Castelsardo La Storia - Dal Neolitico Ai Romani
Sono
poche è frammentarie le notizie sui popoli che abitarono la zona di
Castelsardo, in tempi molto antichi, la presenza del neolitico è,
comunque, resa certa dalle “Domus de janas” (casa delle Fate, nella
traduzione letterale) e dai Nuraghi.
“La
roccia dell’Elefante”,così chiamata a causa della particolare forma
attribuitagli dagli agenti atmosferici è situata lungo la strada
Castelsardo - Sedini. Essa è importante sia per la sua conformazione sia
per il suo interno, che è suddiviso in piccole celle, scavate nella
roccia, sulle pareti sono raffigurati dei protomi taurini stilizzati
(simbolo di un Dio venerato per la sua forza, potenza e coraggio), simili
elementi sono comuni a molti monumenti protosardi. Nelle vicinanze, sono
state rinvenuta un epigrafe che ricorda un tempio dedicato ad Iside e una
statua della dea Cerere.
Di
fronte alla Domus de Janas, è possibile osservare il Nuraghe “Paddaggiu”,
ancora ben conservato. Nel territorio castellanese vi sono molti nuraghi (
sebbene non ben conservati), il nuraghe “Spighia” situato sulla
omonima località, che sovrasta la vallata del fiume Frigiano.
La
parola Nuraghe discende da “Nurra o Nura” (mucchio cavo), tale
definizione spiegherebbe l’architettura di queste particolari
costruzioni, è noto che la maggior parte dei Nuraghi vennero eretti tra
il 900 e il 600 a.c., quando i Fenici e i Cartaginesi si spinsero sulle
coste sarde, si tratta perciò di vere e proprie fortezze, ma non tutti
sono d’accordo con questa teoria in quanto i periodi sono talmente
remoti tali da confondere le pocche tracce riscontrabili …
Tangibili
sono, invece, i segni lasciati dai romani, i quali imposero il dominio
quasi su tutta l’Isola esclusa la “Barbagia” che resto terra
indipendente. L’Anglona, di cui Castelsardo è centro fu
sottomessa e sfruttata, per rifornire di generi alimentari l’Impero, nel
territorio di Castelsardo i romani individuarono diversi punti di raccolta
e carico merci. Fra i quali: Lu Grannaddu (Portum Granaticum), un
piccolo approdo ben riparato dai venti; Cala Ustina o Baia Augustina, oggi
sede di un villaggio turistico, una incantevole insenatura approdo
maritimo della città di Jouliola, dove ancora si possono ammirare i resti
di una strada romana; Mare Picinu, l’attuale marina al centro del nuovo
abitato; Lu Bagnu, che come lascia intendere la denominazione era un luogo
privilegiato del turismo di allora, che ancora conserva modeste
testimonianze di antiche ville e di bagni romani, attuale località
balneare a 4 Km da Castelsardo.
Durante
il periodo Giudicale, Castelsardo si trovava sotto la giurisdizione del
Giudicato di Torres. Il capoluogo dell’Anglona era allora sito in
Ampurias, che aveva il predominio su tutti i villaggi.
Ampurias
era situata alle foci del Coghinas , si trattava perciò di una cittadina
fluviale, Ampurias andò sempre più assottigliandosi per un complesso di
motivi quasi sconosciuti, il decadimento (presumibilmente attorno al 1400)
giovò al prestigio di Castel Genovese, che ne ottenne la sede. |
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