Firenze - Périgord (Valli della Dordogna, e del Lot - Francia)



Da Firenze questo itinerario (effettuato nel luglio 2003) ci porta nel cuore della Francia meridionale fino alle valli del Lot e della Dordogna: tra andata e ritorno sono circa 2000km ai quali è facilissimo aggiungerne un altro migliaio per escursioni varie.

Il Périgord, noto anche come Dordogne (che è il nome del più importatnte fra i sette fiumi della regione, sia del dipartimento che amministra gran parte della zona), fu una delle culle della civilizzazione umana in epoca preistorica. In tutta la regione si sono trovati reperti del periodo neandertaliano e Cro-Magnon e diverse caverne del posto - tra cui la famosissima Lascaux - sono decorate da straordinarie opere d'arte preistoriche. I numerosi castelli arroccati sui colli del Périgord e le bastides (torri fortificate) difensive, molte delle quali risalgono al XIV e XV secolo, attestano le sanguinose battaglie combattute qui nel medioevo e durante la Guerra dei cent'anni. Il perigord è stato turisticamente suddiviso in 4 regioni, a ciascuna delle quali è stato associato un colore: i campi e le foreste del nord sono noti come Périgord Vert (verde); il bassopiano calcareo che circonda il capoluogo Périgueux è il Périgord Blanc (bianco); il Périgord Pourpre (porpora) indica la zona dei vigneti che si trova a sud, intorno a Bergerac; il Périgord Noir (nero), infine, comprende la Valle del Vézère e, a sud, la Valle della Dordogne, celebre per i boschi di querce e le pinete, oltre che per i numerosi castelli.

Lo spirito con il quale è stato effettuato questo itinerario era quello di percorrere tratti autostradali solo in territorio italiano e di usufruire invece il più possibile della rete ordinaria francese che offre strade sia nazionali che dipartimentali di ottima qualità.

Da Firenze si percorre la A11 Firenze - Mare fino a Lucca, da qui la bretella che ricongiunge alla A12 Tirrenica in prossimità di Viareggio. Si prosegue lungo la costa versiliana, poi sulla riviera ligure di levante, oltrepassiamo Genova e giungiamo a Savona: qui si abbandona la A10 Genova - Ventimiglia per immettersi sula A6 Savona - Torino. Questo tratto, restituito dopo molti anni a dignità di autostrada propriamente detta, offre bellissimi panorami su un percorso vario e praticamente privo di traffico. Si esce a Mondovi e si Prosegue per Borgo San Dalmazzo dove imbocchiamo la SS 21 del Col della Maddalena. La strada si fa decisamente interessante sia da un punto paesaggistico che motociclistico, l'unico neo è che mentre ci arrampichiamo su per il passo il fondo stradale diventa sempre peggiore e pertanto raccomando la massima attenzione. A 1956m slm valichiamo sul Col della Maddalena (Col de Larche) le Alpi Marittime e oltrepassiamo la ormai inesistente frontiera con la Francia. Il paesaggio è veramente grandioso e l'aria fine e fresca ristora dal caldo della pianura.


Sul Col della Maddalena

Proseguiamo per la dipartimentale D900 ed entriamo nella parte più settentrionale della Alta Provenza (H.te Provence). Il primo tratto di strada presenta delle disconnessioni (ma niente di serio) e consiglio di stare attenti ai segni neri che ci sono sul fondo stradale: sono saldature di asfalto per chiudere spacchi e crepe probabilmente dovuti al ghiaccio invernale. Queste "strisce" nere tendono ad essere un po' scivolose.

Seguiamo la D900 in direzione di Gap (H.tes Alpes) in un paesaggio molto suggestivo in un misto di vegetazione montana e di macchia simile alla mediterrenea che denuncia il forte influsso del Tirreno anche in queste zone interne. La strada è ormai ampia, con curve ben disegnate (come del resto abbiamo trovato in tutto il terrirorio francese attraversato) ed ottimo fondo stradale. E' doveroso inoltre notare che in Francia sono molto rispettosi nei confronti dei motociclisti (la Gendarmerie in moto ci ha addirittura salutato con le dita a "V" quando li abbiamo incrociati!!!) e sono state chiuse le aperture in basso di tutti i guardrail posti all'esterno delle curve: in Italia, purtroppo, abbiamo ancora i guradrail con le aperture in basso che sono causa di molti esiti fatali di incidenti.

A Gap si imbocca la D994, che lasciamo in prossimità di Veynes, e proseguiamo sulla D993. La strada è sempre bellissima e attraversa folti boschi di pini e segue numerosi corsi d'acqua. Abbiamo pernottato a Die, dopo circa 600km di viaggio, in una Chambre d'Hôte (corrisponde al Bed and Breakfast ed è molto conveniente). Dopo una doccia e una cena ristoratrici, siamo finalmente andati a dormire.

La mattina dopo abbiamo ripreso la nostra strada (che ormai è diventata la D93) e seguiamo il corso del bel fiume Drôme. A Crest lasciamo la D93 per la D104 in direzione Loriol - Privas.


La Valle dell'Inferno
Dopo poco attraversiamo l'imponente Rodano e proseguiamo lungo la N304 per Privas: siamo sempre più entrusiasti sia del paesaggio che delle strade francesi. Una breve sosta per goderci il panorama sulla "Valle dell'Inferno" e sul "Ponte del Diavolo", uno spuntino, e poi in sella di nuovo.

Siamo su un altopiano nella regione di Ardéche, e la strada prosegue piacevolmente sinuosa costeggiando villaggi e castelli.


Il Ponte del Diavolo
Da Privas ad Aubenas (un'antica cittadina con case rinascimentali e sovrastata dal castello dell'XI - XII sec ), e da qui per la N102 che abbandoneremo presso Pradelles per imboccare la N88.

Entriamo nella regione di Lozére nel Languedoc - Roussillon e oltrepassiamo Mende, posta a terrazzo sul bel fiume Lot.

Circa 30km dopo Mende lasciamo la N88 e imbocchiamo in direzione sud l'autostrada A75 (gratuita): una bellissima opera di ingegneria civile sulla quale la voglia di aprire a manetta è tanta!!!

Dopo circa altri 30km usciamo per Rodez, nella regione dei Midi-Pyrénées, distretto dell'Aveyron. Da Rodez proseguiamo sulla D994. A Rignac abbiamo sostato per la seconda notte, sempre in Chambre d'Hôte.

Il terzo giorno ripartiamo e nelle vicinanze di Villafranche de Rouergue imbocchiamo la D911 che ci porterà a Cahors.

Nelle vicinanze di Cahors (poco a nord) ci siamo fermati per 4 giorni perché la zona merita veramente una sosta. La stessa città, con un piccolo centro medievale, è molto interessante, e nella bella campagna nei dintorni, attraversata dal fiume Lot, sono molti i luoghi da visitare, sia come villlaggi e castelli che come grotte abitate e decorate dall'uomo del paleolitico e del neolitico.


Saint Cirq Lapopie

Le case a graticcio di Saint Cirq Lapopie
Da Cahors abbiamo visitato subito il primo giorno (un caldo terrificante, intorno ai 40 °C e indossavamo ancora le tute!!!) il bellissimo villaggio di Saint-Cirq-Lapopie (tutto classificato come monumento storico) che è appollaiato su uno sperone roccioso a strapiombo sul Lot. Possiede le vestigia di un antico castello medievale, una chiesa del XV sec. e belle case a graticcio del XIII sec.

Cahors stessa (Midi-Pyrénées; Lot), capoluogo di dipartimento, storica città del Perigord posta in una stretta ansa del Lot, nella brulla regione del Quercy, è decisamente interessante. Rinomata per i suoi vini (degustateli, ne vale decisamente la pena!), conserva nella parte vecchia il suo aspetto medievale.


Vista sul Lot

Pont Valentré
Gettato sul Lot a ovest della città, c'è un magnifico ponte fortificato trecentesco, il Pont Valentré, su sei arcate gotiche tutte uguali e difeso alle estremità e al centro da tre torri merlate.

A circa 25km a nord di Cahors, uscendo a Ovest dalla N20, c'è una manciata di antiche case denominata Ussel. Qui, in aperta campagna, presso il presbiterio della chiesa cinquecentesca, M.me Nadine ha ricavato una squisita Chambre d'Hôte nella quale ci siamo trattenuti per 4 notti. L'ambiente è particolarissimo e le 2 confortevoli stanze, dotate di modernissimo bagno, sono i locali del presbiterio sapientemente restaurati. Nel prato retrostante c'è anche una piscina ad uso degli ospiti e dei padroni di casa. La colazione, tempo permettendo, viene servita in giardino e Ma.me Nadine offre spesso anche un'aperitivo sul bordo della piscina. Rispetto ad altre Chambre d'Hôte il prezzo è più alto (60 € contro i 35-40 € medi), ma l'ambiente li vale tutti e l'ospitalità di M.me Nadine lo stesso. Inoltre M.me Nadine è disposta anche a cucinare per i suoi ospiti, che siederanno al suo stesso tavolo, per un prezzo decisamente accessibile (15 € a persona) che, confrontato ai prezzi dei ristoranti, vi permette di recuperare la differenza di prezzo della stanza.


Il Presbiterio di M.me Nadine

Ussel è una buona base per visitare il Périgord della valle del Lot. Uno dei posti da non mancare è Rocamadour . Per arrivarci, da Ussel si imbocca la N20 in direzione Nord e dopo circa 10km si esce a est per Labastide-Murat da qui si prosegue lungo la D677 che poi diventa D807 fino a Gramat. La zona attraversata è il cuore del Parco Naturale Regionale Des Causses du Quercy ed è un altopiano collinoso intorno ai 200m slm caratterizzato da roccie calcaree e boschi di quercia, fra i quali si aprono i campi con le ben tenute fattorie. Vi consiglio di godervi questo tratto perché il panorama con le vecchie fattorie e la campagna estremamente curata è una gioia per gli occhi e per lo spirito. Da Gramat si imbocca la N140 in direzione nord e dopo circa 6km, a sinistra, c'è il bivio per Rocamadour. Vi consiglio di lasciare i mezzi a L'Hospitalet (i parcheggi non mancano) e di proseguire a piedi per Rocamadour.


Rocamadour

Da L'Hospitalet la vista su Rocamadour è impressionante: la piccola borgata (meta di pellegrinaggi) è arroccata sui fianchi della parete rocciosa che domina le gorges de l'Alzou. Non è raro vedere volteggiare in cerchio, al di sopra delle rupi, gli enormi grifoni dei veri giganti dei cieli con la loro apertura alare di quasi 3m.


Rocamadour

Il borgo è costituito da antiche case prospicienti un'unica via, sulla quale si aprono quattro porte fortificate del sec. XIII. Dalla Place de le Carreta parte una scalinata (grand escalier) di 180 gradini (salita in ginocchio dai pellegrini) che porta alla Città Religiosa. Per i più pigri è disponibile un ascensore.


La Città Religiosa

La Città Religiosa, in stile gotico, è tutto un susseguirsi di palazzi e chiese, anche una sopra l'altra, tutte collegate fra di loro. All'interno della cappella di Notre-Dame-de-Rocamadour (1749) si venera la statua della Vergine Nera (numerosi sono gli ex-voto). Dalla città religiosa si sale per la Via Crucis, tutta nel bosco, fino al castello (sex XIX), a strapiombo sulla valle, addossato alle mura del XIV sec, dalle quale si gode una bella vista sulle gorges dell'Alzou.


La Via Crucis nel bosco

Nelle vicinanze di Rocamadour, sono interessanti da visitare le grotte della Gouffre de Padirac . Si torna sulla N140 e si svolta a nord. Dopo 2,5 km svoltiamo a destra sulla D673 per 9km, dopodiché svoltiamo a sinistra sulla D90 che in 2,5km porta alle grotte. La caratteristica di queste grotte (impressionante la profondissima dolina che si apre in prossimità dell'ingresso) è che gran parte del percorso sotterraneo viene effettuato per mezzo di barche condotte da barcaioli locali: una e propria discesa nell'Averno. Come ritorno da Rocamadour (o come alternativa per l'andata da chi proviene da Cahors) consiglio la D32 che da l'Hospitalet conduce fino alla D677 (fatta all'andata) seguendo un percorso panoramico piuttosto interessante.


Casa a sporto a Gourdon
Altra località facilmente raggiungibile da Ussel è Gourdon , a 25km a nord ovest. Da Ussel si imbocca la N20 in direzione nord e dopo circa 12km si esce sulla sinistra sulla D704. Gourdon è una cittadina medievale addossata al fianco di un'altura (la butte du Château), con caratteristiche case a sporto gotiche e rinascimentali.

Gourdon

Abbandonata a malincuore la nostra sistemazione a Ussel, ci siamo trasferiti più a nord nel Périgord della Dordogna lasciandoci alle spalle il Périgord del Lot. La nostra nuova base era più o meno a metà strada fra la La Roque-Gageac e Sarlat-La Canéda. Questa zona, che rappresenta il cuore del Périgord Noir, è molto più turistica rispetto al Lot e personalmente, pur riconoscendone l'intresse storico-artistico, mi ha colpito meno del Lot che ho trovato essere più a misura d'uomo e più naturale: ma come ho detto è un giudizio esclusivamente personale. Le valli della Dordogna e della Vézère sono state abitate fin dai tempi del paleolitico e pertanto numerose sono le popolazioni e le culture che hanno lasciato le loro tracce in questa zona: dall'uomo di Cro-Magnon (il primo homo sapiensa sapiens) che ha decorato moltissime grotte con sculture e pitture (una per tutte la famosa grotta di Lascaux) ai galli, agli inglesi e francesi che si sono sanguinosamente combattuti in queste zone durante la guerra dei cent'anni nel XII-XIII sec, fino a i nostri giorni. Numerosi sono i castelli che costeggiano la Dordogna, e molte volte contrapposti (con vicende alterne una volta francesi ed una inglesi). Gastronomicamente parlando siamo nella patria del fois gras e del tartufo nero (nonchè porcini, salumi e ottimi vini).


La Dordogna dal Forte Trogloditico
de La Roque-Gageac
Da Ussel abbiamo ripercorso la strada per Gourdon e poi abbiamo proseguito per Sarlat-La Canéda attraversando la Dordogna.

Degno di nota l'abitato di La Roque-Gageac , classico esempio di stratificazione architettonica.

La Roque-Gageac
Sulla riva destra della Dordogna, addossato ad una rupe calcarea, il paese in alto mostra i resti di un forte trogloditico usato fino al medioevo (di origine preistorica ed utilizzato anche dai galli) e in basso, fra fortificazioni varie, le abitazioni più recenti fino ai giorni nostri. A La Roque si possono noleggiare anche canoe per seguire la corrente della Dordogna (il ritorno viene garantito dagli stessi noleggiatori per mezzo di pulmini).


L'interno del Forte Trogloditico
de La Roque-Gageac

Tra i numerosi castelli che dominano il corso della Dordogna, degno di nota è il castello di Castelnaud arroccato a picco su una scogliera, con mura che raggiungono lo spessore di 2m, e un panorama semplicemente superbo sulla Dordogna e sugli altri castelli.


Castelnaud
All'interno c'è un interessante museo medievale con raccolte di armi antiche e ricostruzioni a grandezza naturale delle catapulte usate negli assedi. Le case del villaggio medievale sono abbarbicate sul ripido pendio sotto la fortezza.


la Dordogna da Castelnaud
Castelnaud dista appena 4km da La Roque-Gageac e si raggiunge percorrendo prima la D704 in direzione ovest lungo la Dordogna e poi girando a sinstra sulla D57.


Case di Sarlat
La capitale del Perigord Noir è Sarlat-La Canéda, molto pittoresca, che ha conservato intatto il suggestivo aspetto medievale. Sviluppatosi attorno a un'abazia benedettina fondata alla fine dell'VIII secolo, il borgo fu molto prospero nel medioevo ma fu devastato durante la Guerra dei Cent'anni (quando si trovò al confine fra i territori inglesi e quelli francesi) e in seguito durante le guerre di religione.


Vicolo di Sarlat
Sarlat è inoltre un'ottima base per le escursioni ai siti preistorici nella Valle del Vézère e nella Dordogne Perigourdine.

Il ritorno verso l'Italia si è svolto su un percorso diverso e più veloce anche se, forse, paesaggisticamente meno suggestivo dell'andata. Da Sarlat abbiamo percorso la D704 e poi la D60 fino a Brive-la-Gaillarde, da qui la N89 fino a Clermont-Ferrand (sede della Michelin) e poi, sempre sulla N89 e in seguito sulla D81 abbiamo proseguito in direzione di Lione. Abbiamo attraversato tutto il massiccio centrale, un altopiano costellato di antichi coni vulcanici ormai spenti. Il paesaggio sarebbe stato anche interessante, ma ci siamo beccati quasi 400km di pioggia, e in tangenziale a Lione un temporale pazzesco! Per fortuna le tute hanno tenuto egregiamente. Da Lione sulla N6 e poi la N516 in direzione di Chambery. A una sessantina di km prima di Chambery, in località la Tour du-Pin abbiamo pernottato. La mattina dopo, per fortuna con il sole, dopo una piacevole colazione nella piazzetta del paese siamo ripartiti alla volta dell'Italia. Abbiamo proseguito sulla N516 e poi sulla N504 fino a Chambery, oramai ai piedi delle Alpi. Da Chambery sulla N90 per circa 20 km, poi abbiamo girato a sinistra per la N6 in direzione di Modane. La strada è sempre più bella sia paesaggisticamente, che motociclisticamente parlando.


Passo del Moncenisio
Le curve si fanno più fitte, ma il buon fondo stradale permette una andatura veloce. Da Modane abbiamo proseguito sulla N6 in direzione del passo del Moncenisio (Mont Cenis) a 2084m slm, fra boschi a fortificazioni ottocentesche. La strada e bellissima anche se l'asfalto è un po deteriorato; purtroppo il mio motore aspirato sentiva gli effetti dell'altezza e la carburazione non era delle migliori. Un ristoro sul passo, ancora in territorio francese, e poi giù sulla SS25 per Susa.


Moglie e mezzi sul Moncenisio
Poco prima del confine di stato con l'Italia, c'è il Lac du Mont Cenis che ci si è presentato in una veste magnifica: la cime intorno al lago erano avvolte da nubi e riflettendosi nelle acque avevano creato un paesaggio quasi islandese.


Lac du Mont Cenis

Dal confine di stato abbiamo percorso la SS25 in direzione di Susa e proseguito fino a Rivoli dove ci siamo immessi in tangenziale Sud di Torino. Da qui sulla A21 Torino-Piacenza e a Tortona abbiamo deviato sulla A7 Milano-Genova delo Scrivia. Questa utostrada, che è un incubo per le auto, è stupenda per le moto. Attenzione ai limiti, che sono assurdamente posti a 80km/h. La strada permettrebbe di più e infatti si tende facilmente a superarli, presi dalla smania delle pieghe, ma attenzione!!!!!! Ci sono delle curve sulle quali il limite è posto a 60km/h, e verrebbe da ignorarlo: NON LO FATE! I 60km/h ci vogliono tutti e su una curva ci sono anche dei fiori...... a voi la scelta.

Da Genova abbiamo ricalcato la strada dell'andata: A12, bretella a Viareggio, a Lucca la A11 e poi a Firenze dopo 3000km.

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