ITINERARI MOTOCICLISTICI NELLE OROBIE

La Val Grosina - Grosio (Sondrio)

By Alfredmann

Tra le stupende montagne della Valtellina esiste una piccola vallata laterale quasi sconosciuta, ma che, forse proprio per merito questa sua scarsa notorietà, non ha subito la consueta invasione di turisti della domenica. Nei weekend estivi ovviamente il movimento c’e’, ma fuori del periodo centrale dell’estate e nei giorni feriali la valle gode di una splendida quiete.

Niente di meglio quindi che visitarla in moto. Per goderla appieno è necessario affrontare un percorso in gran parte sterrato, quindi bisogna disporre di un mezzo, anche se non specialistico, comunque adatto ai percorsi accidentati. Bisogna perciò disporre almeno di un’enduro stradale o comunque di una moto con un’impostazione similare.

Personalmente mi sono avvalso della collaborazione della mia indomita Africa Twin, fedele compagna di tante avventure, in solitario e con pneumatici stradali. Mi ha aiutato una certa esperienza maturata in tante escursioni fuori dall’asfalto effettuate in questi anni di reciproca convivenza con questa impareggiabile motocicletta.

Perciò chi volesse seguirmi in questa visita virtuale non deve far altro che leggere le brevi note che seguono e guardare le immagini. La qualità non è eccelsa, essendo l’autore un infimo dilettante; la bellezza ed il fascino dei luoghi dovrebbero in qualche modo sopperire.

 

Avanti

 

 

 

 

 

 

 

 

Per raggiungere la nostra meta bisogna abbandonare la SS 38 che risale la Valtellina all’uscita di Grosio e raggiungere il centro dell’abitato. Proprio di fronte al Municipio troviamo l’imbocco della strada che porta alla frazione di Ravoledo. Oltrepassato quest’ultimo centro abitato, la strada inizia a salire più decisamente fino a portarci in quota con l’inizio della Valle. La salita si addolcisce e poco più avanti la piccola vallata si biforca. Si apre infatti alla nostra sinistra un braccio laterale, denominato “Val Grosina Occidentale, anch’essa meritevole di una visita, ma che non fa parte di questo nostro itinerario.

 

 

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Fusino ed il suo piccolo lago

 

In corrispondenza della biforcazione della valle, incontriamo il piccolo centro abitato di Fusino, caratterizzato dalla presenza di un minuscolo lago artificiale. Lo sbarramento, con la sua costruzione ad archi multipli, è ben inserito nel paesaggio.

 

 

 

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Eita.

 

Dopo alcuni chilometri di strada asfaltata si arriva ai piedi di un contrafforte roccioso, al di sopra del quale è situato il piccolo ma incantevole borgo di Eita. Sono poche case, ormai abitate soltanto d’estate, testimonianza di un modo di vivere a stretto contatto con la natura ormai scomparso. A sinistra si apre si apre un altra piccola valle, la valle di Avedo, che termina ai piedi della cima Viola ed è un itinerario prettamente da trekking

 

 

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Inizia lo sterrato

 

Appena giunti ai margini dell’abitato di Eita si vede alla propria destra una grande fontana-abbeveratoio. Pochi metri più avanti, mentre la strada principale prosegue diritta, se facciamo attenzione notiamo, sul pratone alla nostra sinistra una traccia di sterrato. All’apparenza sembra perdersi tra i pascoli, ma guardando un po’ più lontano, noteremo che la strada si addentra profondamente nella valle.

 

 

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Nella valle

 

La strada sterrata inizia a serpeggiare sul versante destro della vallata, tra la vegetazione ormai rada, verso i ghiaioni che si intravedono più avanti

 

 

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Uno sguardo alle spalle

 

Ormai dietro di noi l’abitato di Eita, adagiato nel suo pianoro, conserva il fascino pittoresco di quando gli siamo passati vicino.

 

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Il paesaggio si fa più aspro

 

Ci stiamo addentrando sempre più nella valle, acquistando quota gradualmente. La vegetazione ha ormai lasciato il posto alle rade chiazze d’erba tra le pietraie.

 

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In azione!

 

Ecco l’autore a bordo della sua inseparabile compagna d’avventure in uno dei suoi celebri autoscatti, durante un impegnativo (!) passaggio

 

 

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La valle diventa sempre più angusta.

 

La valle si stringe in una stretta gola tra sfasciumi di roccia e la rada vegetazione. Ormai abbiamo raggiunto un’altitudine ragguardevole, siamo oltre i 2.000 metri; il culmine non dovrebbe essere lontano.

 

 

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L’ultimo contrafforte

 

La nostra strada si contorce in alcuni tornanti per superare un ultimo dislivello. La guida si fa più impegnativa, ma con un po’ d’attenzione si supera senza troppi patemi. Bisogna fare attenzione al fondo smosso ed irregolare, che può causare qualche difficoltà, specie se il mezzo, come in questo caso, è piuttosto pesante.

 

 

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Ecco il passo.

 

La salita si è conclusa. Abbiamo raggiunto il Passo Verva, come si arguisce dal vetusto cartello. Siamo a 2.301 metri.

 

 

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Il riposo del fedele destriero

 

Superato il passo la salita è terminata. E’ il caso di fermarsi un momento a godersi con calma il paesaggio circostante, lasciar scendere le temperature e volgere un’occhiata riconoscente alla compagna di tante avventure.

 

 

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Ghiacci eterni

 

Alla destra del passo notiamo questa vetta appena spruzzata di neve caduta da poco. Siamo nella parte posteriore della Cima Piazzi, l’alto massiccio che sovrasta Bormio La chiazza al centro è un piccolo ghiacciaio, propaggine isolata di quello più esteso che si trova dall’altro lato (per chi è stato a Livigno è quello che si nota scendendo dal Passo del Foscagno).

 

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Discesa dall’altro versante

 

Superato il passo Verva la strada inizia a discendere nella valle sottostante.

 

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Una brutta sorpresa!

 

Poco dopo aver iniziato al discesa ci troviamo purtroppo davanti ad una spiacevole sorpresa. Il Comune di Valdidentro, nel cui territorio stavamo per entrare, ha deciso che sulla parte di sua competenza il traffico a motore è vietato. È quindi impossibile completare il percorso scendendo dalla versante di Bormio. Non rimane che fare dietrofront e ritornare sui nostri passi, ripercorrendo a ritroso la strada appena salita. L’alternativa è quella di proseguire comunque, infrangendo il divieto, azione che è sempre sconsigliata se non si dispone di un’autorizzazione. A parziale consolazione si sappia che la discesa, dopo un primo tratto simile a quello dell’altro versante, giunge in una zona di cave. Da qui la strada, pur rimanendo sterrata, è continuamente battuta da mezzi di cantiere, perciò risulta assai poco interessante, dato il fondo compatto ed a tratti scivoloso.

 

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Beh, almeno una sbirciatina…..

 

Superiamo almeno la prima balza rocciosa per gettare uno sguardo sulla Val Viola. Per chi frequenta la zona, questa valle è quella che sbocca qualche chilometro sopra Semogo, sulla strada del Foscagno.

 

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 precedente                            FINE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il nostro viaggio è terminato. Le immagini possono restituire solo parzialmente la bellezza dei luoghi e la suggestione di certi scorci. Inoltre, per chi ama il fuoristrada non troppo impegnativo, questa è una delle ormai pochissime strade non asfaltate che si possano percorrere liberamente, non ancora raggiunte dall’imperante fobia per i motofuoristradisti e la loro immeritata fama di nemici della natura.

 

 

 

 

Queste pagine sono state realizzate per puro diletto. Se qualcuno, dopo averle visitate, farà un clic qui alfredmann@libero.it inviandomi i suoi commenti e le sue impressioni, mi riterrò adeguatamente remunerato. Ancor di più se qualcuno deciderà di visitare di persona questi luoghi e mi racconterà la sua esperienza

Un particolare ringraziamento ai frequentatori del newsgroup it.hobby.motociclismo un luogo d’incontro virtuale che, in qualche anno di frequentazione, mi ha consentito di accumulare un notevole bagaglio di esperienze tecniche e umane e di fare la conoscenza di alcune persone che mi onorano della loro disinteressata amicizia.

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Alfredmann                                                                                                             torna all’inizio