La Calabria dei Musei Archeologici e degli Antiquarium

Quando si pensa alla Calabria di solito si è portati ad associare il nome di questa regione ai sui splendidi e interminabili litorali che, sia sulla costa tirrenica sia su quella ionica, nel periodo estivo sono meta dei turisti provenienti da tutta Europa. Dal punto di vista turistico la Calabria non ha da offrire solo attrazioni puramente geografiche, infatti la regione più meridionale d'Italia è ricchissima anche dal punto di vista culturale. Purtroppo solitamente il turismo di massa, soprattutto quello estivo, molto spesso tende a sottovalutare il valore di un'esperienza culturale all'interno di una vacanza all'insegna del riposo e del divertimento. La Calabria però si dimostra la regione ideale per conciliare queste due divergenti interpretazioni del concetto di turismo: dato l'elevato numero di musei e siti archeologici presenti in questa regione e la loro dislocazione lungo tutto il suo territorio, non è certo un problema progettare dei piccoli itinerari all'insegna dell'esplorazione del patrimonio archeologico calabrese. Considerata la particolare conformazione morfologica del territorio sia che ci troviamo a passare qualche giorno in una località marittima ionica sia in una tirrenica, non saremmo mai troppo lontani da uno dei tanti museo archeologici o antiquarium calabresi. I reperti archeologici esposti in questi musei provengono, per la loro parte più suggestiva, dal periodo di colonizzazione greca e dell'impero romano. Ognuna delle province della regione ha un museo archeologico di grande interesse situato nel capoluogo. Oltre ai musei principali di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Caloria ce ne sono moltissimi altri che spesso sorgono accanto ai siti archeologici da cui traggono il materiale, scavi che a volte sono anch'essi aperti al pubblico. Tra i più importanti si annoverano i musei di Nicotera e Sibari, ai quali si aggiungono gli antiquarium comunali di Locri, Palmi e Tirolo. Una menzione particolare va fatta per Roccelletta di Borgia dove si trovano siti archeologici, un antiquarium e un parco archeologico. I siti e i resti archeologici isolati che costellano la Calabria sono talmente tanti che sarebbe problematico anche il solo elencarli. Molto spesso la valorizzazione delle nostre (troppo sottovalutate!) regioni meridionali passa per la riscoperta dell'immenso patrimonio culturale che in esse è contenuto. Insomma, per sfruttare questa enorme risorsa turistica e culturale calabrese non ci resta che salire in macchina e iniziare un lungo viaggio virtuale alla ricerca delle testimonianze del glorioso passato della nostra penisola…

Catanzaro: Museo Provinciale

Nel lontano 1879 alcuni studiosi, appoggiati dagli organi culturali comunali e regionali, raccolsero una serie di reperti archeologici di varia origine e datazione. Poiché mancava a Catanzaro un museo dove collocare le preziose serie di reperti, tra cui spiccano per importanza alcune preziosissime monete greche e romane, si decise adibire una parte di Villa Trieste a museo. Da qualche tempo si parla di una ristrutturazione degli spazi espositivi del museo e di un rinnovamento del catalogo.
Il museo vanta una collezione di circa mille pezzi delle età tra il neolitico e l'età del Ferro, provinienti dall'Italia e da altri siti europei.
Tra i resti dell'epoca greca spiccano statuette di teste femminili, simulacri di Athena un elmo di bronzo, un ritratto e un rython a tesa di ariete. Per il periodo romano si segnalano per suggestività i resti di quella che era una statua equestre di bronzo. Il vero punto di forza del museo è tuttavia la ricchissima collezione di monete greche (oltre 350 pezzi), romane (oltre 2500!) e bizantine.

Il museo provinciale è in Villa Trieste. Tel. 0961/8411


Cosenza: Museo archeologico

Il museo archeologico di Cosenza si distingue per la varietà degli elementi esposti. Data la ricchezza archeologica della zona circostante Cosenza, si è voluto cercare di dare un panorama ampio delle testimonianze rinvenute nei diversi siti di questa provincia calabrese. Le testimonianze esposte vanno fatte risalire a periodi che vanno dall'epoca preistorica alla "recente" età romana. Dalla tarda età del bronzo viene un'ascia (località Belvedere), mentre sono databile al IX-VIII sec. a.C. i corredi funebri delle necropoli di Torre Mordillo e Cozzo Michelicchio. Dell'età del ferro sono i reperti trovati a Francavilla a Mare e Amendolara. Ci sono bronzi dell'VIII sec a.C. delle necropoli di Cleto, e corredi e terrecotte colorate (necropoli di S. Mauro di Corigliano) del VI sec. a.C. Il museo si segnala per la possibilità di organizzazione di visite guidate. Nei giorni di apertura (lunedì e giovedì 9.00-13.00/15.30-18.30
martedì, mercoledì e venerdì 9.00-13.00) il museo è visitabile gratuitamente. Il Museo si trova in Piazza XV Marzo
tel. 0984/813324 .

Crotone: Museo Archeologico Nazionale


Nel 1968 una Palazzina di via risorgimento fu adibita a museo archeologico, Col passare del tempo il museo ha richiesto nuovi spazi dove collocare le esposizioni temporanee e il centro dell'Ufficio Scavi. Viste le esigenze sempre maggiori del museo la Soprintendenza Archeologica ha disposto i lavori di ampliamento del museo nel vicino Palazzo Morelli. Il Museo Archeologico Nazionale è nato conglobando le raccolte di reperti possedute un tempo dal vecchio museo Civico e attualmente espone, oltre alle collezioni private Lucifero, Albani, Berlingieri, Sculco e Sabatini, anche gli ultimi ritrovamenti provenienti dagli scavi della zona di Crotone. È difficile riuscire a indicare il contenuto del museo per via dei continui restauri e del susseguirsi delle operazioni di allargamento egli spazi espositivi. In line a di massima questi dovrebbero essere gli elementi sempre presenti nella collezione del museo.
Prima degli ultimi restauri il museo si estendeva su due livelli. Il primo (piano terra) presentava all'ingresso una serie di oggetti provenienti dai ritrovamenti sottomarini (località Punta Scifo) degli oggetti trasportati da un carico proveniente dall'Asia Minore (III d.C.). Tra questi oggetti si contano un gruppo marmoreo di Eros e Psiche e alcune enormi vasche termali. Sempre di tema "navale" sono l'ancora in piombo esposta vicino ai vasconi e le numerose anfore con epigrafi.
La sala successiva conteneva le collezioni del vecchio museo Civico. Ci sono raccolte di monete greche, romane, medioevali di origine mediterranea e le terracotte dipinte giunte qui dagli antichi centri di commercio di Taranto, Eraclea Paulonia, Locri e Medma.
Nel museo c'erano sezioni dedicate all'epoca preistorica (oggettistica di Policastro e Scandale, resti ossei di Carìa, corredi funebri dell'età del Ferro e manufatti in bronzo) e alle collezioni di vasi greci (produzione di stile corinzia, calcidese, attica e italiota), calabresi e romani.
Per quanto riguarda la sezione dedicata alla zona di Crotone si potevano ammirare foto, diagrammi e planimetrie del territorio oltre che a numerose testimonianze della fervente attività umana dei secoli passati. La parte più consistente dei ritrovamenti nella zona di Crotone era, però, esposta al secondo livello della struttura del museo. Gli scavi attualmente in corso nelle vie della città di Crotone continuano a riservare gradite sorprese e, quando possibile, i resti rivenuti vengono catalogati e aggiunti alla collezione del museo. Al secondo livello si trova anche la sezione monografica su Capo Colonna, con grafici e ricostruzioni del santuario di Hera Lacinia e resti di statue in esso contenuto. Probabilmente in futuro si riuscirà a dare più spazio alla raccolta di reperti denominata "Tesoro di Hera", ovvero ai resti degli oggetti votivi del santuario, scoperti da poco.
La sezione successiva era quella in cui, poco organicamente, si accostavano i ritrovamenti dell'età del ferro di Murge, degli oggetti votivi d'epoca arcaica di Timpone del Gigante, i resti del santuario di S.Anna e di un deposito votivo greco.
Più di matrice architettonica era la sezione di Krimisa, attuale Cirò, che si fregiava dei capitelli dorici del tempio e di varie terracotte votive di località vicine.
Altre sezioni interessanti sono quelle degli scavi di Caulonia (terracotte architettoniche del tempio di Passoliera) e di petali, attuale Strongoli (numerose epigrafi romane del II sec).
Il museo si trova in Via Risorgimento 120. considerata la possibilità concreta di trovare il museo chiuso per restauri è opportuno chiamare lo 0962/23082 per informazioni.
Le mostre temporanee e la sede dell'Ufficio Scavi si trovano nel Palazzo Morelli, via Risorgimento 121 tel. 0962/20179


Locri: Antiquarium

Nel 1971 fu inaugurato l'edificio sede dell'antiquario di Locri. Qui sono esposte le collezioni del vecchio Museo Civico e tutti i nuovi reperti i rinvenuti negli scavi della Soprintendenza Archeologica della Calabria. Non appena si accede agli scavi ci si trova di fronte a un piccolo lapidario. Nel lapidario ci sono parecchi iscrizioni dedicate agli dei del Pantheon greco, inoltre ci si trovano anche epigrafi di epoca romana. Il primo piano dell'antiquarium è diviso in diverse sale. Nella prima sala sono raccolti i resti di alcuni corredi funebri delle necropoli greche della contrada di epoca VI e IV secolo a.C.. La seconda sala è un ambiente dedicato all'oggettistica votiva del Persephoneion. Nelle altre sale dell'antiquarium sono esposti oggetti di varia provenienza ordinati in base al luogo del ritrovamento. Oltre ai reperti provenienti da zone limitrofe trovano qui posto, non poteva essere altrimenti, tutti gli oggetti ritrovati nella zona dell'antiquarium di Locri. Fra le testimonianze più importanti di questi ultimi reperti si contano alcune statuette fittili di Zeus e alcune terrecotte. Al secondo piano dell'antiquario sono conservati tutti gli oggetti appartenenti all'ex Museo Civico e di alcune necropoli siciliane. Sempre nel secondo piano si trovano tutti gli oggetti provenienti da donazioni di privati che, grazie al loro contributo, contribuiscono continuamente all'arricchimento della collezione dell'antiquarium.
L'antiquarium si trova nella contrada Marasà. Per conoscere gli orari e i giorni di apertura è consigliabile telefonare al numero 0964/390023.

Nicotera Museo Civico Archeologico

Il museo di Nicotera, per quanto piccolo, è molto interessante perché presenta una raccolta eterogenea di materiali e di oggetti di provenienza locale che ricoprono un periodo che va dall'epoca preistorica fino a quella medievale. Lo scopo dell'esposizione del museo è quello di dare al visitatore un'idea progressiva dello sviluppo nel tempo della civiltà nella zona di Nicotera. Nelle diverse sale del museo sono raccolti materiali appartenenti al VI e V secolo a.C. provenienti da Medma. Il museo si fregia di una raccolta di monete e di frammenti di ceramiche medievali oltre che di ceramiche romane reperite nel perimetro delle ville romane della zona. Dall'epoca Paleolitica provengono delle selci ben conservate, mentre dal neolitico una serie di reperti rinvenuti nelle zone degli scavi, ancora attualmente in corso. Nel salone principale si trovano dei resti fossili di mammiferi e una frammento d'osso cranico di un bambino di Neanderthal, inoltre sono esposti qui corredi dell'età del bronzo di alcune contrade di Nicotera.
Il Museo Civico archeologico di Nicotera si trova al Palazzo De Ruffo, via Umberto I. Per informazioni rivolgersi al numero 0963/886166

Reggio Calabria Museo Archeologico Nazionale

Nel 1908 ci fu un violento terremoto in seguito al quale l'archeologo Paolo Orsi si prodigò per riunire gli oggetti del vecchio museo Civico con le collezioni statali e i reperti da lui stesso rinvenuti in Calabria.
Gli oggetti esposti nel museo provengono principalmente dalle tre serie di scavi più importanti effettuati nella zona negli ultimi 160 anni: quelli di Locri (a opera del duca di Luyres nel 1830) quelli del già menzionato Paolo Orsi (1889) e quelli organizzati dalla Soprintendenza della regione.
Il museo nella sua veste attuale fu inaugurato solo dopo la guerra, molti anni dopo essere stato costruito. Dal 1954, anno dell'apertura al pubblico, il museo ha allargato parecchio i propri spazi espositivi, e adesso conta ben tre interi piani d'esposizione.
Il Piano Inferiore è quello in qui è esposta la sezione di archeologia subacquea, inaugurata nel 1981 sull'onda della fama raccolta dai ritrovamenti di Porticello e Riace. Nel 1996 sono state apportate migliorie all'impianto di climatizzazione e nuove basi per le gigantesche statue esposte, inoltre i bronzi di Riace sono stati svuotati della terra che contenevano per garantirne una migliore conservazione. Nella prima sala del piano sono collocate delle ancore di pietra e metallo trovate nei mari calabresi. Le anfore presenti nella sala provengano sia da località marine ioniche sia da i fondali tirrenici. Le anfore appartengono ai periodi ellenistico (IV-II a.C.) e romano imperiale. Nella sala successiva trovano spazio gli oggetti recuperati dal relitto di una nave del V sec a.C., i famosi reperti di Porticello. A questo ritrovamento appartengono i frammenti di tre statue in bronzo. La terza sala ospita la famosissima testa rinvenuta a Porticello, ritratto denominato il "Filosofo" e i celeberrimi bronzi di Riace. Il "Filosofo" è un ritratto di fondamentale importanza per gli studiosi di arte antica un'opera che ha aperto nuovi scenari interpretativi per la concezione greca dell'arte e la nascita del ritratto. Probabilmente potrebbe raffigurare il filosofo Esiodo, anche non ci sono dati certi a proposito. Presto in questa sala verrà esposta anche una testa in bronzo, anch'essa rinvenuta nella nave di Porticelo. I bronzi di Riace sono due colossali statue rinvenute nel 1972 a Riace, località sullo Ionio. Sono due maestosi e importantissimi originali greci rappresentanti guerrieri fusi (una a 30 anni di distanza dall'altra) con la tecnica della cera persa diretta. I due bronzi sono, probabilmente, i due reperti più famosi e importanti esposti nei musei di tutta la Calabria. Il piano terreno del museo è quello dedicato al percorso storico. Dopo aver preso visione di alcuni resti calcarei provenienti da siti archeologici della provincia di Matera si accede alle varie sale monografiche. La prima sala espone reperti del paleolitico, si tratta di ossa e pietre lavorate da Scalea, dalla Grotta del Romito di Papasidero e da Praia a Mare. La sala successiva contiene resti del Neolitico, ceramiche e reperti ossei della piana di Sibari e della grotta di S.Angelo. All'età dei metalli sono dedicate le tre sale seguenti. Armi e utensili dell'età del bronzo, corredi funebri della prima parte dell'età del Ferro di Roccella Jonica, Locri, Troppa, Francavilla e molte altre zone limitrofe. La sala VI è dedicata totalmente alla ricchissima zona archeologica di Locri, con un plastico della città e dell'area ritenuta un tempo colonizzata dai greci. Le due sale successivo sono anch'esse dedicate a Locri, e presentano una ricostruzione della tomba di Grotticella con corredi funebri di necropoli limitrofe. Sempre nelle stesse sale possiamo ammirare altri corredi funebri e molti utensili provenienti da necropoli del VII al IV sec. a.C. Gli scavi effettuati da Paolo Orsi al santuario di Persefone di Mannella hanno permesso il rinvenimento di statue di bronzo, elmi, oggetti fittili, resti di ceramiche corinzie e attiche e i rinomati pinakes, che sono tavole con incise scene relative al mito di Kore-Persefone. Da altri scavi provengono gruppi fittili del V sec. a.C. e le preziosissime iscrizioni in bronzo appartenute al tempio di Zeus. La sala XII è dedicata ai voluminosi resti delle decorazioni del santuario di Marasà: terracotte architettoniche, parti della colonna e dei capitelli ionici del V sec. a.C. e il gruppo dei Di oscuri. La sala seguente ha delle ricostruzioni del santuario delle Ninfe di Grotta Caruso, mentre le ultime due sale contengono resti dell'epoca romana.
Per accedere alle molte sale successive si deve salire all'ultimo piano del museo. Nelle sale XVI e XVII si hanno dei resti riguardanti l'origine della polis (VIII a.C.) di Reggio. Sono moltissimi i resti esposti che testimoniano il florido e glorioso passato della città, ricca di templi, luoghi di commercio e di costruzioni riccamente decorate. Le sale dalla XVIII alla XIX, dedicate ancora a Reggio, contengano, per sommi capi: corredi della necropoli di S.Lucia, due vasche fittili usate come sepolture, un sarcofago di età ellenistica, i reperti di Reggio Lido (età bizantina e romana) e tutti i reperti della vecchia collezione civica. Metataurus (Gioa Tauro), è il sito a cui è dedicata la sala XX, le due successive a Rosarno (anticamente nota come Medma) mentre la XXIII a Laos (S.Maria del Cedro), che si distingue per l'esposizione dei favolosi resti di una doppia sepoltura di un guerriero e sa moglie con un ricchissimo corredo ben conservato. La ricostruzione del tempio della Passoliera e alcuni resti architettonici del tempio dorico di Faro trovano spazio nelle sale XXIX e XXV, dedicata a Kaulonia. La sala XXVI è quella di Krimisa, dove si ergeva il santuario di Apollo Aleo da ci proviene la testa di marmo di Apollo e le miniature votive. Le ultime sale del museo contengono alcune collezioni numismatiche di indubbio interesse e alcune raccolte di iscrizioni in greco e latino, la cosiddetta sezione epigrafica del museo.
Il Museo si trova in Piazza De Nava, 26 tel. 0965/812225-812256
apertura: lunedì 9.00-13.30; martedì-sabato 9.00-13.30/15.30-19.00; domenica 9.00-12.30


Roccelletta di Borgia: Parco Archeologico, Antiquarium

Le antichissime e gloriose origini della cittadina di Roccella si perdono nel tempo e nella letteratura. Alcuni studiosi ritengono che Roccella vada identificata con una città greca di Skylletion, fondata, ma forse si tratta solo di leggende, addirittura dal mitico Ulisse di ritorno della guerra di Troia. In verità è che probabile che si tratti di una sotto colonia di Crotone, che all'epoca della fondazione di Roccella era un centro metropolitano molto importante. In epoca romana la città fu teatro di alterne vicende storiche che, tuttavia, non le impedirono di crescere di importanza e di arricchirsi di numerosi monumenti, i cui resti sono, ancora oggi, testimonianza dell'antico splendore. Il nome in epoca romana della cittadina venne cambiato in Scolacium. Le ultime testimonianze edilizie di Roccella, vanno fatte risalire all'epoca dei normanni che occuparono il sito per pochi decenni dopo che questo era stato abbandonato nel VII secolo d.C.. Dal 1965 sono in corso degli scavi organizzati dalla Soprintendenza Archeologica che, per il momento, si sono concentrati sui centri monumentali come il teatro, il forum e la basilica normanna. La città romana fu costruita sui resti di quella greca e, per questo motivo, ancora oggi non è stato possibile trovare reperti murari che confermino la supposizione dell'esistenza di un sostrato cittadino greco nel sito. La Scolacium romana ci ha invece restituito moltissime testimonianze dell'antico splendore del luogo. Uno dei gioielli del parco archeologico è, senza dubbio, la basilica normanna di S.Maria della Roccella (XI-XII sec) costruita e ampliata in diversi periodi storici. Qui gli stili romanico bizantino e arabo si mescolano organicamente sintetizzando un risultato di indubbio fascino. Continuando un percorso ideale che passa oltre la basilica, ci si accosta ai resti del vecchio frantoio e dell'antiquarium mentre, dirigendosi verso il mare, si arriva al maestoso foro, ovvero una grande area quadrata piasterllata con mattoni quadrati e circondata da porticati. Intorno alla piazza del foro sono in corso numerosi piccoli scavi che non mancheranno di riservare gradite sorprese agli archeologi. Già sono stati trovati resti di un piccolo tempio, di una stanza termale, di una fontana e di un tribunale. Superato il foro si giunge al teatro che, in epoca romana, poteva ospitare fino a 3500 spettatori e probabilmente caduto in disuso per via di un violento incendio. Alcuni studiosi hanno supposto l'esistenza di un grosso anfiteatro sovrastante la collina del sito, inoltre si pensa di riuscire a dimostrare l'esistenza di alcuni centri termali, di una necropoli e di un acquedotto. Solo nel 1982 lo Stato italiano ha deciso di intervenire direttamente e di costruire, dopo avere espropriato la zona, la struttura che dà vita alla Parco Archeologico della Roccelletta.

L'accesso al Parco Archeologico di Roccelletta di Borgia si trova sulla strada statale che porta a Borgia in via Scylletio. L'ingresso al parco è sempre gratuito, ma si consiglia di chiedere informazioni al numero 0961/391356.


Vibo Valentia
Museo archeologico statale "Vito Capialbi"

Nel 1969 le collezioni Capialbi e Albanese furono riunite e esposte nel Palazzo Gagliardi. Col tempo queste due raccolte principali furono arricchite dai beni rinvenuti negli scavi di Ermanno Arslan e della Soprintendeza Archeologica della regione. Nel 1996 il museo ha trasferito la propria sede nel Castello Normanno Svevo, restaurato e modificato apposta per ospitare le collezioni archeologiche di Vibo Valentia.
Come spesso accade nei musei archeologici calabresi anche in questo sono in corso lavori di ampliamento, pertanto l'esposizione definitiva potrebbe discostarsi da quella supposta nelle righe seguenti. È difficile però che si possa prescindere dall'esposizione di alcuni pezzi in possesso del museo. La collezione Capialbi è costituita da terracotte architettoniche di vario genere, mentre quella Albanese contiene oggettistica votiva del santuario di Scrimbia. La grande stipe votiva Scrimbia, ancora soggetta a scavi e lavori, ha restituito alla luce statue votive di pietra e degli splendidi oggetti di bronzo appartenenti a corredi militari di guerrieri. Uno spazio importante dovrebbe essere dedicato ai numerosi vasi del museo datati dal VI sec. a.C. al medioevo. Molti reperti hanno origine incerta e sono stati trovati non in seguito a scavi ma casualmente. Si tratta di asce neolitiche o dell'età del fero, 867 monete dei Brettii e una cariatide acefala neo-attica. Dall'antico santuario di Cifino provengono vasi, modelli fittili, un alabastron di rudimentale pasta di vetro e pinakes, ovvero tavole di pietra con rilievi. I corredi delle necropoli nelle prossimità delle cittadine presentano alcuni pezzi molto interessanti in quanto ben conservati. Dalle terme di S.Aloe sono stati prelevati mattoni bollati, lucerne, statuette d'avorio, vetri e una serie di statue di diversi materiali. Sempre alle terme di S.Aloe sono stati trovati un ritratto di Vespasiano Agippa e atri oggetti caratteristici dell'ambientazione termale.
Il museo si trova al Castello Normanno Svevo, tel. 0963/43350
aperto tutti i giorni: 9.00-19.00.