Anno 2 Numero 47 Mercoledì 26.02.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati


Il computer come risorsa per curare le malattie Si chiude a Rovereto la tre giorni dedicata a informatica e biologia dei sistemi

Università degli Studi di Trento

Successo del primo incontro tra medici e informatici su questo tema

Rovereto, 26 febbraio 2003 - Al termine delle tre giornate di studio, organizzate dall'Università di Trento in collaborazione con il Comune di Rovereto, il bilancio del convegno sulla biologia dei sistemi e sull'informatica come risorsa per la cura e la prevenzione delle malattie è estremamente positivo. Oltre 90 informatici, matematici e biologi da tutto il mondo si sono incontrati per la prima volta per discutere delle nuove frontiere della ricerca nel campo della lotta alle grandi malattie, come il cancro, l'AIDS, la sclerosi multipla e le altre gravi patologie infettive, che colpiscono l'uomo contemporaneo.
"I lavori del convegno - ha detto il professor Corrado Priami del Dipartimento di Informatica e Telecomunicazioni dell'Università di Trento - hanno visto una partecipazione attiva da parte di numerosi esperti del settore e molte sono le iniziative congiunte che nasceranno proprio da questo incontro, soprattutto a livello europeo, nel settore della ricerca. Il convegno ha rappresentato un'opportunità unica per incontrarsi e confrontarsi e per dar vita ad una vera e propria comunità scientifica dedicata alla realizzazione dei metodi computazionali per la biologia dei sistemi. Si sono ulteriormente rafforzati anche i rapporti di collaborazione con i medici italiani, impegnati insieme agli informatici e ai matematici nella sfida alle grandi patologie".
Dai lavori del convegno è emersa, inoltre, nell'intervento del professor Ehud Shapiro, del Weizmann Institute of Science (Israele), la possibilità di costruire computer biologici, vale a dire sistemi molecolari che si possono utilizzare per calcolare funzioni normalmente eseguite su computer elettronici. Un prototipo di calcolatore biologico (della dimensione di un microlitro di sostanza) è stato realizzato dall'equipe di Shapiro, che ha annunciato durante il convegno la pubblicazione nel "Guinness dei primati 2003" dell'avvenuta realizzazione di questo prototipo, la più piccola macchina calcolatrice biologica mai costruita.
La biologia dei sistemi mira infatti a definire un modello dettagliato e comprensibile per l'analisi e la simulazione del comportamento delle cellule umane. La sfida del ventunesimo secolo sarà, infatti, quella di comprendere come componenti biologiche individuali si integrano in sistemi complessi, e come le patologie dovute a variazioni genetiche e stimoli ambientali agiscono e si evolvono. Un primo passo per studiare l'interazione dei farmaci con questi processi. I biologi e i medici intervenuti al convegno hanno riconosciuto la necessità di procedere nella sperimentazione ricorrendo proprio alle tecnologie informatiche per gestire l'enorme quantità di informazioni raccolte. Il progetto è chiaramente molto ambizioso e richiederà sicuramente molti passi intermedi e progetti pilota, ma i presupposti per avere risultati ragionevoli ci sono.
Attraverso il lavoro del computer è possibile simulare il meccanismo di trasmissione che genera le malattie, ricreando e valutando adeguatamente anche ogni reazione intermedia. Uno studio che finora è stato possibile soltanto, in tempi lunghi, attraverso l'impiego di cavie animali o effettuando esperimenti con il sangue delle persone malate, trattato con sostanze chimiche per accelerare le reazioni patologiche. Le tecnologie informatiche, applicate alla biologia e alla medicina, permetteranno, dunque, di risparmiare tempo e risorse economiche, oltre a garantire un minor utilizzo di cavie o prelievi. I sistemi informatici di nuova concezione che saranno elaborati consentiranno, infatti, di aiutare il lavoro dei biologi, offrendo loro modelli di previsione ragionevoli da sottoporre a verifica e eventualmente validare, attraverso esperimenti con le tecniche "tradizionali".

Scheda

Metodi Computazionali per la biologia dei sistemi
Una nuova area di ricerca interdisciplinare al servizio della salute
La combinazione di dati sperimentali e avanzate teorie formali delle scienze informatiche per formulare modelli dinamici di interazione molecolare è un passo decisivo per la comprensione del comportamento e delle alterazioni dei processi cellulari e per lo studio della genesi delle malattie. Conoscere i sintomi, le caratteristiche e le relazioni genetiche delle varie patologie e fornire dati attendibili e precisi, con un notevole risparmio in termini di tempo e di costi, sarà dunque sempre più semplice. La simulazione informatica consentirà, infatti, di ridurre il numero di esperimenti di tipo tradizionale, scartando tutte le ipotesi errate.
Ma a quali patologie potranno essere applicati questi straordinari sistemi di analisi e previsione? Tra le applicazioni più interessanti vi è la ricerca di una cura per il cancro, per l'AIDS e per numerose malattie croniche (come il diabete) e infettive. L'origine e la trasmissione nel corpo umano di molte gravi patologie potrà essere studiata grazie a questi modelli computerizzati, frutto della collaborazione tra informatici, matematici e biologi. Una stretta sinergia che ha già suscitato un fortissimo interesse da parte di alcune importanti industrie e case farmaceutiche internazionali (Microsoft, IBM, Pharmacia Corporation, Hybrigenics...), per le possibili ricadute in campo terapeutico.
Il progetto - denominato Mobydic - che rientra nelle priorità del sesto programma quadro della Commissione Europea, è il frutto della sinergia di un gruppo di lavoro internazionale, composto da un centinaio di studiosi, e coordinato dal professor Corrado Priami del Dipartimento di Informatica e Telecomunicazioni dell'ateneo trentino.

Per informazioni:
prof. Corrado Priami - Dipartimento di Informatica e Telecomunicazioni
tel. 0461/882085 - priami@dit.unitn.it

ufficio.stampa@unitn.it   

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