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di
Guido Donati
Siamo
giunti al terzo millennio e si continua a consigliare ai giovani di
astenersi dai rapporti sessuali per evitare le malattie sessualmente
trasmesse. Da ricerche effettuate da più parti emerge che i giovani
iniziano i primi rapporti senza sapere nulla sulle malattie
sessualmente trasmesse, né sui modi per prevenirle e tanto meno su
come vadano utilizzati i profilattici. Vi è una mancanza quasi
totale di interesse da parte della comunità di informare i ragazzi
sui problemi che incontreranno, proprio nel momento in cui ci
sarebbe il bisogno maggiore di conoscenza. Non parliamo solo
dell'Aids, ma anche dei papovavirus che sono la causa principale
dello sviluppo del cancro del collo dell'utero. L'assenza di
informazioni si traduce nell'aumento dei casi di Aids proprio nella
fascia di età che va dai 15 ai 24 anni, e la metà dei nuovi casi
si presenta proprio in questo gruppo. Se si vogliono
costruire programmi di prevenzione efficaci si deve dare per
scontato che i giovani hanno rapporti sessuali anche prima
dei 15 anni. L'esempio della Thailandia ci dovrebbe far pensare.
Dopo una campagna importantissima per l'uso dei profilattici, dal
1991 al 1995 l'uso di questi è passato dal 60% a quasi il 95% e ne
è conseguita una riduzione dei sieropositivi maschi dal 1992 al
1997 dall'8% a meno del 3%. In Brasile le campagne di prevenzione
hanno portato l'uso del profilattico durante il primo rapporto dal 1986 al
1993 dal 5% al 50% e le vendite dal 1993 al 1999 sono quasi quintuplicate.
Per vincere la battaglia alle malattie sessualmente
trasmesse bisogna:
-
dare
ai giovani conoscenze ed informazioni chiare ed esaustive
-
dare
le basi per mettere in pratica tali conoscenze
-
far
crollare il muro della vergogna, della paura e dei sensi di
colpa che accompagnano la sessualità
-
abolire
le discriminazioni
-
raggiungere
i giovani nelle scuole con personale qualificato atto a
istruirli ed ascoltarli
-
fornire
visite e test gratuiti
-
fornire
profilattici gratuiti o a basso costo
-
raggiungere
i giovani a rischio
-
incoraggiare
il lavoro e la partecipazione dei giovani
-
coinvolgere
i giovani che convivono con l'HIV
-
verificare
la qualità dei servizi
Oggi
l'unica arma per prevenire le malattie sessualmente trasmesse è il
profilattico, è riconosciuto anche da Organizzazioni Mondiali
Socio-Sanitarie "super partes", ma sottolineano il fatto
che un uso inappropriato ne può determinare l'inefficacia.
Ci associamo alle rimostranze del prof. Ferdinando Aiuti che
ha criticato l'opuscolo che sarà distribuito prossimamente ai
giovani in un numero di 1.300.000 copie, fatto dai Ministeri della
Sanità e della Pubblica Istruzione, per la prevenzione dell'Aids. Concordiamo anche
sull'assurdità di trasformare il termine Malattie Sessualmente
Trasmesse in "Mamma Sono Triste", e come dice Aiuti è ''negativo, pessimista, come se
già i giovani ne fossero affetti," proponendo il ricorso alla mamma
piuttosto che al medico. L'Anlaids consiglia che la sigla MST
eventualmente corrisponda a "Mai Senza Te", intendendo il profilattico.
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