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di Guido Donati e Paola Franz
Da quando nel 1981 furono segnalati i
primi casi di AIDS e fu prospettata una visione apocalittica delle
conseguenze di questa pandemia le cose sono molto cambiate. Grazie
alla prevenzione che è stata esercitata all'inizio, soprattutto tra
la comunità omosessuale e nei riguardi dei tossicodipendenti, nei
paesi industrializzati la progressione della malattia è stata
inferiore alle previsioni; ma questi dati non ci debbono
tranquillizzare in quanto da alcuni anni vi è una scarsa attenzione
da parte degli eterosessuali con un conseguente aumento
impressionante della malattia. Nei paesi poveri vi è stata
pochissima prevenzione, ritenendola un inutile sperpero di
denaro.... come al solito! Naturalmente, oltre alle spaventose
dimensioni che questa malattia ha raggiunto in posti come l'Africa
dove i malati di AIDS arrivano oggi a 29.000.000, non si è tenuto
conto che le malattie non hanno confini. Purtroppo le ultime notizie
provenienti dalla Conferenza Mondiale, che si sta svolgendo a
Barcellona, non sono tranquillizzanti. Secondo il rapporto dell'UNAIDS
l'epidemia è solo all'inizio. Si calcola che tra il 2000 e il 2020,
nei 45 Paesi maggiormente colpiti, probabilmente moriranno 68
milioni di persone, 55 milioni solo in Africa, contro i 13 milioni
degli ultimi 20 anni. Solo 730.000 persone nel mondo, meno del 2%,
ricevono le terapie. Nell'Africa subsahariana la speranza di vita
media si è spostata da 62 anni di età a 47; in Botswana, vi è il più
alto indice al mondo di sieropositivi, il 39% degli adulti, ciò si
traduce in una enorme diminuzione della forza lavoro; tutti i
comparti vengono colpiti, compreso quello dell'istruzione. La
popolazione diviene sempre più povera e aumentano i flussi migratori
verso l'Occidente che già ne aveva minato l'economia,
automaticamente la malattia si sparge a macchia d'olio dai Paesi
poveri a quelli ricchi. In Asia nel 2001 sono state infettate un
milione di persone, cioè 3000 al giorno, 125 l'ora, il rapporto
dell'UNAIDS prevede un'espansione della malattia simile a quella
dell'Africa. In Cina c'è stato un aumento del 70% solo nella prima
metà del 2001. Anche nella ex Unione Sovietica i dati sono
allarmanti si valuta che nei prossimi 5 anni una persona su 20 si
infetterà con il virus. L'Ukraina è il paese più colpito d'Europa.
La speculazione occidentale della prostituzione a basso costo si
traduce in malattia.
In Italia ogni giorno si infettano 10-15 persone, 4.500 l'anno. Nel
1987 il Ministero della Sanità indicava come percentuali di
sieropositivi, tra le categorie più colpite, il 56,4% fra i
tossicodipendenti, il 24,9% per gli omosessuali e il 1,6% tra gli
eterosessuali con contatti a rischio. Attualmente i più colpiti sono
gli eterosessuali 34,3%, quindi i tossicodipendenti 32,5% e gli
omosessuali 17,8%. La metà dei 110.000 sieropositivi italiani non sa
di essere stata contagiata; il 62% delle persone arriva negli
ospedali, con i sintomi della malattia, ignorando di esserne
affetta. Negli ultimi anni vi è stato un costante calo
dell'attenzione, soprattutto perché l'informazione si è ridotta
notevolmente, ciò ha causato ignoranza sull'argomento
particolarmente tra i più giovani. Questo coincide con la situazione
mondiale dove la maggior parte dei giovani non sa come si trasmette
ne come si previene l'AIDS. Inoltre vi è l'illusione di essere
immuni ("non è una cosa che mi riguarda") e che comunque esistono le
cure. L' 80% dei contagi avviene per via sessuale, in particolare i
più colpiti sono i maschi fra i 40 e i 60 anni che hanno rapporti
con prostitute o occasionali e le donne che sono contagiate dal
partner fisso (39,3%). L'unica arma di difesa è il profilattico che
purtroppo ha un alto costo per i giovani e molti uomini che vanno
con la prostitute non vuole utilizzarlo. Inoltre circa il 50% dei
transessuali è sieropositivo.
Il virus dell'AIDS ha sviluppato nei vari Paesi ben 25 mutazioni
genetiche (11 sottotipi e 14 forme ricombinanti) con caratteristiche
nuove e resistenze ai farmaci. In Europa occidentale e negli Stati
Uniti predomina il sottotipo HIV-B, in Africa soprattutto HIV-A e
HIV-C. Gli studi sui farmaci sono stati effettuati sull'HIV-B, in
Africa il virus è resistente ai nostri farmaci, sarà necessario
studiare nuove terapie.
La prevenzione deve essere globale. Aristotele scriveva: "vedrà
meglio le cose colui che ne seguirà lo sviluppo fin dalle origini".
Le malattie a trasmissione sessuale hanno delle caratteristiche di
propagazione particolari, seguono i costumi sessuali dei popoli. La
sifilide iniziò a propagarsi nel 1495 e fino al 1945 seminò il
terrore in tutto il mondo.
Epidemia HIV/Aids alla fine
del 2001
Persone che hanno l'HIV/Aids
40.000.000
Nuove infezioni HIV/Aids 5.000.000
Morti per Aids 3.000.000
Bambini orfani per l'Aids 14.000.000
Nord America 950.000
Caraibi 420.000
America Latina 1.500.000
Europa occidentale 550.000
Europa Orientale e Asia centrale
1.000.000
Asia orientale e Pacifico 1.000.000
Asia del sud e sudorientale 5.600.000
Africa del Nord e Medio Oriente
500.000
Africa subsahariana 28.500.000
Australia e Nuova Zelanda 15.000
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