LE
CATECHESI AI MISTERI
CATECHESI
XVIII PREBATTESIMALE
Diciottesima catechesi dei battezzandi tenuta a
Gerusalemme sul «Credo» “in una Chiesa santa cattolica e nella resurrezione
della carne e nella vita eterna”. Lettura da Ezechiele “La mano del Signore
fu su di me e mi rapì nello spirito del Signore e mi pose nel mezzo della
pianura che era piena di ossa umane”, ecc.
1. La radice di ogni opera di bene è la speranza
della resurrezione. L’attesa della mercede, infatti, rafforza l’anima nella
buona azione. Ogni operaio è pronto ad assoggettarsi alle fatiche se vede un
guadagno delle fatiche stesse. Per quelli che lavorano senza la mercede scade
l’anima con il corpo. Il soldato che si aspetta il premio del combattimento è
pronto alle guerre. Nessuno militando per un re senza giudizio e che non
riconosce i premi delle fatiche, è pronto ad affrontare la morte per lui. Così
anche ogni anima che crede nella resurrezione giustamente ha cura di sé; quella
che, invece, non crede nella resurrezione è consegnata alla rovina. Chi crede
che il corpo attende la resurrezione ha cura della veste e non lo contamina con
la fornicazione. Chi non crede alla resurrezione si dà alla fornicazione
abusando del suo corpo come se fosse di un altro.
Grande
dottrina e lezione della santa Chiesa cattolica è la fede nella resurrezione
dei morti. Grande e necessaria dottrina oppugnata da molti e comprovata dalla
verità. I greci la combattono, i samaritani la negano, gli eretici la
scherniscono. La contraddizione è multiforme, ma la verità è uniforme.
2. I greci e ugualmente i samaritani adducono contro
di noi questi motivi. L’uomo che è morto cade, si decompone e tutto si
dissolve in vermi che anche muoiono. Tanta putredine e decomposizione riceve il
corpo!… In che modo dunque risorge? I pesci hanno mangiato i naufraghi ed i
pesci stessi vengono mangiati. Orsi e leoni maciullandole hanno divorato anche
le ossa di quelli che combattono contro le belve. Avvoltoi e corvi, beccano le
carni di cadaveri giacenti per terra, volano per tutto il mondo. Dove si
ricompone quel corpo? Può darsi che degli uccelli che l’hanno mangiato, chi
muore in India, chi in Persia, chi nella terra dei goti. Vento e pioggia
disperdono la stessa cenere di quelli che vengono cremati. Dove si ricompone il
corpo?
3. Per te che sei piccolo uomo e debole, l’India è
lontana dalla terra gotica e la Spagna dalla Persia. A Dio, invece, che tiene
tutta la terra in un pugno, tutto è vicino. Non accusare Dio d’impotenza
dalla tua debolezza, piuttosto considera la sua potenza. Il sole che è una
piccola opera di Dio con la semplice diffusione dei raggi riscalda tutto il
mondo, e l’aria che Dio fece circonda quanto è nel mondo. Dio artefice del
sole e dell’aria è lontano dal mondo?
Supponi
che siano stati mischiati insieme semi diversi per natura (a te che sei debole
nella fede propongo esempi di poco momento) e che questi diversi semi siano
racchiusi in un solo tuo pugno. Per te che sei uomo è arduo o facile
distinguere nel tuo pugno, riunire e assegnare al suo genere ciascuno dei semi
diversi, secondo la propria natura? Dunque se tu sei capace di distinguere ciò
che è contenuto nella tua mano, Dio non può distinguere e assegnare quanto è
nel suo pugno? Considera ciò che dico: è empio negarlo.
4. Segui lo stesso criterio di giustizia ed entra in
te stesso. Hai diversi domestici, alcuni sono buoni, altri cattivi. Tu rispetti
i buoni e castighi i cattivi. Se tu sei giudice lodi i buoni e punisci gli
scellerati. Se in te che sei uomo mortale si salva il senso del giusto, in Dio
che è il re di tutto senza successore non c’è la rimunerazione della
giustizia? È empio negarlo. Considera ciò che dico. Molti omicidi sono morti
impuniti nel loro letto. Dov’è la giustizia di Dio? Spesso a un assassino reo
di cinquanta omicidi venne solo per una volta tagliata la testa. Dove sconterà
la pena per i quarantanove? Se dopo questo mondo non ci fosse un giudizio e una
retribuzione, tu accuseresti Dio di ingiustizia.
Non ti
meravigliare per il differimento del giudizio. Chi è in gara dopo la fine della
competizione è incoronato o vituperato. Mai l’arbitro incorona quelli che
sono in gara, ma attende che tutti finiscano di gareggiare perché dopo la
graduatoria distribuisca il premio e la corona. Così anche Dio, mentre il
combattimento dura nel mondo aiuta parzialmente i giusti, poi li ricompensa
pienamente, alla fine.
5. Se la resurrezione dei morti per te non esiste
perché condanni i violatori dei sepolcri? Se il corpo si dissolve e la
resurrezione è senza speranza, perché chi viola il sepolcro incorre in una
pena? Vedi che anche se tu neghi con le labbra, rimane piena in te la coscienza
della resurrezione.
6. Un albero abbattuto rifiorisce e l’uomo
abbattuto non rifiorisce? Ciò che è stato seminato e mietuto rimane sull’aia
e l’uomo reciso da questo mondo non rimane sull’aia? I tralci della vite e i
rami degli alberi completamente tagliati, trapiantati, ricevono la vita e
portano frutto, l’uomo, poi, per il quale le piante esistono, una volta
sotterrato non risorgerà? Al confronto delle fatiche quale è più grande,
plasmare una statua che da principio non c’era, o rifare di nuovo con la
stessa forma una che si era rotta? Dio che ci fece dal nulla, non potrà di
nuovo far risorgere quelli che c’erano e sono morti?
Ma tu
non credi a quanto è scritto sulla resurrezione perché sei greco. Contempla
dalla natura questo e rifletti sulle cose che sino ad oggi si vedono. Si semina
il frumento, se piace, o qualsivoglia genere di semi. Appena cade, come se
morisse, va in putrefazione ed è inutile al nutrimento. Ma quello putrefatto
risorge verdeggiante e caduto piccolo risorge bellissimo. Il frumento è fatto
per noi. Per il nostro uso il frumento e i semi sono fatti, non per se stessi.
Quelle cose che per noi sono state create, morte rivivono, e noi, motivo per i
quali esse vivono, morti non risorgeremo?
7. È tempo d’inverno come vedi. Gli alberi sono
come morti. Dove sono ora le foglie del fico? Dove i grappoli della vite?
Nell’inverno questi sono morti e nella primavera verdeggianti e quando viene
il tempo, allora, come dalla morte, rinasce la forza della vita. Dio guardando
la tua infedeltà in queste cose fenomeniche opera ogni anno la resurrezione
perché, vedendo ciò nelle cose inanimate, lo ritieni anche sulle animate. Le
mosche e le api spesso annegate nell’acqua dopo un po’ risorgono, e il
genere delle lamprede d’inverno rimane immobile e d’estate poi risorge. A te
che pensi cose umili e vili ti vengono dati simili esempi. Ora chi concede ad
esseri irragionevoli e deprecabili di vivere oltre la natura, egli stesso a noi,
per i quali fece quelle cose, non la concederà?
8. Ma I greci cercano una evidente resurrezione dei
morti e dicono che anche se queste cose risorgono, non del tutto sono andate in
putredine. Essi cercano di vedere apertamente l’animale putrefatto che
risorge. Dio conosceva tale incredulità degli uomini e per questo creò
l’uccello chiamato fenice. Esso, come scrive Clemente e i più narrano, è
unigenito e venendo dalla terra d’Egitto a intervalli di cinquecento anni
dimostra la risurrezione. <Lo dimostra> non nei luoghi deserti, ma perché
sia conosciuto il mistero che avviene, in una città illustre in modo che
l’incredibile sia toccato con mano.
Costruitosi
un nido di mirra, di incenso e di altri aromi in un ciclo completo di anni,
entratovi, agli occhi di tutti muore e imputridisce. Poi, dalla putrefazione
della carne morta, nasce un verme e questo crescendo prende la forma di un
uccello. Credi alla cosa. Come del genere delle api, così vedi formarsi dai
vermi e dalle liquidissime uova penne di uccelli, ossi e nervi che spuntano. Poi
la suddetta fenice, mettendo le penne e divenuta perfetta quale era la prima
fenice, vola nell’aria, come anche quella che era morta, mostrando agli uomini
apertamente la resurrezione dei morti.
Meraviglioso
uccello è la fenice, ma uccello irragionevole che mai canta a Dio. Vola
nell’aria, ma non sa che sia l’unigenito figlio di Dio. A questo animale
irrazionale che non conosce il suo creatore è data la resurrezione dai morti. A
noi, poi, che glorifichiamo Dio e osserviamo i suoi precetti non è data la
resurrezione?
Ma poiché è lontano e raro l’esempio della
fenice, e <molti> non lo credono ancora, prendi una dimostrazione di
quelle cose che ogni giorno accadono. Cento o duecento anni prima, tutti quelli
che parliamo e ascoltiamo dove eravamo? Ignoriamo forse il principio della
costituzione dei nostri corpi? Non sai che siamo nati da elementi deboli,
informi e uniformi? L’uomo è formato da questo elemento uniforme e debole; e
ciò che è debole divenuto carne si muta nella robustezza dei tendini e nello
splendore degli occhi, nell’olfatto del naso, nell’udito degli orecchi,
nella lingua che parla, nel cuore che palpita, nell’operosità delle mani,
nella velocità dei piedi e in tutte le membra. E ciò che è debole diviene un
fabbricatore di navi, costruttore di case, architetto e operaio di arte,
soldato, principe, legislatore e re. Dio che, pertanto, ci fece da vili elementi
non può farci risorgere quando siamo morti? Chi ha dato corpo a una cosa
vilissima non può far di nuovo risorgere un corpo che è morto? Chi ha creato
ciò che non c’era, non potrà far risorgere ciò che esisteva ma è morto?
10.
Eccoti una dimostrazione evidente della resurrezione dei morti nel cielo e tra
gli astri attestata ogni mese. Infatti il corpo della luna completamente
esaurito, in modo che nulla si vede più, di nuovo aumenta e si stabilisce in ciò
che era prima. Per una dimostrazione perfetta della cosa, la luna, dopo una
serie di anni sparita, si cambia manifestamente in sangue e di nuovo prende il
corpo splendente. Dio ha preparato ciò perché tu, uomo, che sei formato dal
sangue credessi alla resurrezione dei morti e ciò che vedi nella luna lo
credessi anche per te. Con i greci usa queste argomentazioni. Con quelli che non
recepiscono le Scritture combatti con armi non scritturistiche, ma prese solo
dalle dimostrazioni raziocinanti. Da loro non è recepito né chi è Mosè, ne
chi Isaia, né il Vangelo, né Paolo.
11.
Passa ora ai samaritani che accettano solo la Legge e non ammettono i profeti.
Ad essi è inefficace come sembra la presente lettura di Ezechiele. Non
accettano, come dicevo, i profeti. Come persuaderemo i samaritani? Veniamo ora
agli scritti della Legge. Dio dice a Mosè: «Io sono il Dio di Abramo, di
Isacco e di Giacobbe» che ci sono e sussistono. Se Abramo, Isacco e Giacobbe
fossero morti, egli sarebbe Dio di quelli che non esistono. Quando mai un re ha
detto di essere il re dei soldati che non ha? Quando mai uno ha mostrato la
ricchezza che non possiede? Bisogna che Abramo, Isacco e Giacobbe esistano perché
Dio sia Dio di quelli che esistono. Non disse ero di quelli, ma sono. Si tratta
del giudizio. Abramo dice al Signore: «Chi giudica tutta la terra non praticherà
il giudizio?».
12. I
samaritani insensati contestano e dicono: ammesso che le anime di Abramo, di
Isacco e di Giacobbe rimangono, i loro corpi, però, non possono risorgere. Se
fu possibile che la verga di Mosè, il giusto, divenisse drago, non è possibile
che i corpi dei giusti vivano e risorgano? Ciò che è avvenuto contro natura,
non può ricostituirsi secondo natura? Anche la verga di Aronne recisa e morta
germogliò senza umore di acqua. Pur trovandosi al coperto, tuttavia, germogliò
come nei campi. Era in luoghi aridi e in una notte diede i frutti delle piante
da tempo irrigate. Se la verga di Aronne risuscitò dai morti, non può
risuscitare Aronne? Dio che per conservargli il sommo sacerdozio compì il
miracolo nel legno, non può dare la resurrezione ad Aronne? Una donna contro
natura diventò sale. Se la carne si muta in sale, la carne non si può
ricostituire in carne? La moglie di Lot divenne una statua di sale e non può
risorgere la moglie di Abramo? Da quale potenza fu cambiata la mano di Mosè che
in un’ora divenne come neve e poi ritornò come prima? Certamente per comando
divino. Allora il comando divino era efficace, ora non più?
13. O
samaritani, i più stolti di tutti, sin da principio come fu fatto l’uomo?
Andate al primo libro della Scrittura che anche voi accettate: «E Dio formò
l’uomo dalla polvere di terra». La polvere fu mutata in carne, e la carne non
si può ricostituire di nuovo in carne? Bisogna chiedervi come furono fatti i
cieli, la terra e il mare? Come il sole, la luna e gli astri? Come dalle acque
gli uccelli e i pesci? Come dalla terra tutti gli animali? Tante miriadi di
creature passarono dal non essere all’essere e noi uomini che abbiamo
l’immagine di Lui non risorgeremo? Veramente la cosa è piena di incredulità
e grande è la condanna contro gli increduli. Abramo chiama il Signore giudice
di tutta la terra e quelli che imparano la Legge sono increduli. È scritto che
l’uomo viene dalla terra ma quelli che leggono non credono.
14.
Questo per gli infedeli, ma per noi che crediamo vale ciò che risulta dai
profeti. Alcuni che ricorrono ai profeti non credono alle Scritture e ci
adducono:
Non si alzeranno gli empi nel giudizio;
Se l’uomo scende nell’Ade non ne sale più;
Non ti loderanno i morti, o Signore;
Essi fanno
cattivo uso di quello che è scritto bene.
Ma conviene andare incontro anche ad essi come è
permesso.
Se si
dice che gli empi non risorgono nel giudizio significa questo: che risorgeranno
non nel giudizio, ma nella condanna. Dio non ha bisogno di molta indagine; nel
momento in cui gli empi risorgono li seguirà la condanna. Se si dice che i morti non loderanno te, o Signore, significa che solo
in questa vita c’è spazio per la penitenza e il perdono. Quelli che lo
utilizzano ti loderanno. Dopo il decesso non è lecito a quelli che muoiono nei
peccati, come beneficati, lodare, bensì rimpiangere. La lode è di coloro che
sono grati, il pianto è dei fustigati. Allora i giusti loderanno e quelli che
sono morti nei peccati non hanno più tempo utile per il pentimento.
15. Per
quanto concerne: «se l'uomo scende nell'Ade non ne sale più» vedi il seguito.
È scritto infatti: «non ne sale più né ritorna alla propria casa». Tutto il
mondo passerà ed ogni casa sarà distrutta. Come potrà tornare alla sua casa
se ci sarà poi un'altra terra nuova? Bisognava che avessero ascoltato Giobbe
che dice: «Per l'albero c'è la speranza. Se fu tagliato, di nuovo germoglierà
e il suo virgulto non cessa. Se la radice invecchia nel terreno e il tronco
perisce al suolo, germoglierà dall'umore dell'acqua e farà la chioma come una
pianta giovane. L'uomo che muore scompare? Il mortale deceduto non c'è più?».
Per infondere pudore e rossore (così è da leggere interrogativamente non c'è
più) dice che il legno muore e risorge. Ma l'uomo per il quale gli alberi
furono fatti, non risorgerà?
Perché
tu non creda che io forzi il testo leggi il seguito. Dopo aver detto,
interrogando: «L'uomo deceduto non c'è più?», aggiunge «se, infatti, l'uomo
muore, vivrà». E subito dice: «Aspetterò sino a quando di nuovo io divenga».
E altrove ancora: «Egli resusciterà sulla terra la mia pelle che sopporta
queste cose».
Il
profeta Isaia dice: «I morti risorgeranno e risusciteranno quelli che sono
nelle tombe». Apertamente il profeta Ezechiele che ci sta vicino, dice: «Io
aprirò i vostri sepolcri e vi porterò via da essi». E Daniele dice: «Molti
di quelli che dormono sotto la polvere della terra risorgeranno, alcuni per la
vita eterna, altri per l'obbrobrio eterno».
16.
Molti passi scritturistici testimoniano la resurrezione dei morti. Molte altre
proposizioni abbiamo al riguardo. Ricordiamola solo di passaggio, e tralasciamo
la resurrezione di Lazzaro al quarto giorno; tralasciamo per brevità di tempo
il figlio della vedova, che risorse. E solo per ricordo si presenti la figlia
del capo della sinagoga. Si dica anche che le pietre si spaccarono e molte salme
di santi risuscitarono dalle tombe aperte. In primo luogo si ricordi che Cristo
risuscitò dai morti.
Ho
tralasciato Elia e il figlio della vedova da lui resuscitato, ed Eliseo
che due volte risuscitò durante la vita e dopo essere morto. Da vivo operò
la resurrezione con un suo soffio. E
perché non solo siano onorate le anime dei giusti, ma si creda che nei corpi
dei giusti c'è una forza, un morto gettato nella tomba di Eliseo, appena ebbe a
toccare il corpo del profeta, riprese la vita. Il corpo morto del profeta
compì un'opera dell'anima. Egli giacendo morto diede la vita ad un morto, e
diede la vita rimanendo ugualmente tra i morti. Perché? Se fosse risorto Eliseo
la cosa si sarebbe ascritta alla sola sua anima. Per
dimostrare che anche se l'anima non è presente, c'è una forza nel corpo dei
santi, per l'anima giusta che tanti anni abitò in lui ed era al suo servizio.
Non siamo increduli da sciocchi come se la cosa non fosse avvenuta. I sudari
e i grembiuli che sono esteriori, accostati ai corpi dei malati, facevano
sorgere le forze ai deboli. A più forte ragione il corpo del profeta poté
risuscitare un morto.
17.
Molte cose sono da dire su questo se vogliamo esporre uno ad uno tutti fatti
meravigliosi accaduti. Per la precedente stanchezza, il digiuno di venerdì e la
veglia, le cose saranno dette di corsa. Con lo spargere poche parole ricevete
come buona terra il seme facendolo fruttificare in abbondanza. È da ricordare
che anche gli apostoli risuscitarono i morti. Pietro risuscitò Tabita a Ioppe e
Paolo Eutico nella Troade, così tutti gli altri apostoli, per quanto non siano
stati scritti i miracoli operati da ciascuno. Ricordate tutte le cose dette
nella prima lettera ai Corinzi che Paolo scrisse contro quelli che dicevano: «In
che modo i morti risorgono? In quale corpo vengono?». Inoltre: «Se i morti non
risorgono neanche Cristo è risorto» e chiamò stolti quelli che non credono.
Ivi è esposta tutta la dottrina della resurrezione dei morti. Inoltre, anche
nella lettera ai Tessalonicesi scrisse: «Non vogliamo, fratelli, che ignoriate
quanto concerne quelli che sono morti perché non abbiate ad affliggervi come
gli altri che non hanno speranza» e tutte le cose che seguono, specialmente: «e
prima risorgeranno i morti in Cristo».
18.
Ricordate soprattutto questo che dice Paolo quasi mostrandolo col dito: «Bisogna
che questo corpo corruttibile si rivesta d'incorruttibilità: e che questo corpo
mortale si rivesta d'immortalità». Questo corpo risorgerà, non rimanendo
debole quale è, ma esso stesso risorgerà. Si trasformerà rivestendosi della
incorruttibilità, come il ferro accostato al fuoco diventa fuoco, o meglio come
sa il Signore che lo risuscita.
Questo
corpo risorgerà. Non rimarrà tale, ma eterno. Non avrà bisogno di cibi per
vivere, né di scale per la salita. Diviene spirituale, qualche cosa di mirabile
e non siamo capaci di dire quale. Allora i giusti, dice, splenderanno come il
sole, la luna e quasi splendore del firmamento. Dio prevedendo la infedeltà
degli uomini concesse a piccolissimi vermi d’estate di emettere raggi luminosi
dal corpo, perché da ciò che si vede si crede a quello che si aspetta. Chi
dona una parte può anche dare tutto. Chi ha fatto risplendere di luce il verme
molto più farà risplendere l'uomo giusto.
19.
Dunque risorgeremo tutti avendo corpi eterni ma non simili. Ma se uno è giusto
riceve un corpo celeste perché possa degnamente muoversi tra gli angeli. Se
qualcuno è peccatore riceve un corpo eterno capace di sopportare la pena dei
peccati, perché bruciando nel fuoco eterno non si consuma mai. E giustamente
Dio si comporta in questo modo con l'una e l'altra categoria. Nulla da noi viene
fatto senza il corpo. Bestemmiamo con la bocca e preghiamo con la bocca.
Fornichiamo con il corpo, col corpo siamo puri. Rubiamo con la mano, diamo
l'elemosina con la mano ed altre cose simili. Poiché ad ogni cosa serve il
corpo, anche nel futuro esso partecipa di quello che ha fatto.
20.
Risparmiamo, dunque, il corpo e non abusiamone come di cose altrui. Non diciamo
come gli eretici che la veste del corpo è estranea, ma rispettiamola come
propria. Dovremo rendere conto al Signore di tutte le cose fatte mediante il
corpo. Non dire nessuno mi vede, non credere che non vi sia testimone per le
cose fatte. Spesso non è presente l'uomo, ma il Creatore è un testimone leale,
rimane fedele nel cielo e osserva quanto avviene. Le macchie del peccato
rimangono nel corpo. Come per una piaga estesa nel corpo, anche se c'è stata
una cura, rimane la cicatrice, così anche il peccato ferisce l'anima e il
corpo, e i segni delle cicatrici rimangono in tutti. Si cancellano solo in
quelli che ricevono il lavacro. Dio sana le antiche ferite dell'anima e del
corpo mediante in battesimo. Contro le future premuniamoci noi stessi, tutti in
comune, per custodire pura la veste del corpo e non perdere la realtà, la
salvezza celeste, per una vile fornicazione o lascivia o qualche altro peccato,
ma per ereditare il regno eterno di Dio, di cui con la sua grazia renda degni
tutti voi.
21. Ciò
sia detto a dimostrazione della resurrezione dei morti. La professione di fede
da noi ripetuta per voi, con ogni diligenza, con le stesse parole sia da voi
pronunziata e si fissi nella vostra memoria.
22. La fede professata è contenuta nel seguito: «E
in un solo battesimo di penitenza per la remissione dei peccati e nella santa
Chiesa cattolica, e nella resurrezione della carne e nella vita eterna». Sul
battesimo e sulla penitenza si è parlato nelle catechesi precedenti. Le cose
dette sulla resurrezione dei morti sono state dette per spiegare: «e nella
resurrezione della carne». Le cose che rimangono sono dette per: «nell'unica
santa Chiesa cattolica». Di questa si potrebbe dire molto, ma lo diremo in
breve.
Si chiama cattolica perché si diffonde per tutto il
mondo da un confine all’altro della terra; perché insegna universalmente e
con esattezza tutti i principi che giovano alla conoscenza degli uomini nelle
cose visibili ed invisibili, celesti e terrestri; perché è subordinato al suo
culto tutto il genere umano, capi e sudditi, dotti e indotti; perché sana e
cura da per tutto ogni specie di peccati dell’anima e del corpo che si
commettono. Essa ha in sé ogni conclamata virtù nelle opere, nelle parole e in
ogni carisma spirituale.
È chiamata appropriatamente Chiesa perché convoca e
raccoglie insieme tutti, come nel Levitico dice il Signore: «Riunisci tutta la
comunità alla porta del tabernacolo del convegno». Degno di nota che il
termine ecclesiason (cioè convoca)
per la prima volta si legge qui nelle Scritture, quando il Signore costituì
Aronne al sommo sacerdozio. Nel Deuteronomio Dio dice a Mosè: «Convocami il
popolo ed ascolti le mie parole perché impari a temermi». Di nuovo ricorda il
nome di Chiesa quando parla delle tavole. In queste erano scritte tutte le
parole che il Signore disse per voi sul monte, in mezzo al fuoco, nel giorno
della riunione. Quasi dicesse più apertamente: «Nel giorno in cui chiamati dal
Signore vi riuniste». Il salmista canta: «Ti confesserò, Signore, nella
grande chiesa, tra gran popolo ti loderò».
25.
Prima il salmista aveva cantato: «Nella adunanza benedite Dio il Signore, dalle
sorgenti di Israele». Per le insidie
tese contro il Salvatore i giudei sono stati allontanati dalla grazia. Il
Salvatore costruì per i gentili una seconda santa Chiesa di cristiani, sulla
quale disse a Pietro: «E su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte
dell’inferno non prevarranno contro di essa». Di entrambe chiaramente
profetando parlò David. Della prima chiesa che fu abbandonata: «Odio il
convegno dei malvagi». Della seconda che fu edificata dice nello stesso salmo:
«Signore, ho amato il decoro della tua casa». Subito di seguito: «Nelle
adunanze ti loderò, Signore». Ripudiata quella che era in Giudea, per tutto il
mondo le Chiese di Cristo si estesero, delle quali si dice nei salmi: «Cantate
al Signore un canto nuovo, la sua lode nella Chiesa dei santi». Il profeta dice
ai giudei cose consentanee: «Non mi compiaccio di voi, dice il Signore
onnipotente». Subito continua:«Perché dal sorgere del sole sino al tramonto
il mio nome è glorificato tra le genti». Di questa santa Chiesa cattolica
scrive Paolo a Timoteo: «Perché tu sappia in che modo devi comportarti nella
casa di Dio, che è la Chiesa di Dio vivo, colonna e fondamento della verità».
26. Il
nome di chiesa si addice a cose diverse, come della moltitudine nel teatro degli
efesini è scritto: «Dopo aver detto ciò sciolse l’adunanza». Giustamente
qualcuno potrebbe chiamare, e con fondamento, chiesa dei malvagi le adunanze
degli eretici. Mi riferisco ai marcioniti, manichei ed altri. Perciò ti è data
saldamente la fede «nell’una santa Chiesa cattolica» perché, fuggendo le
riunioni degli abominevoli, tu aderisca in tutto alla santa Chiesa cattolica,
nella quale sei rinato.
Se poi
passi per le città non chiedere semplicemente dov’è il «curiacon» (casa del Signore). Anche le eresie degli empi
pretendono di chiamare «curiaca» le
loro spelonche. Né dove si trova la chiesa, ma dove è la Chiesa cattolica.
Questo è proprio il nome di quella santa e madre di noi tutti. Essa è la sposa
di nostro Signore Gesù Cristo, unigenito figlio di Dio. È scritto infatti: «Come
Cristo amò la Chiesa e si è sacrificato per essa» e il resto che segue. Essa
è figura ed imitazione di quella in alto, Gerusalemme, che è libera e madre di
tutti noi. Prima era sterile ed ora è di molta prole.
27. Fu
ripudiata la prima, nella seconda Chiesa cattolica, come dice Paolo: «Dio al
primo posto stabilì gli apostoli, al secondo i profeti, al terzo i dottori, poi
le potenza, poi i carismi delle guarigioni, le assistenze, i governi, i generi
delle lingue» ed ogni specie di virtù. Mi riferisco alla saggezza e
all’intelletto, alla temperanza e alla giustizia, all’elemosina e alla
misericordia, e alla pazienza invitta nelle persecuzioni. Questa Chiesa, con le
armi della giustizia nella destra e nella sinistra, con la gloria e
l’ignominia, per prima nelle persecuzioni e nelle tribolazioni ha cinto i
santi martiri di corone intrecciate dei vari fiori della pazienza. Ora in tempo
di pace per grazia di Dio riceve il dovuto onore dai re, dalle autorità e da
uomini di ogni ceto e nazione. I re delle nazioni che abitano le singole regioni
hanno i limiti del loro dominio. La sola vera santa Chiesa cattolica ha, per
tutto il mondo, un potere infinito. Dio pose - come è scritto - la pace come
confine ad essa. Se sulla Chiesa volessi parlare di ogni cosa mi occorrerebbero
molte ore per il discorso.
28. Se
siamo istruiti e ci comportiamo bene in questa Chiesa cattolica, avremo il Regno
dei Cieli ed erediteremo la vita eterna, per la quale tutto sopportiamo per
riceverla come guadagno dal Signore. Non è un obiettivo di piccole cose, ma
l’impegno per la vita eterna. Perciò nella professione di fede impariamo che
dopo le parole «e nelle resurrezione della carne», cioè dei morti, di cui
abbiamo parlato, «crediamo nelle vita eterna» per la quale noi cristiani
lottiamo.
29.
Realmente e veramente il Padre è la vita che per mezzo del Figlio fa scaturire
nello Spirito Santo doni celesti per tutti. Per la sua misericordia verso noi
uomini sono stati promessi infallibilmente quelli della vita eterna. È da
credere che questo è possibile. Bisogna credere non per la nostra debolezza ma
guardando la sua potenza: «Tutto è possibile a Dio». Che ciò sia possibile e
che aspettiamo la vita eterna lo dice Daniele: «Coloro che avranno indotto
molti alla giustizia risplenderanno come stelle per sempre», ecc. Dice Paolo:
«Così saremo sempre col Signore». Essere sempre col Signore significa vita
eterna. Chiaramente il Salvatore dice nel Vangelo: «Quelli andranno al
supplizio eterno, i giusti, invece, alla vita eterna».
30.
Molte sono le prove della vita eterna. Noi desideriamo acquistare questa vita
eterna e le Sacre Scritture ci mostrano i modi dell’acquisto. Per la lunghezza
del discorso addurremo poche testimonianze, lasciando le altre alla ricerca dei
volenterosi. Ora <la si acquista> mediante la fede. È scritto, infatti:
«Chi crede nel figlio ha la vita eterna», ecc. Di nuovo egli stesso dice: «In
verità, in verità, vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a chi mi ha
mandato ha la vita eterna», ecc. Ora mediante la predicazione del Vangelo. Dice
infatti: «Chi miete riceve la mercede e porta il frutto per la vita eterna».
Ora per il martirio e la confessione di Cristo. Dice infatti: «Chi odia la sua
anima in questo mondo la custodirà per la vita eterna». E ancora con
l’anteporre Cristo alle ricchezze e alla parentela: «e chiunque ha lasciato
fratelli e sorelle, ecc. erediterà la vita eterna». Ora per l’osservanza dei
precetti: «Non fornicare, non uccidere» e il resto che segue, come Gesù
rispose a chi gli si era avvicinato chiedendogli: «Maestro buono che debbo fare
per avere la vita eterna?». Ora recedendo dalla cattive azioni e servendo Dio.
Dice infatti Paolo: «Liberáti dal peccato e divenuti servi di Dio avete il
vostro frutto nella santificazione, e per fine la vita eterna».
31.
Molti sono i modi, e li ho tralasciati per l’abbondanza della materia, nella
ricerca della vita eterna. Il Signore è molto misericordioso. Non una, non due,
ma molte vie d’entrata aprì alla vita eterna perché tutti ne fruissero
liberamente per quanto era in lui. Le cose che ci sono state dette in modo
conveniente sulla vita eterna riguardano l’ultimo precetto, la fine di quelli
che professiamo nel credo. Potessimo noi tutti, quelli che insegnano e quelli
che ascoltano, per grazia di Dio conseguirla.
32. Del
resto, fratelli carissimi, la parola di insegnamento vi esorta a preparare
l’anima a ricevere i carismi celesti. Sulla santa ed apostolica fede a voi
tramandata per la diffusione, abbiamo tenuto nei passati giorni della quaresima
quante istruzioni per grazia di Dio ci erano lecite. Non che solo questo avremmo
dovuto dire; molto è stato omesso e forse meglio da maestri più validi si
sarebbe proposto alla riflessione. Il giorno della santa Pasqua si avvicina e la
nostra carità in Cristo sarà illuminata dal lavacro della rigenerazione. Di
nuovo sarete istruiti, Dio volendo, su cose appropriate: con quale pietà e
ordine è necessario che i chiamati entrino; per quale motivo si compie ciascuno
dei sacri misteri del battesimo; con quale devozione e ordine dopo il battesimo
si deve andare al santo altare di Dio e lì gustare i misteri spirituali e
celesti, perché la vostra anima, prima illuminata dalla parola
d’insegnamento, conosca la grandezza di ogni carisma elargito da Dio.
33. Dopo
il santo e salutare giorno di Pasqua, subito dal secondo giorno dopo il sabato,
nei singoli giorni seguenti della settimana, dopo la sinassi, entrando nel luogo
santo della resurrezione, ascolterete, Dio volendo, altre catechesi. In esse di
nuovo sarete istruiti sui motivi di ciascuna delle cose avvenute ricevendo le
prove del Vecchio e del Nuovo Testamento. Prima su ciò che è stato fatto
antecedentemente al battesimo; poi in che modo siete stati purificati dai
peccati, per mezzo del Signore, con il lavacro d’acqua nella parola; poi come
siete divenuti sacerdotalmente partecipi del nome di Cristo, come vi è stato
dato il sigillo della comunione dello Spirito Santo; dei misteri sull’altare
del Nuovo Testamento, che qui hanno avuto inizio; che cosa di essi hanno
tramandato le Sacre Scritture, e quale sia la loro efficacia e come avvicinarsi
ad essi, il modo e quando è necessario riceverli. Alla fine di tutto vi dirò
come nell’avvenire bisogna comportarsi con le opere e le parole nella dignità
di grazia perché tutti voi possiate conseguire la vita eterna. E ciò, se Dio
vuole, vi sarà spiegato.
34. Per
il resto fratelli, rallegratevi sempre nel Signore, lo ripeto, rallegratevi. La
vostra redenzione è vicina e il celeste esercito degli angeli attende la vostra
salvezza. Già si sente la voce di chi grida nel deserto: «Preparate la via del
Signore». Grida il profeta: «Voi che avete sete venite all’acqua». E subito
il seguito: «Ascoltatemi e mangiate ciò che è buono e la vostra anima godrà
nei beni». E non molto dopo ascolterete la bella lettura che dice: «Sii
raggiante, nuova Gerusalemme, poiché arriva la tua luce». Di questa
Gerusalemme il profeta disse: «Dopo sarai chiamata città della giustizia; Sion
città fedele» per la Legge che venne da Sion e la parola del Signore che venne
da Gerusalemme. Di qui si sparse come la pioggia su tutta la terra.
Il
profeta per voi ad essa dice: «Gira intorno i tuoi occhi e vedi riuniti i tuoi
figli». Essa risponde: «Chi sono questi che come nubi e come colombe con i
colombini volano su di me?». Le nuvole per la parte spirituale, le colombe per
la semplicità E di nuovo: «Chi udì tali cose? O chi vide così? La terra ha
partorito in un sol giorno ed è nato il popolo d’un tratto? Sion partorì e
diede alla luce i suoi figli». Tutto sarà pieno di gioia ineffabile per il
Signore che dice: «Ecco faccio Gerusalemme ad esaltazione e il popolo a mio
gaudio».
35. Sia
lecito dire a voi anche questo: «Rallegratevi cieli ed esulti la terra» ecc.
Perché «Dio ha avuto misericordia della sua gente ed ha consolato i poveri del
suo popolo». Questo avverrà per la misericordia di Dio che vi dice: «Io farò
sparire le tue iniquità come nuvola e come nebbia i tuoi peccati». Voi che
siete degni del nome di fedeli (e per voi è scritto: «Ai miei servi si impone
un nome nuovo, che sarà benedetto sulla terra») direte con gioia: «Benedetto
Dio e Padre del Signore Gesù Cristo che ha benedetto noi con ogni benedizione
spirituale tra i celesti in Cristo, nel quale abbiamo la redenzione del suo
sangue, il perdono dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia che
sovrabbondò in noi» ecc. E di nuovo: «Dio che è ricco di misericordia, per
la sua grande carità con la quale ci amò pur essendo noi morti per le cadute,
ci ravvivò in Cristo». Così ancora lodate il Signore, l’autore dei beni,
dicendo: «Quando apparve la benignità e la misericordia del salvatore nostro
Dio, non per le opere di giustizia che noi facemmo, ma per la sua misericordia
ci salvò, mediante il lavacro della rigenerazione e del rinnovamento dello
Spirito Santo che diffuse abbondantemente su di noi per mezzo di Gesù Cristo
nostro Signore, perché giustificati dalla sua grazia divenissimo eredi nella
speranza della via eterna». Lo stesso Dio e padre del nostro Signore Gesù
Cristo, il padre della gloria vi dia lo spirito della sapienza e della
rivelazione nella sua conoscenza. Vi custodisca con gli occhi della mente
illuminati per tutto il tempo nelle opere, nelle parole e nei buoni pensieri. A
lui gloria, onore e potenza per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo con lo
Spirito Santo ora e sempre e per tutti i secoli infiniti.