Val Formazza

                                                                  GIRO DEL BASODINO

 

Luogo di partenza : Cascata del Toce m 1675

Durata dell’intera gita : giorni 3

Difficoltà : E

Gita effettuata : il 7-8 e 9 Luglio 2005 

 

Era da tempo che ci frullava per la testa l’idea di effettuare una gita di più giorni  e , dopo averne a lungo parlato ecco che si concretizza la possibilità e nonostante le previsioni meteo non fossero delle più rosee , decidiamo lo stesso di partire per portare a compimento il giro che ci eravamo prefissi : il giro del Basodino con partenza e arrivo in Val Formazza.Il giorno sette mattina alle ore sei , inizia l’avventura e partiamo per la Cascata del Toce dove lasciamo la macchina , pensando di rientrare da Canza .Ci incamminiamo lungo la strada asfaltata raggiungendo Riale , da dove  imbocchiamo il sentiero che rappresentando la scorciatoia alla carrabile che sale al Passo San Giacomo , raggiunge in circa ore 1,15 la deviazione che  staccandosi  sulla destra , dopo alcuni  tornanti conduce in breve al Lago Castel.Ci dirigiamo a sinistra , in direzione dei laghi del Boden  che raggiungiamo dopo circa due ore di cammino.  Dopo una breve sosta , saliamo in mezzo ai due specchi lacustri percorrendo il piccolo ma ben visibile sentiero , che si snoda dapprima su pendii di moderata inclinazione per poi attaccare la parte più ripida con stretti tornanti che si snodano a destra del ruscello. Raggiunto un pianoro ci  spostiamo verso sinistra nella conca divenuta ormai completamente sassosa , e districandosi in mezzo a blocchi anche di ragguardevoli dimensioni ci  alziamo sulla sinistra sino ad imboccare il canalone detritico che porta alla bocchetta. Proseguiamo per un tratto più incassato e con un’ultima diagonale a destra ci  dirigiamo verso il punto culminante del passo dove è posto il cippo di confine. Al passo tutto è semplice ed essenziale , il confine di Stato è poco più di una riga nera che divide una S da una I con la data del rilevamento : il 1929. Nuvole scure e poco rassicuranti incombono sopra di noi , il che fa sì che ci si fermi solo il tempo necessario per scattare le foto di rito , intanto  portate dalla brezza che spira dal Basodino , gocce di acqua gelata scendono su di noi.Sul versante svizzero , sono ben evidenti i segnavia bianco/rossi che ci indicano la direzione da seguire.Scendiamo lungo il sentiero camminando dapprima su erba e successivamente tra massi , a volte anche di grosse dimensioni che costringendoci a fastidiosi saliscendi ci conducono , dopo circa quattro effettive ore di cammino , in prossimità di un piccolo specchio d’acqua dove su palina sono poste le indicazioni che si possono raggiungere da questo punto , la nostra meta ( Robiei ) è indicata a due ore e venti minuti da qui.Qualche goccia d’acqua abbrevia la nostra sosta e di nuovo , zaino in spalla ,  ( forse abbiamo esagerato nel carico ) scendiamo , rassicurati anche dalle precedenti indicazioni che ci confermano l’esattezza del percorso , e in circa mezz’ora arriviamo ad una splendida radura , solcata da uno degli innumerevoli rivoli che solcano la valle ,  in cui sorge l’unica stupenda baita di Randinascia completamente ristrutturata e quasi invisibile ,costruzione in sassi tra i sassi.Proseguiamo , ignorando le indicazioni per il lago del Zott che  raggiungeremo poi in un secondo tempo in modo più agevole e meno faticoso  dopo aver deposto gli zaini ,   e in breve il sentiero giunge al termine della radura da dove ha inizio la discesa su Robiei di cui da quassù si gode la splendida vista e che raggiungiamo in trenta minuti .Dopo cinque ore effettive di cammino , raggiungiamo la Capanna Basodino dove trascorreremo la notte ,riposando le nostre stanche membra. Dopo la presentazione ai gestori (  Dario e Marzia Martinoli ; di Bedretto ) e l’aver preso possesso della graziosa camera ,in attesa che giunga l’ora di cena , decidiamo di visitare il Lago del Zott , che come già detto avevamo tralasciato in precedenza , e che raggiungiamo in venti minuti di cammino. Dopo le foto che scattano a più non posso  riscendiamo e visto l’orario , ci resta anche il tempo per salire a visitare da vicino anche il bacino del Lago di Robiei che raggiungiamo e immortaliamo anche se disturbati da una leggera pioggia.Rientrando in Capanna , abbiamo modo di osservare e riprendere da vicino la bella funivia che sale da San Carlo( ultimo villaggio della valle, unico ad essere fornito di energia elettrica,  per la vicinanza alla stazione di partenza della funivia per Robiei, ed unico nella valle ad appartenere al comune di Bignasco ) e che anche noi prenderemo il giorno dopo. Rientriamo nella struttura ( la temperatura esterna è di 9° ) e dopo aver consumato una lauta cena alla maniera svizzera , ci corichiamo..Dopo una stupenda dormita ristoratrice , ci alziamo di buon ora per verificare le condizioni meteo che le previsioni non davano per un gran che belle , e con nostra piacevole sorpresa constatiamo che la giornata si presenta parzialmente soleggiata ed asciutta ( cosa molto importante per noi ) la temperatura è di 6° .Il Basodino perno centrale di tutta la nostra escursione , è  illuminato dal sole e privo di quelle nuvole che il giorno prima ce ne avevano parzialmente negata la visione.Galvanizzati da quello che ci aspetta , consumiamo la colazione , saldiamo il conto , salutiamo il gestore e ci incamminiamo verso la stazione di partenza della funivia , in quanto ci siamo prefissi di prendere la corsa delle 8,30 la prima a scendere. Così è , con noi scende anche Dario il gestore che si deve recare a San Carlo a mettere un cartello indicatore per il rifugio.Dalla funivia abbiamo una splendida visione su tutta l’angusta valle che conduce a Robiei e in 15 minuti ci ritroviamo in paese.Qui , molto gentilmente , Dario ci offre un passaggio in auto e ci conduce fino al ponte  di San Carlo sulla strada cantonale ,dove ha inizio il sentiero per raggiungere la Capanna Pian di Crest. Sono le nove quando iniziamo a salire lungo Il sentiero, ben evidente, che risalendo nel bosco ed aggirando la parete rocciosa con le prime scalinate, raggiunge in breve una piccola cappella con un dipinto raffigurante San Francesco d’Assisi, posta su un motto dal quale si gode un buon panorama sul paese di San Carlo che oramai sembra lontano e molto in basso. Proseguendo nel bosco in un tratto in cui il sentiero è un po’ malandato si giunge alle cascine di Olmo (circa 1300 mt.), prima stazione dell’Alpe diAntabia. Si passa a lato delle cascine, ora non più in buono stato, fino a giungere ad un'ennesima scalinata chiamata Pasom, che porta alla seconda stazione dell’Alpe, le cascine di Muiaroo, a circa 1500 mt. di quota. Il sentiero si fa più piacevole. La vegetazione è migliore ed il bosco meno fitto consente, volgendosi verso valle , di intravedere la straordinaria imponenza della catena Poncione di Braga-Pulpito-Pizzo Castello. Dopo Muiaroo ci si avvicina alle bastionate del Basodino ed il sentiero supera ripidamente  sulla destra, con stretti tornanti, una parete rocciosa solcata da belle cascate d’acqua. Appena sopra questa parete rocciosa una fresca sorgente d’acqua consente un meritato ristoro. Siamo circa a metà del cammino, ma d’ora in poi il sentiero è decisamente più piacevole, nel cuore della valle, in ambiente più alpino, con visioni via via più incantevoli. Attraversiamo alcuni ruscelli che scendono rumorosi verso valle, e scorgiamo, in alto, la croce di Corte Grande, penultima stazione dell’alpe Antabia. Le numerose cascine sono state ristrutturate dal Patriziato e in loco troviamo gli operai al lavoro che stanno dando gli ultimi ritocchi , in preparazione alla festa che si svolgerà domenica 10. Il sentiero piega a sinistra, si fa più dolce, tra i rododendri e attraversa i pascoli dell’alpe, poi in leggera salita si guadagna quota 2012 dalla quale ci si addentra nel fantastico pianoro con torbiera   attraverso il quale si arriva alla capanna che , con una idilliaca immagine, appare in tutta la sua bellezza davvero seducente. In fondo alla conca, probabilmente un tempo ricoperta dalle acque di un lago, su un piccolo motto sorge la magnifica Capanna Pian di Crest (mt.2108), La capanna è circondata da cime (Basodino, Medola, Fioriera, Kalberhorn etc.) e creste con vie di collegamento verso altri alpeggi.Dopo una sosta per ammirare questo incantevole paesaggio , sono le 12,40 , quando raggiungiamo la capanna dove ci accolgono molto cordialmente Bruno e Fausta , i gestori di turno.  Anche qui depositiamo i sempre nostri pesanti zaini ( ma quanta roba abbiamo portato? ), e dopo i convenevoli di rito , quattro chiacchiere e un po’ di riposo ; in attesa della cena , che da quanto abbiamo appreso sarà all’italiana ( essendo i gestori di Varese ) , ci incamminiamo verso i Laghi di Antabia , due specchi d’acqua incastonati ai piedi del Pizzo Sologna , e raggiungibili  in pochi minuti dal rifugio. Dai laghi si ha la possibilità di ammirare dall’alto  la struttura costituente il rifugio che , appare in tutta la sua reale bellezza .I soci della Società Alpinistica Valmaggese ,hanno veramente compiuto un gran lavoro da quando nel 1985 hanno iniziato a ristrutturare le cascine dell’Alpe di Antabia , di proprietà dei patriziati di Bignasco e di Cavergno , non più caricate e abbandonate nel 1969. Terminata la visita ai laghi , rientriamo alla capanna dove nel frattempo è rientrato dal lavoro un ornitologo che per conto del Dipartimento Federale , sta svolgendo in loco la mappatura degli uccelli che nidificano nella zona , unitamente ad una coppia di tedeschi che stanno compiendo il trekking del 700° ; tutti insieme attendiamo l’ora di cena e alle 19 in punto,Bruno ci serve un risotto con funghi da leccarsi i baffi ,seguono un ottimo roast beef con contorno e due fette di torta preparata in loco dalla bravissima Signora Fausta. Dopo cena in attesa di coricarci , sfogliamo qualche pagina dei numerosi libri di montagna che costituiscono la biblioteca della capanna e , su uno di questi troviamo la descrizione del percorso che rientra in Formazza transitando dal Lago Nero . La cosa richiama la nostra attenzione in quanto questo percorso ci permetterebbe di prendere i due classici piccioni ; prima cosa ci riporterebbe alla Cascata del Toce proprio dove abbiamo lasciato la macchina , evitandoci così la faticosa risalita da Canza  nel caso scendessimo  per la via normale ; secondo , il transito dal Lago Nero ci permetterebbe di portare a compimento una precedente escursione interrotta proprio ai piedi della bastionata che sale al lago , causa l’ora ormai tarda. Chiediamo informazioni al gestore il quale ci rassicura sulla fattibilità del percorso confermandoci che è tutto segnato e ben visibile.Rinfrancati dalle sue parole , rimandiamo la decisione al mattino seguente dopo che  avremo preso visione della condizioni meteo.Soddisfatti per come ci sono andate le cose fino ad ora , ci corichiamo in attesa del giorno seguente dove ci aspetta la salita al Tamierpass “ detto anche passo dei vitelli perché fra 800 e 900 da Pian di Crest , i pastori svizzeri andavano in Formazza attraverso questo valico per vendere i vitelli “. Non potevamo sapere che l’ornitologo nel sonno , si sarebbe messo a ripassare la lezione , emettendo praticamente suoni molto simili al canto degli uccelli da lui osservati e studiati durante il giorno rendendoci difficoltoso prendere sonno.Ripassata la lezione , i rumori sono terminati e abbiamo potuto così riposare fino al mattino presto  alzandoci in tempo per ammirare il colore delle creste circostanti , illuminate dalla luce del nuovo giorno che stava per iniziare. Il tempo è coperto , però non piove ,   decidiamo così di effettuare il percorso del Lago Nero completando così il giro ad anello.Consumata la colazione , ci congediamo dai simpatici e cortesi gestori ( soci volontari ) e sono le 6,45 quando ci incamminiamo verso l’ascesa che sviluppandosi alle pendici del Medola ci introduce , dopo una faticosa salita , in uno scosceso canalone detritico sul cui fondo , ancora ricoperto di neve , si è formato un piccolo lago di fusione che aggiriamo risalendo i grossi blocchi  che staccatisi dalle creste circostanti , costituiscono il caotico ammasso che rende il paesaggio quasi lunare.Superato il piccolo lago  in alto sopra di noi  è ben visibile il grosso ometto di sassi , al cui interno è custodito il libro firme ,  che identifica la sommità del passo ( m 2772 ; ore 1,35 ) .Un grosso masso nei pressi riporta , con vernice rossa , le indicazioni per il Lago Nero. Indicazioni che seguiamo di buon grado , essendosi nel frattempo alzato un leggero velo di nebbia , e che ci indirizzano a destra su un percorso che si sviluppa su sfasciumi ,sino a raggiungere una costola erbosa che risaliamo con attenzione , percorrendo un breve tratto  leggermente esposto , superato il quale siamo al culmine di un grande canalone detritico che discendiamo con prudenza data la composizione del fondo .Contrariamente a quanto da noi immaginato , il sentiero a metà canalone piega a destra e riportandosi sotto parete inizia di nuovo a salire su infido brecciolino che ci costringe ad una fatica aggiuntiva. L’ascesa prosegue sino a sbucare sulla cresta che costituisce la Bocchetta del Lago Nero( m 2759 ; ore 2,45 ), sotto di noi seminascosto nella nebbia ci appare l’omonimo lago che raggiungiamo dopo una ripida discesa  sempre su grossi massi , alle ore 10,55  dopo aver camminato per effettive ore 3,30.Qui ci concediamo una sosta per consumare velocemente uno spuntino , le nuvole si incupiscono e inizia a scendere una leggera pioggia che ci costringe a ricorrere a mantella e coprizaino. Sono le 11,15 quando iniziamo a scendere la bastionata rocciosa alla cui sommità è situato il lago , in 20’ siamo alla base della bastionata dove si era interrotta la nostra precedente escursione , nel frattempo è smesso anche di piovere.Con il mio inseparabile compagno di avventure ci congratuliamo a vicenda in quanto consideriamo il tour terminato , essendo la restante parte del percorso  a noi già nota ad eccezione della discesa alla Cascata che effettuiamo percorrendo il sentiero dell’Alpe Ghighel mai percorso prima.  Detto fatto , raggiungiamo l’alpe e dopo un ultimo saluto al Basodino che ci è stato compagno di viaggio per l’intero percorso , alle 12,15 iniziamo a scendere verso  il parcheggio dove ci aspetta l’auto. Sono le  ore 13,00 quando finisce la nostra avventura , con nostra grande soddisfazione ci sentiamo contenti ed appagati e anche un pochino orgogliosi per aver portato a termine un giro che ha richiesto un certo impegno fisico, tutto è andato per il meglio , anche il tempo è stato nonostante tutto , nostro alleato e abbiamo convenuto che anche i camminatori hanno un santo protettore. Saliamo in macchina per rientrare alle nostre abitazioni e , mentre tentiamo di fare un rapido riassunto di quanto abbiamo vissuto in questi tre splendidi giorni , già fantastichiamo su quanto si potrebbe fare nel prossimo futuro.Per ora  fermiamoci qui  nei prossimi giorni riandremo con la mente , aiutati anche dalle immagini che hanno immortalato il viaggio , a rivivere riassaporando il piacere della camminata che si è rivelata una esperienza bellissima in uno scenario di incomparabile bellezza e in luoghi che mai avremmo pensato di visitare.La zona offre comunque un’infinità di possibili altre escursioni , non è detto che non ci si possa ritornare , staremo a vedere e nel caso ne riparleremo.

PS : questo riassunto lo si poteva anche intitolare il giro dei 10 laghi , tanti infatti sono stati i bacini lacustri visitati durante l’escursione: Morasco - Toggia -  Castel - 2 Boden – Robiei – Zott – 2 Antabia – Nero.

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