VIAGGIO E SOGGIORNO

Fausto (il cugino di Lina) aveva deciso di sposarsi con una ragazza Rumena, conosciuta tramite amici comuni (la Ditta nella quale lavora ha rapporti  commerciali  con persone che risiedono in quei luoghi).

 

Ci fece l'invito per assistere alle sue nozze (Io e Lina), non eravamo certi di aderire, perché gli impegni sono sempre tanti, ma la curiosità  di visitare posti sconosciuti e la voglia di partecipare al suo matrimonio era tanta, alla fine soppesando tutto decidemmo di partire.

 

Il 18 Agosto 2001 alle 6 della mattina ci mettemmo in viaggio per la Romania.
Autostrada 22 sino a Verona, poi in direzione di Venezia, Udine, Klagenfurt (Austria), Graz,  a Furstenfield si esce dall'autostrada e si va verso il confine con l'Ungheria da dove inizia la lunga e sterminata pianura Ungherese, con piccoli centri abitati separati da lunghi e numerosi tratti (mediamente 30 Km.) di campagna incolta, senza nemmeno una casa (non ci sono abituato ad un paesaggio simile, e mi ha incuriosito, quasi affascinato).

 

Transitavamo a circa 20 Km a nord del lago Balaton,  sino a Veszprem, poi verso sud,  finalmente la vista del più grande lago Ungherese, quasi un mare per loro, poiché é meta di turismo balneare di massa, sopratutto per i Tedeschi e gli Austriaci che in quei luoghi hanno edificato le loro villette estive e attrezzato la zona di bagni, ristoranti, centri commerciali, alberghi, pizzerie.
Sul lago Balaton, tante, anzi tantissime e variopinte vele per il  windsurf (io credo  molte di più di quelle che normalmente si vedono sul nostro lago di Garda), mentre neppure un natante a motore, forse per via dell'inquinamento.

 

Proseguendo in direzione di Budapest sull'Autostrada M7,  due corsie da due metri l'una (circa)  per ogni senso di marcia (sarebbero state quattro, ma per tutto il tratto, sino a Budapest due erano occupate dai lavori in corso) alcuni automezzi mi sorpassavano facendo il pelo alla mia Scenic 1600,  in quei momenti mi auguravo che tutto finisse presto e  bene, anche perché si verificavano strane e vigorose vibrazioni alle ruote che per un attimo ho pensato che le gomme fossero diventate quadrate, poi guardando le auto che mi precedevano mi accorgevo che si trattava della pavimentazione autostradale sconnessa, non rilevabile visivamente.

 

Siamo giunti sulla tangenziale di Budapest (M0), da lì si vede un'ampia panoramica della città, si passa sul Danubio e si prosegue sulla M5 in direzione di Kecskemet, di lì a poco sarebbe terminato anche l'ultimo tratto di autostrada,nel frattempo erano giunte le 21,00  e ci siamo fermati all'ultimo autogrill per cenare e dormire (in auto, perché era appena arrivata una comitiva di tedeschi e non vi erano più letti disponibili).

 

Alle 6,00 ci siamo rimessi in viaggio passando Szeged e poi via verso il confine Rumeno, quindi Arad, Dava, e finalmente alle 13,00 siamo arrivati a Cugir, paese di residenza di Mihaela, la futura sposa.

Cugir (circa 30.000 abitanti) si trova a 20 Km. da Alba Julia (circa 70.000 abitanti), al centro della Transilvania.

 

Il viaggio è stato piuttosto lungo, però bisogna considerare che abbiamo quasi sempre rispettato i limiti di velocità e le strade sono (nel loro complesso) migliori delle mie aspettative.

A casa di Mihaela siamo stati accolti molto bene, dove abbiamo ,conosciuto il papà (Jon), La mamma (Elena), il fratello (Giovanni), Nely (la sorella), Dodo (il marito della sorella), Simona (la nipote), e la nonna (Buna Bunika) della futura sposa.

 

Io e Lina avevamo da sempre considerato, che durante il nostro soggiorno a Cugir, saremmo alloggiati nell'unico albergo del paese, mentre i genitori di Mihaela  ci volevano ospiti a casa loro, noi dapprima abbiamo insistito nei nostri propositi non volendo arrecare disturbo, ma quando ho sentito che l'albergo era sprovvisto di acqua calda da parecchio tempo (a causa di scarsa manutenzione agli impianti), ci siamo convinti, e così abbiamo trascorso 9 giorni immersi nella loro vita quotidiana, riuscendo a capire la loro realtà di vita.

 

I Rumeni sono persone (Almeno quelli che abbiamo conosciuto noi) piene di buona volontà, disposti a sacrificarsi per la famiglia, con molte rinunce e poche soddisfazioni nella vita, ma con una loro dignità che porta inevitabilmente al rispetto, anzi direi all'ammirazione.
Mi spiegava appunto Dodo che per poter mantenere la propria auto Dacia per recarsi al lavoro non si poteva permettere nient'altro, nemmeno di fumare,

 

Le auto che circolano in Romania sono quasi tutte Dacia di pruduzione Nazionale, oppure Trabant importate dalla vicina Ungheria (600 cc. due tempi, due cilindri, con una carrozzeria che di assomiglia alla nostra vetusta bianchina), ma in tutti e due i casi  sono auto che mediamente hanno oltre 20 anni di servizio.