La decorazione architettonica romana


Gli ordini architettonici


Schema di ordine architettonico corinzio

Gli ordini architettonici, liberi (con colonne o pilastri) o addossati ad una parete (con semicolonne o lesene) sono costituiti da elementi di sostegno verticali (p.e. colonna) e da un elemento orizzontale (trabeazione). A sua volta la colonna si compone di diversi elementi: (capitello, fusto, base), e così anche la trabeazione (cornice, fregio, architrave).

A seconda principalmente del tipo di capitello, gli ordini si distinguono in: dorico, ionico e corinzio. Anche gli altri elementi dell'ordine sono differenti sulla base di questa medesima suddivisione: tuttavia va rilevato che nell'architettura romana è tutt'altro che raro trovare mescolati elementi di ordini diversi.

Queste sono sinteticamente le caratteristiche dei diversi ordini:
 
Foto esempio ordine dorico Ordine dorico
  • base mancante
  • fusto con scanalature che si incontrano a spigolo vivo
  • capitello dorico
  • architrave a una sola fascia e con coronamento costituito da un grande listello (tenia) con gutte sottostanti
  • fregio con metope e triglifi
  • cornice con soffitto decorato con mutuli e gutte
Foto esempio ordine ionico
Ordine ionico
  • base presente
  • fusto con scanalature che si incontrano con il tramite di un listello
  • capitello ionico
  • architrave diviso in fasce e con coronamento costituito da modanatura a gola o a ovolo
  • fregio continuo
  • cornice con dentelli
Foto esempio ordine corinzio
Ordine corinzio
  • In linea di massima lo stesso che nell'ordine ionico, ma con capitello corinzio. La cornice può essere dotata di mensole e la base avere doppia scozia (base composita)

In ambiente romano troviamo anche una variante dell'ordine dorico, l'ordine tuscanico, con il relativo capitello, che si distingue dal modello in particolare per la presenza della base. Viene inoltre introdotto il capitello composito e l'ordine ionico-corinzio che lo utilizzi assume la denominazione di ordine composito.

Gli elementi degli ordini achitettonici possono essere intagliati anche più di uno nello stesso blocco: il caso più comune è quello del "fregio-architrave", che consiste appunto del fregio e dell'architrave intagliati iinsieme. Al contrario, soprattutto all'inizio della diffusione dell'uso del marmo a Roma, è possibile che uno stesso elemento, soprattutto se di grandi dimensioni, sia intagliato in più blocchi separati. É per esempio frequente trovare i grandi fusti di colonna intagliati in più "rocchi" separati, ma è anche possibile trovare capitelli corinzi, se di grandi dimensioni, intagliati in un blocco inferiore comprendente le due corone di foglie d'acanto e in un blocco superiore con la zona delle elici e delle volute e l'abaco (si tratta di un uso più frequente fino all'età augustea).

All'interno di uno stesso ordine, le dimensioni di ciascuno degli elementi che lo compongono sono proporzionate a quellle complessive dell'ordine e di ciascuno degli altri elementi. Questi rapporti proporzionali, diversi per i diversi ordini architettonici, possono variare nel tempo, o venire alterati per esigenze particolari (per esempio un fregio più alto in ragione della particolare importanza della sua decorazione). Come sempre accade le regole teoriche sono seguite in modo più rigoroso negli edifici di maggiore impegno, economico e progettuale.

La cornice


Schema di cornice ionica

La cornice rappresenta l'elemento superiore della trabeazione, che conclude l'intero ordine. La sua funzione originaria era quella di tenere il più possibile lontane dagli elementi portanti le acque piovane, che defluivano dal tetto e venivano scaricate dai "gocciolatoi" (doccioni, frequentemente decorati a forma di testa di leone e utilizzati anche solo come forma decorativa, senza nessuna funzione pratica) spesso presenti sulla sua modanatura superiore ("sima"). Per questo motivo la cornice ha il lato anteriore che sporge dal basso verso l'alto, e anzi è chiaramente suddivisa in una parte superiore più sporgente ("sopracornice") e in una parte inferiore ("sottocornice"). La superficie orizzontale inferiore della sopracornice si chiama "soffitto" della cornice.

A seconda in particolare della decorazione del soffitto, è possibile distinguere la cornice in dorica (sul soffitto sono presenti "mutuli" con "gutte", probabile traduzione in pietra di placche chiodate dell'architettura lignea), ionica (con soffitto piano come nella figura qui sopra e con dentelli tra le modanature della sottocornice) oppure con mensole (con il soffitto sorretto da "mensole", o modiglioni). Esistono anche cornici miste, per esempio con mutuli e gutte e con dentelli, che si devono all'uso romano della mescolanza degli ordini.

La cornice dorica e la cornice con mensole sono raffigurate qui sotto, viste dal basso per una migliore visione della superficie del soffitto.


Schema di cornice dorica (vista dal basso)


Schema di cornice con mensole (vista dal basso)

La cornice puo' inoltre assumere un andamento obliquo, se appartiene al "geison obliquo" di un frontone (spesso riconoscibile dall'andamento, obliquo rispetto al blocco, delle mensole, dei dentelli, e talora degli elementi decorativi delle modanature, e soprattutto dalla forma del blocco). Le cornici che appartengono al "geison orizzontale" di un frontone spesso mancano dell'ultima modanatura sul bordo superiore ("sima").
Può inoltre presentare le modanature lisce (ma talora sono comunque intagliati i dentelli) invece che decorate, e in tal caso si definisce "liscia".

A Roma, per l'attribuzione ad un contesto cronologico possono essere significative le proporzioni reciproche della sopracornice e della sottocornice (e, all'interno della sopracornice, di sima e corona), la maggiore o minore sporgenza del soffitto, e la forma delle mensole: "a tavoletta", che sono le più antiche, con rigonfiamento centrale, "ad S", che sono le più diffuse, "ad architrave", secondo modelli di origine microasiatica (Asia Minore ), e infine la successione delle modanature, lisce o decorate.

Il fregio

Si tratta della superficie presente nella trabeazione tra cornice e architrave, destinata ad ospitare la decorazione di maggior importanza, o a volte un'iscrizione (nella facciata dei templi, per esempio; a volte l'iscrizione si trova invece sulle fasce dell'architrave).

Può essere dorico (con alternanza di "metope" e "triglifi"), ionico (continuo), oppure convesso (una variante del fregio ionico in cui la superficie del fregio assume un profilo curvilineo e convesso).

Può essere inoltre "liscio" oppure avere una decorazione "figurata" (ripetitiva o meno e a volte con elementi vegetali intervallati alle figure) oppure "vegetale". Una decorazione vegetale frequente è il "motivo a girali", talvolta "animate", ossia con l'inserimento di piccole figure, come eroti cacciatori e animali: spesso gli animali emergono dal fiore terminale di ciascuna girale. Un altro schema decorativo abbastanza comune è quello "ad anthemion" con alternanze di calici e palmette di varia forma.

A volte al di sopra del fregio vero e proprio è presente un "coronamento": l'uso dipende dall'iniziale abitudine di intagliare a volte nel blocco sottostante l'ultima modanatura inferiore della soprastante cornice.

Molto spesso il fregio è intagliato in un unico blocco con il sottostante architrave e viene chiamato dunque "fregio-architrave", come nella figura sottostante, dove è rappresentato un fregio-architrave con fregio convesso provvisto di coronamento.

A Roma possono rappresentare indizi cronologici, a parte la decorazione: la presenza del coronamento, poco frequente in generale, ma forse più frequente in periodo tardo-repubblicano e primo augusteo, e l'uso del fregio convesso, che rappresenta una ripresa di modelli di origine microasiatica (Asia Minore): forti influssi dallo stile decorativo proprio di questa regione, in connessione con la predominanza dell'importazione di marmi e di manufatti semilavorati dalle cave del Proconnesio (isoletta del Mar di Marmara), si hanno a partire dall'età adrianea.


Schema di fregio-architrave

 

L'architrave

L'architrave è il blocco rettilineo orizzontale che si sovrappone alle colonne, secondo il sistema trilitico. A differenza di quanto accade per gli altri elementi della trabeazione, la larghezza del blocco è predeterminata dall'interasse tra le colonne.

L'architrave può essere dorico, ossia non suddiviso in fasce e coronato superiormente da una "tenia" con "regule" ornate da "gutte" (disposte seguendo lo stesso ritmo di metope e triglifi del fregio). Un architrave dorico è mostrato nel disegno sottostante.


Schema di architrave dorico

Oppure l'architrave può essere suddiviso in fasce, tre oppure due, ciascuna leggermente rientrante e di altezza inferiore rispetto a quella sopra. Le fasce possono essere separate da semplici gradini, oppure da modanature di separazione. Superiormente l'architrave "a due" o "tre fasce" presenta un "coronamento" dell'architrave, costituito in genere da un listello e una gola oppure una successione di più modanature che comprendono un ovolo liscio. L'immagine presentata più sopra del fregio-architrave, riporta la variante più frequente a Roma: un architrave a tre fasce con coronamento a gola.

Le modanature, sia quelle del coronamento, sia quelle di separazione tra le fasce, sono normalmente decorate: quando invece sono lisce, si parla di architrave "liscio". I casi in cui persino le fasce vengono decorate sono invece abbastanza rari.

Negli ordini liberi la superficie inferiore dell'architrave rimane visibile tra un capitello e l'altro e viene denominata "soffitto" dell'architrave. Negli architravi non dorici tale superficie riceve spesso una decorazione con un pannello centrale ribassato, chiamata "lacunare", come è visibile nel disegno sottostante, che mostra, dal basso il soffitto di un architrave. In alcuni casi la decorazione del lacunare occupa tutto lo spazio disponibile: è per questo motivo che i lati corti presentano a volte una rientranza ("occhiello"), destinata al sottostante fiore dell'abaco del capitello.

 



Schema di architrave con lacunare (visto dal basso)

Per una datazione di massima, gli elementi da osservare sono le proporzioni reciproche di fasce e coronamento (il coronamento tende ad acquistare dimensioni proporzionalmente maggiori con il passare del tempo),delle fasce tra loro e delle eventuali modanature di separazione tra le fasce rispetto alle fasce stesse. Può avere importanza anche l'andamento della superficie delle fasce, se verticale o leggermente "a scarpata". Infine, come per il fregio convesso, gli architravi a due fasce, invece che a tre, con coronamento a ovolo invece che a gola, sono indizio di influssi orientali (ma architravi a due fasce si trovano anche in epoca tardo-repubblicana).


Copyright (c) 2004 MARINA MILELLA
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