ve lo guida. Poi, una volta giunti al punto, sei tu che decidi che vuoi fare: strozzo, mantengo, svio...Mai portato il basco, non si intona con la mia acconciatura:)) Adesso che ci penso neppure gli orecchini... Però, ragazza, per me l'università è stata favolosa...grazie, venivo dalla Cayenna! Un abbraccio...
 
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 06/04/08 alle 16:21 via WEB
Certamente. Quello che io vedevo come un problema è che ci sono docenti che non svolgono bene il loro lavoro. Se tu docente sei preparato, mi spieghi tutto quello che c'è da spiegare, mi dai la possibilità di esercitarmi e di comprendere, allora puoi pretendere il massimo da me. Anche per me quello universitario è stato un bel periodo...da dov'è che venivi? Abbraccio ricambiato.
 
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