Agenzia di Stampa

Anno 1 Numero 37 Mercoledì 18.12.02 ore 23.45

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Direttore Responsabile Guido Donati

   

Preoccupante aumento dell'Herpes Virus genitale

 

 

di di Guido Donati *

La diminuita attenzione nella prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse sta dando i suoi nefasti risultati, oltre all'aumento dell'Aids e dei Papova Virus (HPV) implicati nella genesi del cancro del collo dell'utero, si è costatato un aumento preoccupante dell'Herpes Simplex genitale. Dalle statistiche riportate su varie pubblicazioni, questo virus sarebbe la prima causa di lesioni ulcerative genitali e colpirebbe circa il 22% della popolazione statunitense. Uno dei problemi maggiori, legati a questo virus, è determinato dal ripetersi delle manifestazioni durante periodi di diminuzione delle difese immunitarie; ciò non va visto solo sotto il profilo del disagio per la persona che ne viene colpita e per la possibilità di contagiare il virus, ma anche come rischio che attraverso le ulcerazioni genitali possano penetrare altri microrganismi quali l'HIV, l'HPV e gli altri agenti in causa nelle malattie sessualmente trasmesse. Gli Herpes Virus Simplex sono due, l'HSV-1 e l'HSV-2. Il primo colpisce per l'80% soprattutto le labbra e per il 20% i genitali, il secondo per l'80% i genitali e per il 20% le labbra. David N. Fisman della McMaster University di Hamilton (Ontario - USA) ha previsto che se non si correrà al riparo con campagne di informazione adeguate entro il 2025 le infezioni genitali da HSV-2 colpiranno nella fascia fra i 15 e i 39 anni il 49% delle donne statunitensi e il 39% degli uomini. Ovviamente il danno sarà anche economico e la spesa pubblica per i nuovi casi passerà da 1,8 miliardi di dollari del 2000 a 2,7 miliardi, naturalmente rivalutati. Se non si pensa alla salute forse le tasche spingeranno la gente a promuovere nuovi interventi preventivi. Si debbono effettuare campagne informative che oltre a spiegare la pericolosità delle malattie sessualmente trasmesse promuovano l'uso dei test atti ad individuare i soggetti colpiti dall'HSV, già nella fase più precoce, prima delle manifestazioni, intervenendo con le terapie adeguate e che spingano la gente all'utilizzo dei profilattici. Vi è anche la speranza di produrre un vaccino per l'Herpes simplex. L'ultima novità viene dall'University of Texas Medical Branch (USA) dove il vaccino è stato testato per 19 mesi su 847 persone per l'Herpes simplex tipo 2  e sembra funzionare sul 73% delle donne sane per i maschi la percentuale si è rivelata più bassa. Se il vaccino dovesse rispondere positivamente, si avrebbero un minor numero di malati e quindi un minor rischio di contagio.

* Dott. Guido Donati - specialista in venereologia

 

 

 

 

 

 

 

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