LA SFIDA

GIORNATE

Delle api sentivo proprio la mancanza!

Non me ne ero resa conto fino a stamattina quando ho aperto la posta elettronica aziendale e ho trovato un categorico messaggio della direttrice:"NE DOBBIAMO PARLARE."

Dopo l'olio di palma, questione estesa poi a tutti gli oli tropicali, e dopo il protocollo della Lega Anti Vivisezione, cui aderiamo senza sapere perchè, sono arrivati i neonicotinoidi.

Che saranno mai?

Dovrò approfondire la questione ma pare che si usino nella concia del mais e facciano crepare le api.

Che poi devo essere proprio ignorante perché fino ad oggi mi risultava che si conciassero le pelli, non i cereali.

Mi rassicura molto il fatto che ancora non produciamo shampoo alla polenta, ma com'è precisato nella lettera: "Abbiamo deciso di inviare la richiesta a tutti, anche a chi non utilizza mais o derivati di mais, perché riteniamo l’iniziativa  di grande rilevanza per l’ambiente e che come tale  vada diffusa."
La prendo come spunto curioso per accrescere le mie conoscenze.
Si sprecheranno le dichiarazioni di conformità all'assenza di tracce di questi accidenti nelle materie prime.
Vere? False? E chi può dirlo!
Siamo in Italia, non c'è da stare allegri.
Qui ti compilano male i registri di manutenzione e non riesci a risalire alle origini di uno dei problemi produttivi che mi sta tormentando questi giorni.
Manca solo di fare come nei film che piacciono tanto a mio figlio: accendere una lampada in faccia ai colleghi ed interrogarli fino a venirne a capo.
Sempre meglio le api e le impurità dello stick deodorante che i contrassegni e le divise della scuola materna, dell'infanzia pardon!
Quest'anno con due è complicata.
Fate il conto voi: tre pantaloni invernali, tre autunnali, tre estivi, tre felpe, tre magliette a manica lunga e tre a manica corta a testa.
Totale trentasei capi di abbigliamento.
Perfettamente uguali, le taglie non aiutano molto.
Ho attaccato etichette con i nomi ovunque.
E poi ricucito tutti i martelli su tovagliette, bavaglini e sacchetti del grande, un po' sgangherati al terzo anno di frequenza.
Cucito anche le posate sugli analoghi ancora intonsi e brillanti della piccola.
Ricordo che F. scelse il simbolo del martello perché: "Mamma è come quello che usava sempre il nonno."
A. invece, con le mani alla vita e tutta la forza di un esserino alto novanta centimetri, ha urlato alla maestra: "Non lo voglio scegliere. Hai capito? Non voglio!"
Le posate erano l'ultimo simbolo rimasto e si è dovuta accontentare.
Cominciamo bene!!
Da chi avrà preso? Pare dolce la ragazza ma quando è il caso di tirare fuori il carattere . . .
Ieri ha voluto doppia razione di couscous.
L'avevamo mangiato a pranzo ed è tornata alla carica a merenda:"Mamma fammi cuscusse, buono!"
L'ho mescolato al minestrone per porre fine ai richiami imperiosi della coscienza che continua a suggerirmi frutta e verdura in quantità per i piccolini.
Certo una merenda a base di minestrone non è proprio normale.
Ma chi l'ha stabilito qual è la normalità?