Anno 2 Numero 49 Mercoledì 12.03.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

  

ENTI RICERCA: BIANCO (CNR) CHIEDE AL PARLAMENTO MODIFICHE RADICALI AL DECRETO DI RIFORMA

www.cnr.it 

Il Presidente del CNR Lucio Bianco ha denunciato oggi in Parlamento i rischi di controllo politico e perdita di autonomia del mondo della ricerca connessi all’approvazione dell’attuale schema di riforma dell’Ente e ha presentato una serie di proposte per migliorare il testo

Forte controllo politico sul Consiglio Nazionale delle Ricerche e perdita totale di autonomia da parte della comunità scientifica. Il Presidente del CNR, Lucio Bianco, ha sintetizzato così in un’audizione svoltasi oggi in Parlamento gli elementi più gravi contenuti nel decreto di riordino degli enti pubblici di ricerca varato nel gennaio scorso dal Governo.
Ai membri della cosiddetta Bicameralina (Commissione parlamentare consultiva in ordine all’attuazione della riforma amministrativa ai sensi della legge 15/03/1997, n. 59) Bianco ha sottolineato che l’approvazione dell’attuale schema di riordino del CNR determinerebbe una inusuale politicizzazione di tutti gli organi di governo dell’ente: dal Consiglio di Amministrazione (quattro membri su sei sarebbero di nomina politica) al Consiglio Scientifico, fino al Comitato di Valutazione e ai responsabili dei nuovi Dipartimenti. 
Sono in particolare questi ultimi – strutture intermedie tra il Consiglio di Amministrazione del CNR e i suoi Istituti - a preoccupare Bianco, perché oltre a introdurre un controllo politico sulla ricerca violerebbero pesantemente “l’autonomia organizzativa dell’ente e quella di bilancio degli Istituti” e “introdurrebbero nuovi elementi di rigidità amministrativa di cui il CNR non ha proprio bisogno”.
Lucio Bianco ha poi denunciato ai rappresentanti del Parlamento la filosofia complessiva del decreto di riforma, in quanto esclude la rappresentanza della comunità scientifica a qualunque livello e stravolge completamente la funzione del CNR che da ente non strumentale – e quindi dotato di completa autonomia garantita dalla Costituzione – verrebbe trasformato in organo strumentale del Governo: “Lo dimostra la scomparsa del potere regolamentare da sempre riconosciuto al CNR e la necessità di ottenere, per ogni atto, espressa approvazione da parte del Ministero della Ricerca. Una impostazione dirigistica, che contrasta con l’ispirazione liberale dell’attuale Governo”.
Un altro dei punti critici che il Presidente del CNR ha sottolineato nel corso dell’audizione riguarda l’aspetto finanziario: “Il decreto – denuncia Bianco – conferma lo stato di perenne incertezza sulle assegnazioni economiche che caratterizza il mondo della ricerca in Italia, visto che tutto dipende da decisioni prese anno per anno; un metodo che all’estero considerano inconcepibile”.
Al termine dell’audizione, Lucio Bianco ha consegnato al Parlamento un documento contenente alcune proposte (Ruolo ed autonomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, consultabile sul sito www.stampa.cnr.it) e ha fatto appello alla sensibilità di deputati e senatori affinché modifichino un testo elaborato senza alcun contributo da parte della comunità scientifica: “Un grave atteggiamento di disattenzione ancora recuperabile – ha concluso Bianco – che riporterebbe tranquillità in un ambiente seriamente preoccupato per il futuro della ricerca in Italia”.

Roma, 11 marzo 2003

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