LA SFIDA
"La speranza è la decisione militante di vivere con la certezza che noi non abbiamo esplorato tutti i possibili se non tentiamo l'impossibile" (R. Garaudy)
« SIG. LIBERO SONO CON QUE... | LIBRI E SOGNI » |
Il commento di altro_che_mela continuava questi giorni a risuonarmi in testa. "Le nostre parole hanno lo stessa valenza dell'informazione dei media. Quel che cambia è il numero di persone che legge e poi magari a leggerci qui siamo solo quelli già convinti che il razzismo è una brutta bestia. Invece la tv giunge nelle case di tutti con le notizie di parte. I partiti della sinistra in maggio u.s. hanno organizzato a Padova un grandioso meeting gastronomico con i lavoratori extracomunitari della provincia: riuscitissimo. Tu lo hai saputo? No. Chi ne ha parlato? solo il tg regionale. Ho organizzato un torneo di calcetto con squadre di operai di diversi paesi extra: con tanto di coppa, di consoli onorari a premiare, di inni dei paesi di provenienza, di cena pantagruelica. Chi ne ha parlato? Solo la pubblicità che io son riuscita a fare da me. Molti paesi del trevigiano, del vicentino ospitano tanti lavoratori extra, hanno tutti una casa decente, un parroco ha messo a loro disposizione la chiesa per le loro preghiere, le banche hanno 'aperto' i cordoni della borsa per dare mutui e intanto raccolgono i loro risparmi; perfino le Casse peota (cattoliche) riescono ad avere la loro fiducia e la loro partecipazione ad iniziative comunitarie. Ma quanto di questo si sa in giro? chi ne parla? nessuno. L'unica voce antipatica che si sente sbraitare è quella di Bossi. E alla fin fine tutti poi sembriamo un po' razzisti. Ecco cosa mi preoccupa: l'informazione pubblica filtra le notizie. E diffonde solo quelle negative. Perchè? qual è il brutto gioco che si sta giocando?e soprattutto: a chi giova?"
E mi dicevo, ha ragione, io so benissimo che non siamo razzisti tutti indistintamente anche se di fatto lo sembriamo sempre più a prescindere dalla provincia italiana di provenienza. E ricordavo di quando insieme agli altri ragazzi di Sant’Egidio organizzavamo due volte l'anno quei meravigliosi incontri con il mondo. Il fascino di Trastevere sembrava ancora più ineguagliabile, con la piazza invasa da noi ragazzi di un mondo multicolore. Le donne del Mozambico: che meraviglia i loro offertori durante la messa, così partecipati, un misto di fede e folklore, il contatto privilegiato con un mondo che ai più era precluso. I bambini Rom che ti prendevano in giro insegnandoti parole in una lingua sconosciuta che scoprivi poi, dalle loro risatine divertite, essere con buona probabilità parolacce. Non era ancora tempo di immigrazione. A Bari si incontrava raramente qualche senegalese gentile che chiacchierava con i compagni davanti alla coperta stesa per terra sulla quale esponeva la sua merce. Gli albanesi sarebbero arrivati l’anno dopo. Ci mobilitammo in parecchi in quel periodo, chi offriva un posto letto, chi portava coperte al centro di accoglienza, chi perfino riusciva a proporre un lavoro. Lo straniero non era ancora visto come un pericolo, piuttosto come una novità cui pian piano abituarsi. "Accoglienza, prima dei ma e dei senza", continuavamo a cantare con convinzione. Accoglienza, non integrazione, non sottomissione. Non spot pubblicitari che continuano a generarmi un fastidioso senso di nausea ogni volta che li ascolto in radio mentre mi reco al lavoro. Intendo quelli del "Conosci i tuoi diritti. Apprendi i tuoi doveri." Un cittadino africano che ripete con difficoltà una frase in dialetto lombardo. Continuava a risuonarmi in testa quel commento e così ho cercato disperatamente in rete una qualsiasi notizia che parlasse di iniziative a favore dei cittadini immigrati. E ho trovato soltanto l’ultima assurdità della scuola a classi separate, il ributtante discorso di Gentilini vice sindaco di Treviso, ora indagato per istigazione all’odio razziale, il video di denuncia di Medici senza Frontiere sullo sfruttamento degli stagionali al sud. Solo qualche timido accenno a corsi di italiano gratuiti per stranieri. Nulla di più. Sono sicura che non siamo tutti così. Non lo sono io, non lo sono i frequentatori di questo blog e tantissimi altri italiani. Ma dove stiamo andando e perché? Vi lascio con gli interrogativi di altro_che_mela ai quali da sola non ho ancora trovato risposta. "Ecco cosa mi preoccupa: l'informazione pubblica filtra le notizie. E diffonde solo quelle negative. Perchè? qual è il brutto gioco che si sta giocando?e soprattutto: a chi giova?" |
http://blog.libero.it/nnsmettodsognare/trackback.php?msg=5669260
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
GRAZIE TAM!
SOLIDARIETA'
AREA PERSONALE
MENU
ULTIMI COMMENTI
Inviato da: akhenaton49
il 17/03/2009 alle 16:05
Inviato da: svitol5
il 17/03/2009 alle 15:31
Inviato da: Erasmo69
il 17/03/2009 alle 13:02
Inviato da: mati33
il 17/03/2009 alle 12:01
Inviato da: quotidiana_mente
il 17/03/2009 alle 10:00
E del casino che stà succedendo nei licei e all'Università, ne sà qualcosa qualcuno? No, l'unica cosa che si sà con accuratezza, e nei particolari, è l'ultimo gossip sull'Isola o sulla Talpa, qualcosa di calcio e, naturalmente le ultime barzellette del Leader maximo....;-(((