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ELABORATA NUOVA TECNICA MATEMATICA
CHE RISOLVE I FLUSSI TURBOLENTI
La rivista Science pubblica un nuovo metodo fisico-matematico che fa luce sulla dinamica dei flussi turbolenti, elaborato da un gruppo internazionale di ricercatori tra cui quelli dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” del Consiglio Nazionale delle Ricerche
(IAC-CNR)
www.cnr.it
Roma, 1 agosto 2003 - Gli aerei, si sa, sono soggetti a fenomeni di turbolenza, così come le automobili. Ma sulla dinamica che governa questi flussi turbolenti – di estrema complessità e di enorme rilevanza pratica – se ne sa ancora poco. A fare luce su una delle ultime frontiere aperte della fisica classica arriva l’applicazione di un metodo fisico-matematico altamente innovativo, elaborato da un gruppo internazionale di ricercatori, di cui fa parte Sauro Succi, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma (IAC-CNR) e pubblicato ora sulla prestigiosa rivista Science.
“Questo nuovo modello – spiega Succi - è basato sui concetti portanti della meccanica statistica, in base ai quali i fluidi vengono modellati secondo una concezione atomistica (di Boltzmann) piuttosto che come mezzi continui (approccio tradizionale). Il risultato e' un metodo matematico-numerico (noto oggi come Lattice Boltzmann) di grande eleganza matematica ed efficienza computazionale che permette, come dimostrato nell'articolo, di calcolare una vasta categoria di flussi turbolenti con un grado di accuratezza ed efficienza decisamente superiore a quello dei metodi classici”.
La ricerca - alla quale hanno partecipato scienziati delle università statunitensi di Yale e Boston e della Azienda hi-tech di Boston EXA - aiuta a chiarire una questione da tempo irrisolta: infatti, nonostante le equazioni di base che governano i moti turbolenti siano conosciute da oltre un secolo, la loro soluzione pratica si e' rivelata di eccezionale difficoltà, al punto da eludere a tutt'oggi le più avanzate tecniche matematiche, sia di tipo analitico che numerico.
“Questo studio – conclude il ricercatore del CNR – può avere importanti riflessi in meteorologia, in biologia, in ingegneria, scienze dell’ambiente e dei materiali, e dimostra anche come la giusta sinergia tra gruppi di ricerca pubblica e privata possa dar luogo a risultati che coniugano l'assoluta eccellenza scientifica a livello mondiale con l'estrema rilevanza pratica ed industriale”.
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