Biografia

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Francesco De Gregori è nato a Roma il 4 aprile 1951, nella classica famiglia borghese (padre bibliotecario, madre insegnante).

Trascorre l’adolescenza a Pescara e ritorna a Roma con la sua famiglia alla fine degli anni Sessanta. Alto 185 cm, snello, dinoccolato, di carattere timido, sensibile e schivo, il giovane Francesco si diploma al Liceo classico “Virgilio”, dove vive di persona gli eventi politici del movimento studentesco del ‘68. Sempre in quegli anni aiuta il padre, dirigente delle biblioteche vaticane, a salvare i libri dall’alluvione di Firenze. Ha la passione per le letture poetiche (Steinbeck, Cronin, Pavese, Marcuse, Pasolini) e un grande amore, Bob Dylan, di cui inizia a tradurre i testi in italiano, ma ascolta un po' tutto il folk USA, mentre tra gli autori italiani, predilige Fabrizio De André. Tra gli altri, preferisce Simon & Garfunkel, Woody Gouthrie, Leonard Choen e Luigi Tenco.

Nel frattempo impara a suonare la chitarra strimpellando nella sua camera, quella di suo nonno, provando a scrivere qualcosa: «cominciai a scrivere le prime canzoni, questo perché avevo sentito De André, e quindi le prime canzoni sono delle grosse scimmiottature di De André, fatte anche abbastanza male: la mia prima canzone in assoluto parlava di uno che saliva sul Colosseo per avere i soldi perchè era disoccupato, solo che poi scivolava e moriva».

Spinto dal fratello, più grande di sette anni, Luigi (in arte Luigi Grechi), anche lui bibliotecario e uno dei più apprezzati cantanti country italiani, nei primi anni 70 frequenta il Folkstudio di Roma (di Giancarlo Cesaroni), sul cui palco inizia a esibirsi diciottenne con altri giovani cantautori (Antonello Venditti, Ernesto Bassignano, Mario Schiano, Giovanna Marini, Mimmo Locasciulli, Edoardo De Angelis, Archie Sawage, Riccardo Cocciante, Stefano Rosso, Giorgio Lo Cascio, Paolo Pietrangeli, ovvero “I giovani del folk”). Nelle sue prime esibizioni, sulla famosa sedia rossa (un po’ scomoda per la sua statura) della nota cantina di Via Garibaldi, suona e canta alcune traduzioni dei brani di Dylan.

Ancora ventenne, De Gregori accompagna (in veste di chitarrista) in giro per l'Italia la folk-singer Caterina Bueno da Firenze, autrice anche della canzone “Cinquecento catenelle”, alla quale dedicherà, anni dopo, la canzone "Caterina", inserita nell’album "Titanic".

Dopo qualche tempo entra a far parte della scuderia della IT del Dott. Vincenzo Micocci e realizza il suo primo album "Theorius Campus", diviso equamente con Venditti (primo album anche per lui), ma con maggiore successo per quest’ultimo.

Nel 1973 realizza il 33 giri "Alice non lo sa". Nonostante De Gregori (cantando il singolo "Alice") si classifica ultimo alla manifestazione “Un disco per l’Estate” (Francesco, allora capellone, partecipa alla manifestazione con i Vianella, sempre della IT), il disco ottiene comunque un discreto successo e i passaggi radiofonici della canzone lo fanno conoscere a tutta la vasta platea nazionale di giovani che apprezza il brano.

Nel 1974 esce il disco "Francesco De Gregori" (soprannominato "La pecora", per via della copertina), in cui trovano spazio canzoni assai personali, visionarie ed ermetiche. Quando compaiono le canzoni di Francesco, specialmente le ultime, la stampa specializzata del settore innesta delle feroci polemiche culturali per quel suo usare in estrema libertà le parole, accusandolo di ermetismo.

Nel 1974 Fabrizio De Andrè si recò al Folkstudio e chiese a Luigi Grechi di fargli ascoltare i brani del fratello. Nacque così l’amicizia con De Andrè e, conseguentemente, la parentesi sarda di De Gregori, che lo porta alla collaborazione con il cantautore genovese per la realizzazione del disco “Volume VIII”, dove troviamo la sua firma in “La cattiva strada”, “Dolce luna”, “Le storie di ieri “, “Oceano” e “Canzone per l’estate”, interpretate poi da De Andrè.

Il successo di massa e di mercato arriva nel 1975 con la pubblicazione di "Rimmel", il capolavoro di De Gregori contenente canzoni destinate a diventare classici della musica italiana: da allora, ogni suo album è sempre atteso come un evento.

I tempi sono maturi e Francesco prende in affitto un antico trivani in Via del Mattonato in Trastevere (di fronte al Folkstudio), abbandonando per sempre la casa dei genitori che, preoccupati, pensavano con apprensione al loro secondo figlio che affrontava da solo il mondo, al centro del pericoloso incrocio dei venti, armato soltanto di una chitarra Eko anziché del protettivo scudo della laurea in Lettere, come avrebbero voluto.

Il 1976 è l’anno di "Bufalo Bill", definito da De Gregori il suo disco più "riuscito", quello del periodo più sereno e felice della sua vita.

Subito dopo l'uscita del suo ultimo album, nel 1977, durante un concerto al Palalido di Milano, De Gregori subisce una violenta contestazione (una sorta di processo politico) da alcuni spettatori facenti parte di un gruppo extraparlamentare di estrema sinistra legato ad Autonomia Operaia (i cosiddetti "autoriduttori"), che perseguivano l’intento di coinvolgere il pubblico giovanile e contemporaneamente di monopolizzare l’organizzazione e la gestione, anche economica, dei concerti. Quella di accusare i cantautori di arricchirsi con la scusa del messaggio politico era una moda assai frequente in quegli anni. L’allora giudice di quel processo-farsa, Gianni Muciacia, ex di Jo Squillo e adesso tranquillo signore, dichiara ancor oggi che il processo fatto a De Gregori era assolutamente normale: doveva essere fatto, al di là di ogni ideale politico. Qualche tempo dopo De Gregori, commentando l’episodio, dirà: «Per come si erano messe le cose avrebbero anche potuto spararmi: è stato un piccolo momento della strategia della tensione».
De Gregori, colpito nella sua sensibilità, sospende la tournèe e si ritira dalle scene per un lungo periodo durante il quale decide addirittura di cambiare mestiere, lavorando inoltre in una libreria romana.

Nel 1977 sposa una sua ex compagna di liceo, Alessandra Gobbi. Nel 1978 alla coppia nascono due gemelli, Marco e Federico.

Nello stesso anno (1978), dopo due anni di assenza, De Gregori pubblica l’omonimo disco nel quale, tra le altre, è contenuta "Raggio di sole", scritta durante la gravidanza della moglie e dedicata ai futuri neonati. Il disco ottiene un buon successo (grazie anche a "Generale", destinata a diventare famosissima) facendo tirare un sospiro di sollievo ai suoi fans che temevano il peggio.

Nel 1979, grazie ad una colossale campagna della RCA, De Gregori ritorna ad esibirsi in pubblico cimentandosi in uno dei più grandi eventi della musica leggera italiana, che riapre l’epoca dei grandi concerti di massa dopo il periodo buio delle violenze e delle contestazioni. Insieme a Lucio Dalla e a un giovanissimo Ron, si esibisce tutta estate negli stadi italiani in un tour importante e molto seguito, "Banana Republic". È un successo di enormi proporzioni e, per questo, dalla fortunata tournèe vengono tratti un disco (dal vivo) e un film.

Al termine della tournèe viene pubblicato, sempre nel 1979, l’album (registrato in studio) "Viva l’Italia", nel quale De Gregori ha l'intenzione di fondere tra loro melodia italiana e sonorità internazionali (ritmi sudamericani). De Gregori non si recò in America per incidere il disco bensì fece venire in Italia alcuni valenti strumentisti USA. Inoltre, in alcune canzoni partecipa anche Dalla, suonando diversi strumenti.

Intanto diventa sempre più mito e la sua riservatezza diventa leggendaria; per questo viene soprannominato "Il Principe" della canzone italiana. Il suo atteggiamento con la stampa non è sempre stato idilliaco e questo, purtroppo, ha dei riflessi anche con il suo atteggiamento verso il pubblico: cerca sempre di proteggere la sua vita privata, di evitare di diventare un divo, un mito, un personaggio, un simbolo.

Il 1982 è l’anno del fantastico album "Titanic", dedicato alla tragedia del famoso transatlantico della Star Line e del suo comandante Smith, spesso citato da De Gregori durante i concerti.

Nel 1983 compone la colonna sonora del film "Flirt" (in cui recita Monica Vitti), che pubblica in un mini-album Q-disc, nel quale è racchiusa quella che è stata definita una delle più belle canzoni d’amore di questo secolo: "La donna cannone".

Nel 1985, con la produzione di Ivano Fossati, pubblica il disco "Scacchi e tarocchi", album con il quale De Gregori conclude il rapporto con la RCA.

Dopo svariate esibizioni, nel 1987, esce "Terra di nessuno", primo disco inciso per la CBS.

Nel 1989 pubblica l'album "Miramare 19.4.89" e, dopo i tre album live "Catcher in the sky", "Musica leggera" e "Niente da capire" (usciti contemporaneamente nel 1990), nel 1992 il cantautore romano si ripresenta ancora più maturo musicalmente con l'album "Canzoni d'amore", prodotto da Vincenzo Mancuso.

Dopo gli altri due dischi dal vivo "Il bandito e il campione" (del 1993) e "Bootleg" (del 1994), a partire dal 1995, De Gregori si improvvisa giornalista su "l’Unità" diretta dall'amico Walter Veltroni, scrivendo toccanti articoli su vicende attuali della storia d’Italia.

Nel 1996, dopo quattro anni di silenzio, con una nuova band (ma con l’onnipresente Guido Guglielminetti) e con la collaborazione del produttore Corrado Rustici negli arrangiamenti, pubblica "Prendere e lasciare". Nel disco compaiono nuove sonorità e arrangiamenti più moderni e spiazzanti, senza però pregiudicare la ricerca sulla parola che invece si è arricchita.

Dal tour immediatamente successivo, nel 1997, viene tratto un doppio cd (dal vivo) impreziosito dalle inedite canzoni "La valigia dell'attore" (titolo dell'album), scritta per Alessandro Haber, "Dammi da mangiare", già cantata da Angela Baraldi, "Il suono delle campane" e "Non dirle che non è così", struggente versione italiana di "If You See Her, Say Hello" di Bob Dylan.

La raccolta "Curve nella memoria" (uscita nel 1998), destinata principalmente al mercato francese, raccoglie i maggiori successi pubblicati da De Gregori negli ultimi 15 anni per l’etichetta CBS SONY.

Dopo una lunga pausa, il 19 Gennaio 2001 esce il capolavoro "Amore nel pomeriggio", che inaugura per Francesco De Gregori il terzo millennio ed il quarto decennio di attività discografica. Tra le varie canzoni, c'è spazio anche per "Canzone per l'estate", incisa molti anni prima (ma mai interpretata) insieme all'amico De André, scomparso di recente. "Amore nel pomeriggio" conquista la Targa Tenco in qualità di miglior album del 2001 e il titolo di miglior album pop/rock italiano al referendum di Musica & Dischi, mentre alla canzone "Il cuoco di Salò" (arrangiata e prodotta da Franco Battiato) va l’Italian Music Award per il miglior testo.

A partire da marzo, dopo tre anni di assenza dai palcoscenici, De Gregori, sotto la direzione artistica di Guido Guglielminetti, affronta un nuovo tour, accompagnato da Paolo Giovenchi alle chitarre, Greg Cohen, già con Tom Waits, al basso e contrabbasso acustico, Alessandro Svampa alla batteria, Alessandro Arianti al piano e tastiere, Marco Rosini al mandolino e alla chitarra acustica, e, dopo 25 anni dalla sua ultima apparizione, Toto Torquati all’organo Hammond e tastiere. Il tour tocca con successo i maggiori teatri italiani e, dopo una breve pausa, prosegue fino a settembre dando vita al live album "Fuoco amico – live 2001", pubblicato nel gennaio 2002.


Nell'estate dello stesso anno De Gregori intraprende un tour eccezionale insieme a Pino Daniele, Fiorella Mannoia e Ron. Il tour nasce dall’esigenza di verificare lo "stato dell’arte", di questa arte "popolare" che è la musica italiana di qualità, attraverso un nuovo modo di proporla al pubblico, creando così un’eccezionale possibilità di spettacolo.
Questo il motivo per cui quattro tra i più rappresentativi esponenti della nostra "canzone italiana", mettendosi in discussione, hanno accettato la sfida di fondersi in un progetto finalmente unico che, durante l'estate 2002 ha attraversato le nostre più belle piazze e siti storici, andando incontro alla "gente", vera e unica destinataria di tanti successi musicali, che proprio per la "gente" sono stati composti e, in questo eccezionale tour, riproposti: uno spettacolo articolato che, insieme agli spazi di approfondimento di ciascun artista, ha offerto grandi ed inedite esecuzioni d’insieme. In poche parole: un evento che ha fatto sentire e vedere alcune tra le più belle canzoni di oggi, eseguite insieme, nell’intenzione di offrire al pubblico un’unica, eccezionale e difficilmente riproponibile, occasione di emozioni. L'evento viene documentato dal doppio live album "In Tour", pubblicato nel novembre 2002.


Nello stesso periodo esce nei negozi "Il fischio del vapore", l'album di Francesco De Gregori e Giovanna Marini contenente alcune fra le più grandi canzoni popolari italiane riarrangiate per l’occasione ed interpretate a due voci.
Fra i titoli, oltre a "Bella Ciao" nella versione originale, anche "Sacco e Vanzetti", "I treni per Reggio Calabria", "L’abbigliamento di un fuochista" e "Il tragico naufragio della Nave Sirio". L’album è stato registrato con la band di Francesco De Gregori nella sua casa in Umbria.

Il 21 novembre 2003 esce nei negozi l'album "Mix", contenente due dischi nei quali compaiono canzoni registrate in studio e canzoni registrate durante i concerti che hanno preceduto l'uscita di questo album. Da segnalare le canzoni inedite "A chi", versione blues del brano che ha reso celebre Fausto Leali, "Come il giorno", traduzione della canzone "I shall be released" di Bob Dylan, e "Ti leggo nel pensiero", scritta da De Gregori molti anni prima per Ron.

 

Che cosa si può dire ancora del Principe? Di lui hanno detto di tutto: pignolo, impegnato, ermetico, troppo riservato, burbero, scorbutico, anticonformista a tutti i costi. Troppo spesso hanno però dimenticato che a lui si deve il merito di aver inventato la figura del classico cantautore made in Italy e di aver creato, con quella voce quasi nasale e con l’uso largo delle vocali, uno stile tutto particolare di interpretare le canzoni.

Essendo una persona colta, De Gregori ha sempre costruito le sue canzoni avendo come riferimento strutturale e stilistico la migliore produzione poetica europea del Novecento e si serve di questo bagaglio culturale e di quella dote naturale che è la sua poesia (pubblicata anche sui libri scolastici) per vestire le sue canzoni con versi che potrebbero fare anche a meno della musica perché cantano, stranamente, da soli.

C’è ancora qualcuno che pensando a Francesco lo etichetta subito come il cantore politico della Sinistra, ma molti hanno frainteso la buona fede che c’era nelle canzoni di Francesco: "Niente da capire", "Caterina", "Non dirle che non è così", "Raggio di sole", "Due zingari", "La valigia dell’attore" sono forse canzoni politiche? Senza alcun dubbio sono soltanto canzoni d’amore, amore nel senso più universale della parola, sono favole contemporanee dedicate agli esseri umani e alle loro storie, viste attraverso gli occhi e la fantasia di questo artigiano della "chanson". Quanti di noi hanno avuto "Rimmel" o "Buonanotte fiorellino" quale colonna sonora della conquista del cuore o della delusione sentimentale? Si può considerare messaggero politico uno che canta "Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo" oppure "Bellamore, bellamore, fatti guardare, nella luna e nel sole fatti guardare"? E poi perché sforzarsi di capire chi siano realmente Pablo, Cesare, Irene, Anna, Marianna, Mario, Nino, Ninetto, Caterina, Rollo, Eugenio, Lisa, Mimì, Giovanna, Alice, Hood, Hilde e Susanna? La canzone è lì, splendida così com’è, immortale. E poi la musica appartiene a tutti e non bisogna chiedere la tessera del partito per farla ascoltare.

De Gregori, nel bene e nel male, entra di diritto nella storia della musica italiana e abbracciando almeno tre generazioni di ammiratori è stato l’artefice del cambiamento "tecnico" della canzone d’autore, abituata da sempre ad ascoltare brani che cominciavano con "cuore" e finivano con "amore".

Concludendo, si può affermare che De Gregori, invertendo quello che scrisse Giaime Pintor, non è "Rimmel", è "Nobel".

 

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