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Il computer come risorsa per curare le malattie Si chiude a Rovereto la tre giorni dedicata a informatica e biologia dei
sistemi
Università degli Studi di Trento
Successo del primo incontro tra medici e informatici su questo tema
Rovereto, 26 febbraio 2003 - Al termine delle tre giornate di studio,
organizzate dall'Università di Trento in collaborazione con il Comune di
Rovereto, il bilancio del convegno sulla biologia dei sistemi e
sull'informatica come risorsa per la cura e la prevenzione delle malattie
è estremamente positivo. Oltre 90 informatici, matematici e biologi da
tutto il mondo si sono incontrati per la prima volta per discutere delle
nuove frontiere della ricerca nel campo della lotta alle grandi malattie,
come il cancro, l'AIDS, la sclerosi multipla e le altre gravi patologie
infettive, che colpiscono l'uomo contemporaneo.
"I lavori del convegno - ha detto il professor Corrado Priami del
Dipartimento di Informatica e Telecomunicazioni dell'Università di Trento
- hanno visto una partecipazione attiva da parte di numerosi esperti del
settore e molte sono le iniziative congiunte che nasceranno proprio da
questo incontro, soprattutto a livello europeo, nel settore della ricerca.
Il convegno ha rappresentato un'opportunità unica per incontrarsi e
confrontarsi e per dar vita ad una vera e propria comunità scientifica
dedicata alla realizzazione dei metodi computazionali per la biologia dei
sistemi. Si sono ulteriormente rafforzati anche i rapporti di
collaborazione con i medici italiani, impegnati insieme agli informatici e
ai matematici nella sfida alle grandi patologie".
Dai lavori del convegno è emersa, inoltre, nell'intervento del professor
Ehud Shapiro, del Weizmann Institute of Science (Israele), la possibilità
di costruire computer biologici, vale a dire sistemi molecolari che si
possono utilizzare per calcolare funzioni normalmente eseguite su computer
elettronici. Un prototipo di calcolatore biologico (della dimensione di un
microlitro di sostanza) è stato realizzato dall'equipe di Shapiro, che ha
annunciato durante il convegno la pubblicazione nel "Guinness dei
primati 2003" dell'avvenuta realizzazione di questo prototipo, la più
piccola macchina calcolatrice biologica mai costruita.
La biologia dei sistemi mira infatti a definire un modello dettagliato e
comprensibile per l'analisi e la simulazione del comportamento delle
cellule umane. La sfida del ventunesimo secolo sarà, infatti, quella di
comprendere come componenti biologiche individuali si integrano in sistemi
complessi, e come le patologie dovute a variazioni genetiche e stimoli
ambientali agiscono e si evolvono. Un primo passo per studiare
l'interazione dei farmaci con questi processi. I biologi e i medici
intervenuti al convegno hanno riconosciuto la necessità di procedere
nella sperimentazione ricorrendo proprio alle tecnologie informatiche per
gestire l'enorme quantità di informazioni raccolte. Il progetto è
chiaramente molto ambizioso e richiederà sicuramente molti passi
intermedi e progetti pilota, ma i presupposti per avere risultati
ragionevoli ci sono.
Attraverso il lavoro del computer è possibile simulare il meccanismo di
trasmissione che genera le malattie, ricreando e valutando adeguatamente
anche ogni reazione intermedia. Uno studio che finora è stato possibile
soltanto, in tempi lunghi, attraverso l'impiego di cavie animali o
effettuando esperimenti con il sangue delle persone malate, trattato con
sostanze chimiche per accelerare le reazioni patologiche. Le tecnologie
informatiche, applicate alla biologia e alla medicina, permetteranno,
dunque, di risparmiare tempo e risorse economiche, oltre a garantire un
minor utilizzo di cavie o prelievi. I sistemi informatici di nuova
concezione che saranno elaborati consentiranno, infatti, di aiutare il
lavoro dei biologi, offrendo loro modelli di previsione ragionevoli da
sottoporre a verifica e eventualmente validare, attraverso esperimenti con
le tecniche "tradizionali".
Scheda
Metodi Computazionali per la biologia dei sistemi
Una nuova area di ricerca interdisciplinare al servizio della salute
La combinazione di dati sperimentali e avanzate teorie formali delle
scienze informatiche per formulare modelli dinamici di interazione
molecolare è un passo decisivo per la comprensione del comportamento e
delle alterazioni dei processi cellulari e per lo studio della genesi
delle malattie. Conoscere i sintomi, le caratteristiche e le relazioni
genetiche delle varie patologie e fornire dati attendibili e precisi, con
un notevole risparmio in termini di tempo e di costi, sarà dunque sempre
più semplice. La simulazione informatica consentirà, infatti, di ridurre
il numero di esperimenti di tipo tradizionale, scartando tutte le ipotesi
errate.
Ma a quali patologie potranno essere applicati questi straordinari sistemi
di analisi e previsione? Tra le applicazioni più interessanti vi è la
ricerca di una cura per il cancro, per l'AIDS e per numerose malattie
croniche (come il diabete) e infettive. L'origine e la trasmissione nel
corpo umano di molte gravi patologie potrà essere studiata grazie a
questi modelli computerizzati, frutto della collaborazione tra
informatici, matematici e biologi. Una stretta sinergia che ha già
suscitato un fortissimo interesse da parte di alcune importanti industrie
e case farmaceutiche internazionali (Microsoft, IBM, Pharmacia Corporation,
Hybrigenics...), per le possibili ricadute in campo terapeutico.
Il progetto - denominato Mobydic - che rientra nelle priorità del sesto
programma quadro della Commissione Europea, è il frutto della sinergia di
un gruppo di lavoro internazionale, composto da un centinaio di studiosi,
e coordinato dal professor Corrado Priami del Dipartimento di Informatica
e Telecomunicazioni dell'ateneo trentino.
Per informazioni:
prof. Corrado Priami - Dipartimento di Informatica e Telecomunicazioni
tel. 0461/882085 - priami@dit.unitn.it
ufficio.stampa@unitn.it
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