Tavola: Nell'antichità era un piano di pietra di diverso spessore su cui venivano scolpiti caratteri componenti messaggi, come epigrafi, numeri di strade, ecc. In seguito fu sostituita da un'assicella di legno od altro materiale come l'avorio, di forma quadrangolare, che gli antichi Romani spalmavano di cera, per scrivervi mediante uno stilo (stilus o graphium), usato poi per cancellare lo scritto spalmandovi sopra altra cera. Y (Massoneria) Per ogni massone, scolpire una T. significa scrivere un messaggio, esporre e trasmettere un’idea, un pensiero, un’opinione su un determinato argomento. Il termine T. viene anche impiegato per indicare un decreto od una circolare riguardante l'Istituzione. Comunemente però indica un messaggio, un discorso in genere programmato (generalmente su temi d'attualità, oppure di tipo iniziatico se non addirittura esoterico), destinato alla lettura formale nel corso di una Tornata rituale dell'Officina. In questo caso rappresenta un Lavoro (v:), ovvero il risultato di un'indagine svolta su un tema particolare di interesse massonico, una sorta di relazione di norma letta in Loggia dall'autore e poi discussa attraverso l'intervento degli altri Fratelli. Rappresenta la base, il maggior contributo che un Fratello possa elargire a beneficio proprio ed altrui, quindi per l’effettiva formazione del Libero Muratore, conseguita attraverso l’attività primaria prevista dall’Istituzione e rappresentata dal Lavoro di Loggia. La T. è il mezzo prezioso affidato all’oratore di turno per aprire il proprio cuore e la propria mente in un consesso particolare, che è la caratteristica veramente esclusiva della Massoneria. Attraverso la ritualità essa consente di creare un’effettiva, efficace e magica atmosfera fraterna, impregnata di genuina sacralità, che esclude in assoluto ogni turbamento dovuto alla presenza dei metalli, delle passioni, della nefasta e pesante influenza dei poderosi, assordanti rumori del mondo profano. Mediante l’adozione di sublimi e ben definiti principi etici e grazie ad una plurisecolare tradizione, essa esclude infatti qualsiasi possibilità di malinteso, di distorsione, di interruzione dell’esposizione, ma soprattutto di critica non costruttiva espressa dal Massone che prima ascolta con attenzione e poi interviene dietro specifica autorizzazione del Maestro Venerabile. Quindi ogni argomento trattato mediante la T., per la purezza degli intenti fraterni ed amorosi di chi la traccia e di quanti la commentano, è sicuramente il mezzo migliore che la scuola iniziatica muratoria pone nelle mani e nel cuore dei Fratelli. Solo così è possibile trasformare l’Iniziazione da virtuale a reale, e procedere proficuamente lungo il cammino iniziatico verso il perfezionamento individuale e collettivo. Quanti hanno inteso correttamente il principio secondo il quale "la Massoneria non è che quello che ogni Fratello vuole che essa sia", hanno nella T. il vero segreto, non solo per ricaricare le proverbiali batterie scaricate nella profanità, ma per conseguire la trasmutazione alchemica nell’Oro, trasformando cioè sé stessi da uomini a Uomini, degni della scintilla divina che ogni essere porta nel proprio intimo e che merita veramente rendere palese attraverso il Comportamento (v.) moralmente esemplare, per il Bene effettivo individuale e dell’intera Umanità. Si può ben dire che chi non ha compreso l’importanza, l’essenzialità della T., così come della Ritualità, si ritrova ben al di fuori dei limiti, dei confini stabiliti da sempre dalla Libera Muratoria, limiti e confini definiti dagli Antichi Doveri (v.) e dai Landmarks (v.) che ogni Massone è rigorosamente tenuto a rispettare, pena l’espulsione dall’Ordine.

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