Luigi Moriggi : recensioni

 

 

Miriam Mirolla
Andrea Bonavoglia
Laura Cherubini
Roberto Maria Siena

 

 

 

Il caso iconoclasta
di Miriam Mirolla

Deciso rapido irripetibile, un gesto traccia un segno sulla tela. È così che il segno decide imperturbabile il futuro dello spazio che lo contiene, e che avrà esattamente la misura e la struttura dell'azione. Sovrapponendo il segno al segno, increspando la materia e strappandola, il gesto irrompe e schizza sulla tela, dimentica pezzi di spazio per poi sommergere la zona accanto. Così nasce la pittura infinitamente diversa di Luigi Moriggi, da una gestualità che si proietta sul piano, dà forma ai movimenti e li cristallizza in opera. È un modo di dipingere che agisce per accelerazione ampiezza successione fluidità reazione compenetrazione complementarità e attraverso modi sia intuitivi che razionali. Per Moriggi, quindi, l'arte scaturisce dall'azione, richiamata a sua volta da uno stato emotivo; ma ]o stato emotivo non è di per se rappresentativo, anzi, conduce diritto all'astrazione, escludendo tutto ciò che è narrazione e illusionismo. Questo tipo di pittura ha abolito da sempre ogni possibile antropomorfismo e simbolismo, e tutto quindi sembra ruotare intorno ad una esigenza rigidamente iconoclasta : se il segno ed il colore agiscono per se stessi ogni opera informa del suo tema cromatico e del suo ritmo gestuale. Nient'altro. Micro-gesti impronte miscele di pigmenti coperture ed infine gesti riportati alla luce solo qualche tempo dopo. Proprio perché lontane da ogni intenzione narrativa le opere di Moriggi non richiedono affatto una traduzione in linguaggio. L'unica descrizione possibile è allora quella di una pittura che mostra le sue pratiche e i suoi elementi costitutivi: gesto segno e colore. Un'opera che narra ]a sua stessa genesi. Per arrivare fin qui, all'arte che pone se stessa come unico referente, tutte le gerarchie estetiche sono state smantellate, il mondo cartesiano è stato centrifugato grazie all'audacia storica delle Avanguardie, ma in particolare del Surrealismo (penso in questo senso alla tecnica del disegno automatico e quindi all'irruzione dell'emotività nello spazio neutro della tela).

Il caso e l'emotività
Che rapporto c'è tra il piacere della casualità, l'ipotesi di un progetto indeterminato (che è un paradosso evidente) e l'attività 1imbica, cioè l'emozione? Tutto si può ricondurre alla più radicale esigenza dell'arte contemporanea, ossia l'elemento prezioso della spontaneità, chiave assoluta del fascino estetico e dunque della bellezza. Come produrre spontaneità ? Come evitare una simulazione di spontaneità ? Arriviamo così ad un nuovo problema : il limite dell'astrazione che tende alla decorazione. Se nella prima fase del lavoro dell'artista (1975-85) la furia gestuale aveva imposto le sue scorribande, ora la geometria (di figure semplici ma non simmetriche) è entrata nella tela e la linearità si è riappropriata dei suoi poteri. Nascono opere di forte tensione, dove anche i colori si fanno più sobri e antigraziosi. Questo perché il gesto reiterato può anche agire a vuoto, simulare, perdere la sua autenticità e dunque tramutarsi in innocua decorazione . Le opere recenti di Moriggi sono infatti orientate verso una ricerca cromatica più "metodologica" e in fondo meno lirica. Il pericolo della decorazione viene superato immettendo sulla scena un nuovo attore: la linea, cioè il gesto infinitamente rallentato. Momento della riflessione. Per ultimo nelle opere di Luigi Moriggi c'è da affrontare il problema della fruizione: tutti i suoi lavori sono senza titolo, eppure l'osservatore attribuisce sensi, intesse storie o riconosce volti e situazioni narrative nel contesto totalmente astratto. È questo il destino inevitabile del puro segno? In effetti un quadro è un'immagine-stimolo tanto più potente quanto più immaginazione riesce a richiamare su di se. Questo vuol dire che non si esaurisce subito, che non basta un'unica interpretazione per risolverlo e che le visioni possono coesistere multiple. E comunque ]a poetica del gesto è riuscita a schiacciare il millenario principio mimetico, visto che il pittore può oggi semplicemente mettere in campo l'energia. Il quadro è uno spazio dotato di energia - La scena pittorica non esiste, il quadro ci costringe a continui spostamenti dell'occhio e a repentine messe a fuoco. Sul fondo, i centri di espansione sono tanti. Quel quadro che è ormai uno "spazio-tempo", è ora in grado di narrare il dinamismo dell'universo.

 

Il colore nel WEB
di Andrea Bonavoglia

L'arte nel WEB deve ancora trovare una sua originale denotazione, nonostante essa appaia una delle componenti fondamentali per il successo di Internet tanto nel mondo culturale quanto in quello commerciale.
Per denotazione intendo una forma nuova, un qualcosa che esista qui, nella Rete, e non nella realtà.
L'arte elettronica è evidentemente il termine di riferimento, ma anche la trasformazione dell'arte tradizionale in arte virtuale merita attenzione.
Nel costruire il sito dell'amico Moriggi, straordinario ricercatore di colori e di materiali, abbiamo pensato di utilizzare immagini di suoi quadri in una dimensione nuova, uniformandoli ad esempio, modificandone dimensioni e versi, e anche lucie contrasti. Per questo essi sono rinati e la loro seconda vita si svolegrà d'ora in avanti nella Rete.

 

 

L'astrazione...
di Laura Cherubini

Le opere di Moriggi si pongono sul versante dell'astrazione; lo spessore pittorico è denso e concreto. Il colore reclama per sé la centralità, è spesso violento, comunque sempre appariscente. Il gesto del pittore è carico di tensione e rovescia sulla superficie segni che esprimono l'energia interiore dell'artista. La superficie accoglie le materie e le organizza in forma, presentandosi come risultato di una congerie di elementi leggibili in trasparenza.

Eroici furori
di Roberto Maria Siena

...Percorre, in un clima esaltante da eroici furori, il cosmo per ogni dove: dalle preziosità segrete dei minerali alle deflagrazioni del microcosmo nel regno della dismisura, dello sconfinamento, della rottura apocalittica ...
attraversa le liquidità umorali dell'acqua per convertirle nella dolcezza di una natura mattinale d'erba spremuta; passa dall'accecamento solare alle infinite increspature e incrostazioni di una terra che secerne le proprie viscere senza pudore.
...Attraverso il collage l'uomo fa la sua apparizione, ma si tratta di un'epifania sempre fuggevole, immediatamente soverchiata e superata dalla presenza dell' in - sè..
....Il pittore non ha dubbi: l'arte è altrodalla deiezione e dal dolore... pensa alla pittura come ((zona d'immunità" che non coltiva la insensibilità o il distacco, ma espone il pulsare del cosmo nella polivalenza delle sue manif'estazioni..
....L'Universo che si esibisce nelle sue opere è la Natura Quintessenziale, di fatto infinita ed eterna, sicura della propria intramontabilità.

 

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