domenica 08 aprile 2007 19.10.33

 

 

 

Gennaio 1985 - L'invasione artica

La nevicata del gennaio 1985 viene ricordata come "la nevicata del secolo" per la Brianza, con accumuli impensabili ai giorni nostri.

I giorni precedenti al fenomeno nevoso meritano sicuramente un'occhiata. L'Italia fu investita da una ondata di freddo particolarmente cruenta, come solo nel 1929 e nel 1956 si era avuto modo di assistere. Anzi, il 1985 detiene ancor oggi diversi record di freddo nel repertorio meteorologico italiano, primo fra tutti i -28,5°C di S.Pietro di Capofiume (BO) che trattasi della temperatura più fredda in assoluto per località di pianura in Italia da quando esistono i sistemi di rilevazione termica. Ma da ricordare anche i -23°C di Firenze e Parma, i        -21,5°C a  Ferrara, i -20°C a Vicenza e Forli', i -19,4°C a Brescia, i -19,2°C a Padova, i -18,4°C a Verona tanto per citare i valori registrati nella pianura Padana settore Veneto-Romagna, o i valori eccezionali raggiunti sulla riviera romagnola come i -17,2°C di Rimini ed i -16,5° di Cervia, e tanti altri valori meno rigidi ma altrettanto notevoli a seconda della zona di rilevazione.

In precedenza però l'inverno aveva riservato veramente poco di inverno. Sul Mediterraneo la faceva padrona una cella anticiclonica che solo raramente e temporaneamente veniva scalfita da qualche perturbazione atlantica, pronta comunque a riprendere le redini del comando sull'Europa meridionale, Italia compresa.

Ecco un esempio di anticiclone presente in Italia in data 5 dicembre 1984, con isoterme ad 850hPa tutt'altro che basse...

Ecco invece tre carte che mostrano come l'alta pressione stazionasse sull'Europa centrale e meridionale (10 dicembre), ne venisse temporaneamente erosa (15 dicembre, entra una depressione atlantica) e ritornasse come nuova nella sua posizione originaria "difendendo" l'Italia da eventuali attacchi atlantici o nord europei (cliccare sopra le immagini per ingrandirle)

Nei giorni antecedenti al Natale la cellula anticiclonica presente sull'Europa occidentale fà ponte con un'altra cellula molto robusta presente in Russia, determinando l'afflusso di correnti orientali che fanno diminuire le temperature; l'intervento di una depressione dall'Atlantico il giorno 27 dicembre determina nevicate copiose sul nordovest italiano (circa 15cm a Balassina).

Passato il fronte nevoso del 27 si ristabilisce il ponte anticiclonico tra Europa occidentale e Russia determinando un nuovo afflusso di aria fredda da est. Calano le temperature soprattutto al nord.

Le tre carte sopra postate propongono la situazione nei giorni 29 e 31 dicembre, col ponte anticiclonico ripristinatosi e conseguentemente l'afflusso di aria fredda da est con isoterme in ribasso (circa una -7° per la Lombardia)

Dal primo gennaio iniziano i giochi: l'anticiclone sull'Europa occidentale è protagonista di una mossa tanto spettacolare quanto rara e decide di puntare verso nord. La rarità non dipende dalla mossa in sè, in un inverno lo si può vedere spesso puntare verso nord; la rarità consiste nell'accentuazione di tale mossa! L'asse anticiclonico entro il 2 gennaio si posiziona tra nord Africa e regioni polari! Come ovvia risposta dal suo bordo orientale scende il primo di una serie di nuclei freddi di diretta estrazione polare e che punta direttamente l'Italia.

Notare nella carta del 2 gennaio quanto l'anticiclone si allunghi verso nord, arriva veramente a toccare le regioni polari. Nel contempo il primo nucleo freddo scende velocemente da nord e si approssima all'arco alpino determinando un calo generalizzato delle temperature...

Le correnti si dispongono da nord-est e sono fredde! La velocità con cui scendono dalle regioni polari le consente di raggiungere la nostra penisola in un lasso di tempo cosi breve da impedirle di surriscaldarsi eccessivamente durante il suo tragitto. Per il nordovest non si tratta di peggioramento, la giornata trascorrerà soleggiata ma con ventilazione sostenuta che accentua la sensazione di freddo.

Ben evidenziato l'anticiclone in Atlantico disposto dalla penisola Iberica fin verso le latitudini polari e ad est di esso la discesa di una depressione a carattere freddo che pesca aria gelida dalle regioni più settentrionali dell'emisfero. Situazione sicuramente favorevole a nevicate a quote basse per il centro-sud, nordovest invece con cieli sereni ma molto freddo

Ecco i valori termici alla quota di 500hPa; addirittura una -37° per la nostra regione, valore davvero ragguardevole!

I valori termici scendono vistosamente sotto lo zero; presumibili estremi minimi per Barlassina attorno a -8/-9° e prime massime al di sotto dello zero. 

Non c'è nemmeno il tempo di valutare gli effetti della prima discesa fredda che già se ne profila una seconda: tra il 4 ed il 5 gennaio un nuovo impulso gelido raggiunge il nord Italia. La strada del nord ormai è aperta ed i nuclei artici non possono far altro che percorrerla. Questo secondo impulso segue lo stesso percorso del precedente ma è di caratura ancor maggiore: si pensi che il radiosondaggio di Milano Linate alla mezzanotte sul 5 gennaio registra un valore di ben -39,5° a circa 5100 metri! Ecco sotto la situazione a 500 ed 850hPa il giorno 5 gennaio...

Davvero una situazione impressionante! I geopotenziali per la zona della Brianza si abbassano fino a circa 515dam ed a circa 1300 metri entra addirittura una -13°!

Ecco sopra riportati anche i valori termici alla quota di 500hPa. In tutta l'Europa centrale i valori sono al di sotto di -40°, davvero dei valori stupefacenti sia per quanto riguarda il valore in sè che per quanto riguarda la vastità di territorio compresa in questa isoterma!

Questo secondo impulso perturbato porta con sè, oltre ad una quantità eccezionale di freddo, anche nevicate copiose su gran parte dell'Italia centro-settentrionale, in particolare in Emilia-Romagna, Veneto e persino sulla capitale! Il nordovest rimane più protetto dalle condizioni di maltempo, ma si raffredda ulteriormente. Le minime per Barlassina scendono a valori di circa      -14°C e le massime si mantengono di 3/4 gradi negative anche in pieno giorno!

Le prime due discese artiche hanno decisamente cambiato le condizioni meteorologiche in quasi tutte le regioni italiane, eppure la situazione sarà destinata ad aggravarsi ulteriormente.

 

   

dal 14 marzo 2004

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