Val Formazza

                                                            DUE “ PASSI “ TRA FORMAZZA e BAVONA


Luogo di partenza : Valdo m 1.274
Durata dell’intera gita : giorni 2
Dislivelli : 1° Giorno in salita 1196 m.- in discesa 362 m.
                2° Giorno in salita 664 m. – in discesa 1498 m.
Tempo totale di percorrenza : 1° giorno ore 5,30 – 2° giorno ore 4,45
Difficoltà : EE
Gita effettuata : 10 e 11-Luglio - 2006

Lo scorso anno al termine del nostro trekking “ attorno al Basodino “ , che ci aveva portato a scoprire quel magnifico angolo di Val Bavona , dove, al centro di una verdeggiante arena naturale, si trova la Capanna Pian di Crest , ci eravamo ripromessi di ritornare dato che a noi è apparso un luogo seducente , ricco di fascino , armoniosamente inserito in uno splendido scenario alpino meritevole di essere assaporato senza l’ansia che pur sempre tormenta quando ci si reca in un luogo per la prima volta. Così , in accordo con il mio inscindibile compagno di avventure , abbiamo deciso di farci ritorno percorrendo l’itinerario : Valdo , Alpe Bedriola , Passo Cazzòla , Laghi della Crosa , Laghi di Antabia , Pian di Crest , Passo Tamier , Alpe Tamia , Alpe Bedriola , Valdo.
Valutate attentamente le previsioni meteo , decidiamo di effettuare l’escursione nei giorni 10 e 11 Luglio e così la mattina del 10 , raggiungiamo Valdo ( ore 9,00 ) , dove lasciamo l’auto nel parcheggio prima del ponte sul fiume Toce.
Attraversato il fiume , sulla destra , un cartello segnalatore riporta le indicazioni per l’Alpe Bedriola , Alpe Tamia e Passo Cazzòla.Ci mettiamo in cammino sulla strada asfaltata che in breve si trasforma in una pista trattorabile , attraversiamo un prato e seguendo i sempre ben evidenti segnavia iniziamo a salire nel bosco ; dapprima il sentiero descrive stretti tornanti che permettono di guadagnare rapidamente quota , poi a tratti scalinato , risale la valle esce dal bosco di conifere e quasi all’improvviso ci ritroviamo nel fornale dell’Alpe Bedriola 1798 m. ( ore 1,05 ) L’Alpe , è costituito da un’unica baita con fontana in legno e da una cappelletta votiva , il terreno circostante è cosparso dal caratteristico rabarbaro alpino. All’alpe , su sasso sono riportate le indicazioni per Tamia , mentre una rustica targa in legno indica a destra il percorso da seguire per l’Alpe Cazzòla. Seguiamo le indicazioni che ci portano a percorrere un ampio giro verso destra , attraversiamo i magri prati , superiamo due piccoli ruscelli e proseguiamo sino ad incontrare un segnavie , ( ore 1,25 ) con le indicazioni per : A. Cazzola – A. Benecia. La traccia , da seguire con attenzione , entra nel bosco e risale molto ripida fra cespugli di mirtilli e rododendri , supera una costa e raggiunge il dosso su cui sorgono le cadenti baite dell’Alpe Cazzòla 2228 m. ( ore 2,15 ). Il panorama che si ammira è bello e suggestivo , ottimo il colpo d’occhio sulla vallata del Vannino in cui spicca l’imponente mole del Monte Giove . Proseguiamo , uscendo a destra , verso il vallone che scende dall’omonimo passo senza scendere ma cercando di mantenerci alti sul costone puntiamo ad un grosso masso con segnavia , posto all’inizio della ripidissima salita finale che porta alla corona rocciosa da cui scendendo a destra , raggiungiamo l’ometto di sassi che identifica il Passo Cazzòla 2411 m. ( ore 3,20 ) dove sostiamo per riposarci e per ammirare i laghi della Crosa che , 250 m. sotto di noi , ci appaiono di un intenso colore blu cobalto incastonati in un’estesa conca delimitata a nord da un’alta corona di cime ( Pizzo Sologna , Pizzo Fioriera , Madone di Formazzöö ) e a est da una muraglia rocciosa. Assaporato lo spettacolo mozzafiato , riposate le articolazioni , scattate le foto a ricordo ci dirigiamo a sinistra sul sentiero molto ben segnalato e ci accingiamo a compiere la traversata che, senza perdere quota , compie innumerevoli saliscendi sino ad arrivare a quota 2386 m. dove è situato un minuscolo laghetto , superato il quale raggiungiamo il tipico intaglio a “ U “ che identifica la Bocchetta della Crosa 2480 m. ( ore 4,45 ) qui , una corda fissa , ci facilita la discesa lungo la cengia rocciosa che sovrasta la vasta area detritica che delimita i due splendidi Laghi di Antabia ( Grande 2189 m. e Piccolo 2126 m. - ore 5,00 ).
Da questo punto il percorso ci è oramai noto e scendiamo , con calma e felicemente , le balze che ci separano dalla Capanna visibile in lontananza e che raggiungiamo quando sono le ore 17,15 dopo un effettivo cammino di ore ( 5,30 ) Qui ritroviamo i gestori Fausta e Bruno ( già conosciuti nel corso della nostra precedente visita ) che unitamente al figlio Michele ed all’amica Chiara , ci accolgono calorosamente . Dopo i saluti , ed in attesa della cena , ci accomodiamo per trascorrere la notte ( per fortuna sembra che non ci sia l’ornitologo!!! vedi resoconto gita 2005 ). Bruno dà sfoggio delle sue qualità di Chef e prepara una cena con i fiocchi , poi la torta ripiena della signora Fausta , completa un pasto serale degno del miglior ristorante. Dopo cena , approfitto della disponibilità della fisarmonica e torturo gli auricolari dei presenti con qualche brano nazional popolare.Terminato lo show , tutti a nanna a ritemprare le stanche membra in attesa della seconda tappa che ci riporterà a Valdo. Trascorsa una notte tranquilla senza nessun tipo di disturbo ( non funzionavano neanche le motoseghe!!! ) ci alziamo di buon ora per ammirare lo spettacolo del sorgere del sole che accende le vette circostanti , purtroppo lo spettacolo è guastato da una coltre di nebbia che staziona sulle cime più alte e che ci costringe a ritardare la partenza. Consumata la colazione , ci congediamo dai simpatici e cortesi gestori ( soci della Società Alpinistica Valmaggese “ S.A.V. “che , volontariamente , conducono con maestria e competenza la gestione) .
Sono le 8,00 quando ci incamminiamo lungo il ripido sentiero che risalendo le pendici del Medola ci immette , dopo una faticosa salita , in uno scosceso canalone detritico , ancora in parte ricoperto di neve , alla base del quale è collocato un piccolo lago che aggiriamo risalendo i grossi blocchi formanti il caotico ammasso che rende il paesaggio quasi lunare come se fosse uscito da un film di fantascienza. In alto sopra di noi , è ben visibile il grosso ometto di sassi ( al cui interno è custodito il libro firme ) che identifica la sommità del Passo Tamier m 2772 ; che raggiungiamo dopo un cammino di ore 1,35 .
Scattata l’immancabile foto ricordo , iniziamo a scendere per raggiungere l’alpe Tamia e successivamente l’Alpe Bedriola ; tralasciamo le indicazioni che si dirigono verso destra portando alla Bocchetta del Lago Nero ( percorso fatto lo scorso anno ), e ci dirigiamo a sinistra ( su roccia scritta sbiadita con indicazione Tamia ) , e costeggiando il torrente. Prima su grossi blocchi e successivamente su detriti di più contenute dimensioni discendiamo il canalone che ci porta nei pressi delle grosse tubazioni che portano in condotta forzata l’acqua del Lago Toggia alla centrale di Ponte , qui una palina segnaletica riporta le indicazioni per le varie località raggiungibili.
Attenzione : scendendo la palina è posta in posizione defilata e poco visibile che può trarre in inganno , su di un larice , due piccole frecce di legno riportano le direzioni da seguire per raggiungere Canza o l’Alpe Bedriola.
Lasciamo a destra il sentiero che attraversa il Rio Tamia e scende a Canza , per dirigerci a sinistra raggiungendo in breve l’Alpe Tamia m.2016 ( ore 3,10 ) , dove ci concediamo una sosta per consumare un rapido spuntino ed ammirare la flora alpina che , in piena fioritura , si proietta alla nostra vista come un’immagine a tutto schermo. Dall’alpe procediamo a sinistra percorrendo il sentiero pianeggiante che , superati alcuni paravalanghe , tende a scendere compiendo un ampio giro che porta in prossimità di una zona coperta da blocchi sassosi ( finalmente gli ultimi di questa escursione ). Proseguiamo nel nostro cammino , seguendo sempre il sentiero segnato , fino a che ci troviamo su di un pianoro che disceso , ci riporta all’Alpe Bedriola ( ore 4,00 ) qui effettuiamo l’ultima sosta prima di compiere il tratto di sentiero , questa volta in discesa , che ci riporta a Valdo ( ore 4,45 ) nel punto da cui siamo partiti.
Ritornando verso casa , per completare questa splendida due giorni in bellezza , raggiungiamo Cadarese dove ci concediamo un rilassante bagno termale e successivamente una mega birra . Queste sono le soddisfazioni della vita!!.

Escursione stupenda in ambienti selvaggi di incomparabile bellezza , anche i caotici ammassi rocciosi assumono un loro fascino costituito dalla grande varietà delle gradazioni di colori. Percorso che si sviluppa in gran parte in zone detritiche che richiedono passo fermo e doti di equilibrio ; da evitare assolutamente in caso di nebbia o cattivo tempo.