AMBASCIATRICE YRIAL

"Babel narrami ancora le mie origini te ne prego... chi sono io?"
E instancabile cominciava il triste racconto di un villaggio di contadini oggi spento, raso al suolo e dimenticato. Rimembrava quella mattina, quando nel cielo si alzavano colonne di neri fumi e grida disperate di persone già morte. E li, sotto un carro rovesciato tra paglia e sangue ero nascosta io, un piccolo esserino sporco e coperto di stracci, piangente e urlante di fame e paura.
Intorno a me si erano appena spente urla e rumori di battaglia. Le falci erano ricadute a terra, i magazzini svuotati, i campi e le capanne bruciate solo per aver tentato di opporre resistenza alla più spietata banda di briganti. Corpi insanguinati nel fango della strada, inermi, privati brutalmente della vita. Tra loro sicuramente, i miei sconosciuti genitori. Ero l'unica sopravvissuta in quel posto senza vita, quando un gruppo di barbari di passò per quel villaggio. Babel mi trovò richiamata dal mio singhiozzo, mi raccolse, mi portò via da quell'orrore e da allora vissi tra i barbari.
Ero ormai in età da marito, sognante come ogni fanciulla seppur disinteressata e restia ad accettare le proposte di ogni uomo del villaggio, troppo rudi il loro modi per penetrare la dolcezza del mio cuore, troppo violenta la loro natura per il mio docile animo. Nei miei viaggi, nascosta allo sguardo dei viandanti, avevo visto vesti leggere e morbide, acconciature eleganti nelle donne, pizzi e lustri, cappelli piumati, profumi di fiori sulle loro pelli chiare, ne ero incuriosita e attratta. Spinta dalla curiosità e dal desiderio di conoscere luoghi e persone nuove, al passaggio di un cavaliere elfico di nome Sraph, decisi di seguirlo. Raggiunsi così un posto nuovo, Amon, la città guerriera che mai più lasciai.
Li, col tempo, affinai l'arte della tessitura di cui mi appassionai. Non cucivo quasi mai in sartoria, ma preferivo la forgia dove il fabbro Seraph martellava cantando dolci melodie, ci innamorammo e presto convolammo a nozze... ma l'animo di un elfo secolare era troppo profondo e misterioso per la ragazza inesperta qual'ero. Altre terre reclamavano quell'elfo e lui le raggiunse a malincuore affidandomi all'allora generale Redual Asterot.
Odiavo quell'uomo maschilista e scorbutico... ma le fiamme sono imprevedibili e illuminarono il fondo del suo cuore che scorii stupendo. Lasciai che il mio cuore ferito battesse col suo e il 1 Lithe 266 ci sposammo. Sposai lui, divenuto Re della città che più amavo e per mano andremo avanti insieme nel nostro progetto di splendore, pace e prosperità per Amon, la Guerriera.