Anno 2 Numero 59 Mercoledì 21.05.03 ore 23.45 |
|
Direttore Responsabile Guido Donati |
LA TECNOLOGIA IN AIUTO DI SAMARCANDA
Il professor ingegner Gabriele Fangi, docente di Rilievo fotogrammetrico dell’Università Politecnica delle Marche, in partenza con un’équipe del Cnr per studiare il mausoleo di Tamerlano La tecnologia non guarda solo al futuro: indaga nel passato, ed è qui che può trovare forse uno dei suoi suo utilizzi più nobili: il recupero altrimenti impossibile di dati e di testimonianze storiche destinati a soccombere al passare del tempo. Questa volta ci si occupa di Samarcanda, una città leggendaria che Tamerlano fondò tra Trecento e Quattrocento perché fosse la capitale del suo sconfinato impero esteso dalla Cina alla Turchia. Poche sono le architetture che restano, in prevalenza moschee, in un tessuto urbano povero e scarsamente conservato, alcune delle quali però sono servite da modello per edifici posteriori celeberrimi: le cupole del mausoleo di Tamerlano, il celebre Gur-i Amir, per esempio, con la caratteristica forma a cipolla, hanno ispirato l’architettura del Cremlino e del Taj-Mahal. Ricoperte interamente da una caratteristica ceramica azzurra di tradizione locale, le cupole di Samarcanda sono soggette a degrado: in particolare, accanto al distacco disastroso di molte formelle in ceramica, si segnala il preoccupante cedimento delle volte, in più punti deformate dall’abbassamento del terreno spesso causato da costruzioni posteriori in cemento armato. Per mettere riparo a tale situazione, è necessaria un’indagine approfondita che in questi anni è stata avviata dal Cnr. Ne è ideatore l’architetto Luciano Cessari, che ha voluto al suo fianco, per i complessi rilievi fotogrammetrici, l’ingegner Gabriele Fangi, docente di Fotogrammetria della Facoltà di Ingegneria dell’Università Politecnica delle Marche. Lunedì prossimo parte per l’Uzbekistan una nuova spedizione per approfondire lo studio e controllare la curvatura appunto della cupola maggiore del mausoleo di Tamerlano, il Gur-i Amir. Racconta il professor Fangi: “Abbiamo condotto varie campagne di rilievo a Samarcanda: una in particolare sul cimitero regale del 1000 circa dal nome Sha Zinda (il re è andato via). I templi timuridi – continua Fangi – dal nome di Tamerlano, Timur lo Zoppo, vissuto tra il 1336 e il 1405, sono caratterizzati da questa preziosa ceramica azzurra, della quale oltre alla situazione statica va controllata anche la colorazione: ogni mutamento, ogni sfumatura può essere sintomo di cedimento o di distacco”.
|
Inizio pagina | Home | Archivio | Motori di Ricerca | Links | mail |
Autorizzazione del Tribunale di Roma n 524/2001 del 4/12/2001 Agenzia di Stampa a periodicità Settimanale |