Sul tema della luna cadente

 

1

Sull’orlo del cielo la luna rotolava stanca

sfinita da una fatica di millenni, milioni d’anni,

limpida l’ombra della sera, distesa appena

nel cielo, e la luna rotolava giù lungo l’orlo

obliquo stanca di una fatica che da miliardi d’anni

perdura, fatica di ogni giorno ogni notte, esausta

ormai, mentre il tempo la sospinge inesorabile,

il moto, su giù per il cielo a salire scendere

salire ancora ogni notte ogni giorno lanciata sospinta

da mano invisibile

                              Sfinita ora sull’orlo sosta, impotente

rotola giù per la china, sfinita sdegnata

verso l’abisso rotola, il vuoto

 

2

Sull’orlo del cielo la luna stanca sfinita

sostava immobile pallida esausta, l’ombra

limpida della sera calava lenta e la luna

immobile sul ciglio estremo, pallida, perso

lo splendore suo di sempre, la luce di perla

e argento e limpido etereo fuoco, limpida

luce argenteosplendente che le stelle spegne, l’incanto

che dell’uomo attrae alto l’occhio il cuore e stupisce

e rapito di gioia piange quando alta lucida

luminosa in estasi domina il cielo

                                                      Splendore

consunto dissolto infine nel tempo, la luna infine

pallida esausta sosta immobile, rotola lenta

sul ciglio obliquo, nell’abisso precipita, nel vuoto

 

3

Sull’orlo del cielo la luna si sfaldava si sfasciava

si dissolveva in frammenti che solo un attimo ancora

di luce splendevano tenue opaca, in cenere grigia opaca

in polvere nera dissolta dispersa come un fiume scorreva

nero, fiume di polvere nera lungo la china

obliqua, là dove ogni cosa finisce, cose belle

brutte, grandi piccole, bellezza che incanta

l’uomo e stupito rapito si estasia, di desiderio brucia

arde, voluttà, bellezza di un volto di un corpo rapisce

consuma l’uomo

                            Nel cielo delle cose che splendenti muoiono

la luna si sfaldava si sfasciava, in polvere cupa splendente

si dissolveva, nell’abisso precipitava, nel vuoto

 

4

Sull’orlo del cielo la luna era ormai soltanto

una traccia indistinta, sul nero del cielo

un’orma nera, un’orma indistinta impalpabile, un ricordo

forse, un passato impresso nella storia del cosmo

che nessuno legge nessuno sa, ora che l’uomo è scomparso

la terra dissolta scomparsa le stelle gli astri che di fuoco

di fiamma in cielo splendevano intatti sempre,

ma il tempo li consumava, inesausto inesorabile

li divorava

                  Nero il cielo, cupo nero denso

caligine nera densa distesa ovunque, polvere

di luna nera densa, polvere stellare densa impalpabile

dispersa racchiusa nel cerchio del cielo rotola

nell’abisso precipita, nel vuoto