lunedì 03 gennaio 2011 13.48.56

 

 

 

L'intensa onda gelida di metà dicembre 2010

Prologo

A distanza di un anno esatto dall'irruzione fredda storica di dicembre 2009 che portò con sè valori eccezionalmente bassi in particolare nelle massime diurne e nevicate che interessarono a più riprese tutto il nord dell'Italia, una nuova ondata di gran freddo investe le medesime regioni con conseguenti fortissime gelate e nevicate un pò ovunque, sebbene non con gli stessi risultati dell'episodio di un anno prima. Se per alcune regioni infatti il gran freddo ha contribuito a portare con se nevicate di eccezionale portata, per la Lombardia in generale l'intero episodio gelido è stato tutto sommato sfruttato solamente in piccola parte sotto il profilo neve se consideriamo le potenzialità in gioco. La nevicata di venerdi 17 risulta, per alcune zone, il miglior episodio non solo di questa prima parte di inverno ma di tutto l'anno 2010 per rapporto qualità-quantità, in particolare per le pedemontane comasche, lecchesi e bergamasche, semi-risparmiate dal minimo eccessivamente basso in occasione dell'importante nevicata che ha colpito la bassa Lombardia e l'Emilia nel marzo corrente anno. Il seguito avrebbe potuto regalare alle medesime zone un nuovo abbondante episodio di neve se il successivo affondo perturbato avesse colpito con più decisione e se la colonna non fosse stata parzialmente intaccata da un richiamo umido inconcludente a cavallo tra l'episodio del giorno 17 e quello ben più produttivo del 21-23 dicembre.

Cenni sinottici

Dopo le nevicate dei giorni 5 e 6 dicembre ed il successivo tempo mite e piovoso che ci ha accompagnato fino all'Immacolata, la configurazione cambia volto a favore di una discesa fredda dai quadranti settentrionali. Dal 9 dicembre cominciano ad attivarsi venti di caduta sul versante sud-alpino, e quindi sulla Lombardia, per una massa di origine artica marittima con provenienza nord-atlantica

Sulla Lombardia soffiano venti di favonio per diversi giorni, inizialmente miti con temperature massime nell'ordine dei 12-13 gradi, poi via via sempre più freddi man mano che l'anticiclone in Atlantico si erige verso nord ruotando il suo asse verso nord-nordest, richiamando a questo punto una massa artica molto fredda dal nord della Russia che si continentalizza nel suo passaggio attraverso l'Europa

Il 14 dicembre si registrano già le prime ed intense gelate sulla Valpadana, con valori fino a -5/-6 gradi e con un drastico calo anche nei valori massimi diurni che passano dai 9-10 gradi del giorno prima fino ai 4-5 di martedi 14 dicembre. Anche la notte successiva si registrano importanti gelate su tutta la regione poi l'arrivo di densi corpi nuvolosi da est per una disposizione delle correnti dai quadranti orientali favorisce il ristagno di una gran quantità di freddo negli strati prossimi al suolo e di conseguenza un aumento termico diurno contenuto garantendo le prime diffuse massime negative su molte zone di Lombardia.

La goccia molto fredda in quota in arrivo il giorno 15 dall'est europeo sarà responsabile, in particolar modo tra il pomeriggio e la sera, di ripetuti rovesci nevosi con valori decisamente negativi fin sulle coste ed apporti di decine di centimetri di neve sulla riviera romagnola; in particolare la zona tra Misano Adriatico, Cattolica, Riccione e Gabicce Mare viene letteralmente sommersa da una coltre bianca che arriva a toccare i 30-40cm nella sola giornata di mercoledi 15 assumendo carattere di storicità ed arrivando a superare addirittura le già abbondantissime nevicate di un signor inverno quale il gennaio 1985 !!

Nel contempo un nuovo impulso di aria molto fredda muove dalle latitudini polari verso l'Europa centrale; l'azione congiunta con l'erezione dell'alta pressione oceanica spinge tale impulso verso Inghilterra, Francia e Germania colpite da abbondanti nevicate! Una parte di questa massa gelida penetra nel Mare Nostrum attraverso la porta del Rodano generando cosi un minimo di pressione sui mari settentrionali del versante occidentale italiano. Anche il nord Italia riceve quindi la sua razione di neve, segnatamente sul Triveneto e sulle pedemontane ed alte pianure per quanto riguarda la Lombardia mentre la medio-bassa pianura lombarda rimane ai margini del peggioramento nevoso. Il forte cuscino di aria gelida al suolo determina nevicate con valori eccezionalmente bassi su tutta l'area padana, facendo segnare temperature nell'ordine dei -3/-4 gradi in pieno giorno a fenomeni in corso, determinando quindi una qualità di neve farinosissima e molto molto leggera!

La stessa rodanata che determina le nevicate sulle aree padane è causa di abbondanti precipitazioni nevose anche sul territorio toscano; Firenze è colpita da una nevicata di 30 centimetri, superiore addirittura al già considerevole episodio del 28-29 dicembre 2005. Nevica anche a Roma, seppur non cosi copiosamente come nel recente episodio del febbraio 2010.

Il taglio della radice anticiclonica sul medio Atlantico ha come conseguenza l'aggancio tra il Vortice Polare sceso in Europa e la falla iberica al largo del Portogallo. Tale mossa richiama un primo blando soffio umido da sud-ovest per domenica 19 con deboli fioccate sulla Valpadana nell'ordine di pochissimi centimetri o addirittura solo spolverate seppur ancora una volta di qualità stanti le temperature ancora negative, seppur non cosi abbondantemente come nell'episodio di venerdi 17 dicembre

Un secondo e più intenso richiamo meridionale affluisce da martedi 21 dicembre e nei giorni a seguire; la colonna, pur se in condizioni di criticità, è ancora da neve omotèrmica in caso di precipitazioni di una certa consistenza. Martedi 21 cade ancora la neve sulle alte pianure lombarde, seppur mista in giornata e bagnata, ma con leggero accumulo, in serata. Le precipitazioni però latitano in continuità, l'afflusso mite destabilizza la colonna e quando arriva il vero carico di precipitazioni ormai è tardi; le giornate di mercoledi 22, giovedi 23 e venerdi 24 dicembre fanno registrare notevoli accumuli di acqua piovana

Col successivo spostamento della struttura depressionaria verso est e l'entrata di nuova aria fredda, in discesa da nord, ancora una volta dal Rodano ad alimentare la depressione non ancora allontanatasi definitivamente, le piogge si trasformano nuovamente in neve la mattina di S.Stefano in particolare tra medio-alte pianure centro-orientali dove ci "scappa" anche l'accumulo (est Brianza, lecchese e pedemontana bergamasca)

La fine d'anno è contraddistinta da tempo in miglioramento determinato dall'instaurarsi di un campo di alta pressione sull'Italia con nebbie o nubi basse sulle pianure e tempo buono o discreto su alte pianure e pedemontane, inversioni termiche e gelate notturne anche intense laddove la serenità del cielo lo consente.

 

 

dal 14 marzo 2004

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