Cosa c'è dietro il mondo del petrolio?Chi sono i paesi protagonisti e quale è la posta in gioco?
Tratto dal sito "
GRANDI NOTIZIE.IT " (consigliatissimo per approfondire l'argomento)



Fonti energetiche e operazioni militari
La corsa all'oro nero
Le valenze geopolitiche e gli aspetti scientifici del petrolio

Petrolio e geopolitica

Un film già visto?
Quando nel 1991 gli Usa intervennero contro Saddam Hussein era chiaro a tutti che in gioco c'erano i pozzi petroliferi del Kuwait e quelli dell'Arabia Saudita. Dopo l'11 settembre si torna a parlare del petrolio come fattore determinante delle azioni di Osama Bin Laden da una parte e dei governi occidentali dall'altra. Proviamo a vedere perché.

Osama e il petrolio
Non dimentichiamolo: lo sceicco del terrore è nato e cresciuto in Arabia Saudita, primo produttore di petrolio al mondo. Ed è un suo obiettivo dichiarato prendere il controllo del governo di Riyad. Osama sostiene di combattere in nome di Allah, ma una sua affermazione del 23 agosto 1996 non lascia dubbi sulle sue reali intenzioni: "I musulmani dovrebbero evitare le guerre interne per evitare la distruzione del petrolio. Ci affidiamo ai fratelli affinché escludano dalla battaglia la ricchezza del Paese islamico che dovrà sorgere".

L'Afghanistan e il petrolio
L'Afghanistan non ha giacimenti petroliferi. Ma è il Paese chiave della lotta in corso da anni per il controllo delle risorse energetiche dell'Area del Caspio. La terra dei Talebani è perciò un corridoio preziosissimo. Forse non è un caso che in questa momento si stia combattendo sul suo territorio una guerra "strana". in cui quasi tutti i Paesi occidentali si sono lanciati all'indomani degli attentati di New York e Washington.

Il tesoro del Caspio
Nel sottosuolo di Uzbekistan, Turkmenistan, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan c'è il 30 per cento del fabbisogno mondiale di petrolio e gas. Per le compagnie petrolifere è al momento la più grande frontiera esplorativa dopo il Mare del Nord. Un tesoro immenso con un solo difetto: la distanza dai mercati. Secondo gli esperti, l'impatto del petrolio del Caspio sul mercato internazionale si farà sentire tra circa cinque anni. Chi controllerà l'estrazione e il trasporto degli idrocarburi dell'Asia post sovietica, disporrà di un potere enorme.

Una partita apertissima
Sono tre i Paesi che si contendono il tesoro del Caspio: Usa, Russia e Iran. Mosca vorrebbe che il petrolio del Caspio passasse attraverso gli oleodotti che dalla Russia arrivano fino al Mar Nero. Teheran si offre come terra di passaggio di nuovi oleodotti. Gli Usa vogliono costruire una nuova pipeline per "bypassare" l'Iran, suo nemico storico. Fino tre mesi fa gli Usa giocavano questa partita a distanza. Adesso, non dimentichiamolo, hanno proprie truppe in Uzbekistan e Tagikistan. Oltre che in Afghanistan.

I Talebani e il petrolio
La storia dei seguaci del Mullah Mohammad Omar è strettamente legata alle "vicende petrolifere" della regione. Nei primissimi anni Novanta la compagnia petrolifera americana Unocal progetta un oleodotto e un gasdotto per trasportare il petrolio e il metano delle Repubbliche ex sovietiche del Caspio in Pakistan e da qui verso l'Estremo Oriente (Giappone, soprattutto), considerato il mercato del futuro. Il progetto prevede la partecipazione della compagnia saudita Delta. Ma l'Afghanistan è in piena guerra civile. Gli uomini di Gulbuddin Hekmatyar combattono senza sosta contro quelli di Rabbani e Massud. La Cia e l'Isi (i servizi segreti pakistani) puntano nel 1994 sui Talebani. E' un gruppo appena sorto e quindi (si pensa) più facilmente controllabile. Grazie ai soldi di Cia e Isi gli "studenti del corano" comprano tutte le altre fazioni e in due anni entrano a Kabul.

Talebani in Usa
I dirigenti Talebani dopo la presa del potere vengono accolti con favore negli Usa e loro rappresentanti volano in Texas dove incontrano i dirigenti dell’Unocal che fanno loro un’offerta precisa riguardo all’oleodotto: una fetta dei profitti pari al 15%. Però a Kabul dovrebbe essere formato un governo di coalizione che assicuri una pace duratura e accontenti l'opinione pubblica internazionale. A reggere le fila dei contatti è Laila Helms, nipote dell’ex direttore della Cia ed ex ambasciatore Usa in Iran Richard Helms. Nel marzo 2001 arriva negli Usa Sayed Rahmatullah Hascimi, consigliere personale del Mullah Omar.

Ultimo incontro a Islamabad
L’ultimo incontro tra emissari Usa e Talebani avviene il 2 agosto 2001, 39 giorni prima degli attentati di New York e Washington. Cristina Rocca, direttrice degli affari asiatici del Dipartimento di Stato vede a Islamabad l’ambasciatore Talebano in Pakistan. Kabul respinge definitivamente la proposta americana. Il resto è storia recente...

Le altre partite del petrolio
La Russia si oppone con fermezza all'autonomia della Cecenia anche perché la regione è fondamentale per il passaggio degli oleodotti del Caspio. Impossibile scavalcare il Caucaso, perché la Turchia (alleato di ferro degli Usa) ha già detto no al passaggio di nuove petroliere nel Mar Nero.

Iraq: che succede?
E' tra i principali produttori mondiali ed ha il costro di produzione più basso del mondo: due dollari a barile, contro i tre della Penisola arabica e i dieci del Mare del Nord. Grazie al programma Oil for food resiste all'embargo anit Saddam. La Russia è contro nuove sanzioni a Baghdad e le compagnie petrolifere russe aspettano fiduciose la fine delle sanzioni.

E l'Italia?
L'Italia ha stretto ottime relazioni economiche con Teheran. Eni, Tecnimont e Ansaldo sono impegnate direttamente in territorio iraniano. L'Iran mette la materia prima, le aziende italiane competenze e tecnologie. Tutto in barba all'embargo imposto dagli Usa. L'ultimo accordo dell'Eni risale al luglio 2001: 2300 miliardi per lo sfruttamento del giacimento di Darquain.

I grandi produttori di petrolio
L'Arabia Saudita produce da sola il 12,6 per cento del totale mondiale. Subito dopo ci sono Usa, Russia e Iran.

I grandi consumatori di petrolio
Usa al primo posto con oltre mille milioni di tonnellate l'anno. Subito dopo ci sono Giappone e Cina. L'Italia è al settimo posto.

Chi esporta petrolio
Tutti i Paesi della penisola arabica e del Medio Oriente, i Paesi dell'Asia centrale posto sovietica, Russia. Indonesia, Vietnam, i Paesi del Nord Africa (escluso il Marocco), Sudan, Angola, Nigeria, Repubblica del Congo, Gabon, Guinea Equatoriale, Camerun, Gran Bretagna, Norvegia, Canada, Messico, Venezuela, Colombia e Argentina.

Chi lo importa
Tutti gli altri, ad eccezione di Bolivia e Tunisia, unici due Paesi autosufficienti e non esportatori.

Gli Usa e il petrolio
Gli Usa producono ogni giorno otto milioni di barili di petrolio, ma ne consumano venti. Senza le forniture dall'estro gli Usa esaurirebbero i propri giacimenti in otto anni.

Una classe dirigente di petrolieri
Il presidente Usa George W. Bush è un petroliere. Il suo vice Dick Cheney è stato amministratore della Halliburton, società petrolifera. La consigliera per la sicurezza Condoleeza Rice è azionista della Chevron. Il ministro dell'Interno Gale Norton è stato avvocato della Delta Petroleum. il ministro del Commercio Donald Evans è stato amministratore di una società petrolifera.

Importanza del petrolio
La civiltà industriale dipende in larga misura dai derivati del petrolio. Solo negli anni Settanta (con la crisi derivante dai conflitti in Medio Oriente) la riduzione delle forniture petrolifere (e il conseguente rialzo dei prezzi) costringe i paesi industrializzati a cercare prodotti alternativi al petrolio, sia nel settore della produzione di energia, sia in quello industriale.

Il prezzo attuale del petrolio
Poco più di 10 dollari al barile. Nonostante la relativa abbondanza di petrolio, i governi di tutto il mondo cercano di reperire fonti alternative di energia anche per fronteggiare il problema dell'inquinamento atmosferico.

L'aspetto scientifico

Cos'è il petrolio
Si distinguono tre classi principali di petroli, a seconda del tipo di idrocarburo prevalente: i petroli a base paraffinica, costituiti prevalentemente da paraffine (idrocarburi a catena aperta saturi, detti anche alcani); quelli a base naftenica, costituiti prevalentemente da nafteni (idrocarburi a catena chiusa saturi, detti anche cicloalcani); e quelli a base mista, nei quali le percentuali dei due tipi precedenti di idrocarburi sono pressoché uguali. Molto più rari e pregiati sono i petroli della "quarta classe", detti a base aromatica perché costituiti prevalentemente da idrocarburi aromatici (formati da uno o più anelli benzenici, detti anche areni).

Come si forma il petrolio
Si forma sotto la superficie terrestre per decomposizione di organismi marini e di piante che crescono sui fondali oceanici. La formazione del petrolio è un fenomeno iniziato molti milioni di anni fa, quando esisteva un'abbondante fauna marina, e che continua ancora oggi. I sedimenti depositati sul fondo degli oceani, accrescendo il loro spessore e dunque il loro peso, sprofondano nel fondale marino; a mano a mano che altri sedimenti si accumulano, la pressione su quelli sottostanti aumenta considerevolmente e la temperatura si alza di diverse centinaia di gradi. Il fango e la sabbia si induriscono trasformandosi in argillite e arenaria, il carbonio precipita, le conchiglie si induriscono trasformandosi in calcare, mentre i resti degli organismi morti si trasformano in sostanze più semplici composte da carbonio e idrogeno, gli idrocarburi appunto, per dare origine al petrolio greggio e al gas naturale. Il petrolio ha densità minore dell'acqua salmastra che riempie gli interstizi dell'argillite, della sabbia e delle rocce di carbonati che costituiscono la crosta terrestre: tende dunque a risalire verso la superficie, passando dai microscopici pori dei più grossi sedimenti sovrastanti. E' così che sbocca spontaneamente dalla superficie terrestre.

La raffinazione
Una volta estratto, il petrolio viene trattato con sostanze chimiche e calore, per eliminare l'acqua e le particelle solide in esso contenute, e per separare il gas naturale residuo. Viene poi immagazzinato in serbatoi di smistamento, da dove viene trasportato alle raffinerie mediante tubazioni continue (oleodotti), o con navi opportunamente attrezzate (navi cisterna, o petroliere), o con speciali autoveicoli (autocisterne) e carri ferroviari (carri cisterna).

Prodotti ricavati
Questa la media dei ricavati dal petrolio: 50 per cento benzina, 7 per cento cherosene, 21 per cento gasolio e oli combustibili, poco meno del 10 per cento oli lubrificanti e circa il 12 per cento residui pesanti.

Previsioni
Lo sfruttamento di nuovi giacimenti e l'incremento della percentuale di petrolio estratto dalle riserve già note, che verrà reso possibile dal miglioramento delle tecnologie, fanno ritenere che il petrolio estratto sarà sufficiente a soddisfare i fabbisogni energetici dell'umanità fino ai primi decenni del XXI secolo. Gli esperti sono però scettici riguardo al fatto che l'entità dei nuovi giacimenti, o l'invenzione di tecnologie particolarmente innovative per il loro sfruttamento, possano consentire di superare di molto questa data.


La storia

I primi impieghi
I giacimenti superficiali sono ignorati dagli esseri umani per migliaia di anni. Nel Rinascimento si inizia a distillare il petrolio greggio dei giacimenti superficiali per ottenere lubrificanti e prodotti medicinali, ma il vero e proprio sfruttamento del petrolio ha inizio solo nel XIX secolo. La rivoluzione industriale stimola la ricerca di nuovi combustibili, in particolare di olii per lampade di buona qualità ed economici, che si rendevano necessari a causa delle crescenti richieste, da parte della popolazione, di fonti di illuminazione per lavorare e leggere anche dopo il tramonto.

Lampade a petrolio
Nel 1852 il fisico e geologo canadese Abraham Gessner brevetta un procedimento per ricavare dal petrolio greggio un combustibile per lampade di costo limitato, che venne chiamato petrolio illuminante, o cherosene. Tre anni dopo il chimico statunitense Benjamin Silliman pubblica uno studio in cui elencava la vasta gamma di prodotti utili che potevano essere ricavati dalla distillazione del petrolio.

Primi pozzi
I primi pozzi petroliferi veri e propri sono trivellati in Germania nel 1857. Fa storia la trivellazione di un pozzo nei pressi di Oil Creek, in Pennsylvania, a opera del colonnello Edwin L. Drake nel 1859. Il successo di Drake segnò l'inizio della moderna industria petrolifera. Con l'invenzione del motore a combustione interna e con il crescente fabbisogno energetico causato dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, l'industria petrolifera diventa essenziale per la società industriale.

Antonello Sacchetti






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