3. La luna

 

 

 

 

Nel cielo la luna è apparsa la bianca signora

dalla sua reggia è uscita e splende alta sul trono di luce

pura limpida luminosa la più limpida pura

la più forte intensa incomparabile

                                                      mentre le stelle

fuggivano, pallide esauste fuggivano affondavano

esauste nell’abisso, paurose tremanti le stelle

nell’abisso precipitavano nel caos indistinto

di tenebra e nulla contesto, timorose

di quello splendore

 

Là tutto precipita ciò che un tempo era luce e vita

e il suo corso ha compiuto, il ciclo di dolore e gioia commisto

di luce e tenebra che ci attrista e tormenta, il tempo

che inesorabile ci consuma e nell’abisso ci sospinge

renitenti dolenti, ci sospinge piangenti noi

di luce e vita affamati assetati sempre

nel tempo oltre il tempo

 

Nel cielo la luna splende alta immobile splende sicura

certa del suo fulgore, di luce splende intatta sempre,

lungo i secoli i millenni splende intatta alta

sempre nel cielo, mentre l’uomo il meschino

sulla terra gli anni conta i giorni l’ore

che veloci trascorrono si consumano, la notte il giorno,

per lui troppo breve la vita scarsa la luce

 

(E le stelle fuggite scomparse? torneranno a splendere

solo un velo le ha coperte, un velo tenue sottile)