Anno 2 Numero 76 Mercoledì 17.09.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

Siamo al sicuro dai lampi di raggi gamma?


Lampi di raggi gamma: le esplosioni più potenti nell’universo
17 Settembre 2003
Tutti i giorni, per una manciata di secondi, la Terra viene bombardata dai raggi gamma originati da esplosioni cataclismiche in lontane galassie. Queste esplosioni, simili a quelle delle supernove, sono conosciute come ‘lampi di raggi gamma’ o GRB (Gamma Ray Bursts).
 
Con l’aiuto dell’osservatorio a raggi X dell’ESA, XMM-Newton, gli astronomi stanno concentrando i propri sforzi per comprendere le cause di queste straordinarie esplosioni a partire dai raggi X emessi per alcuni giorni dopo il lampo iniziale.  
 
Un pericolo per la vita?
 
Tuttavia, se si considera la violenza del processo, nasce spontanea la domanda: cosa accade allo spazio circostante a un GRB? Alcuni anni fa, alcuni astronomi ipotizzarono che un GBR potesse cancellare tutta la vita della galassia ospitante.

Oggi, quella visione sembra avere un carattere pessimista dato che gli ultimi dati raccolti dimostrano che i GRB indirizzano la propria energia lungo due stretti raggi, come farebbe un faro sulla Terra, piuttosto che esplodere in tutte le direzioni come un ordigno.

Questo però non equivale a dire che i GRB sono innocui. Secondo alcune teorie qualsiasi oggetto incontrato dal raggio fino a una distanza di 200 anni luce viene vaporizzato.
 
 
Vi sono stati GRB nella nostra galassia?
 
Anche se nessuno dei GRB recentemente rilevati sembra essere abbastanza potente, gli eventi di un passato lontano sono tutta un’altra cosa. “La nostra galassia è disseminata di residui di supernove, perciò sospetto che molto probabilmente si siano verificati parecchi GRB” ha dichiarato Norbert Schartel, astronomo dell’ESA.
 
 
XMM-Newton
Mentre gli astronomi devono ancora rilevare un GRB davvero vicino, potrebbero aver già individuato quelli più lontani. Il telescopio spaziale Integral, l’osservatorio ESA a raggi gamma, continua infatti a raccogliere quotidianamente dati inestimabili sui GRB, ma l’anno scorso XMM-Newton ha registrato il bagliore residuo in affievolimento dei raggi X che accompagnavano un GRB.

Quando Schartel e i suoi collaboratori hanno analizzato i risultati, hanno scoperto che i raggi X contenevano le ‘impronte digitali ’ del gas incandescente, come un equivalente ai raggi X della luce di un tubo al ‘neon’.
 
 
A distanza di mesi dal lampo di raggi gamma, il bagliore residuo si spegne
La correlazione tra GRB e esplosioni stellari
 
Questa è stata la prima vera prova che i GRB erano correlati a esplosioni stellari, simili alle supernove. Recentemente questa correlazione è stata rafforzata dalla cattura da parte di XMM-Newton di un nuovo bagliore residuo di raggi X con caratteristiche simili.

Utilizzando questi dati e la scoperta di esplosioni visibili di alcuni GRB da parte del Telescopio Spaziale Hubble di NASA/ESA, gli astronomi sono riusciti a ricostruire uno scenario degli eventi.
 
 
Dunque parrebbe che l’esplosione della stella rappresenti solamente la prima fase. Il GRB stesso viene talvolta generato successivamente ma non si è ancora potuto stabilire se si tratta di ore, giorni o persino settimane dopo. Il GRB si verifica quando il centro della stella esplodente si trasforma in ‘buco nero’ e i raggi X vengono rilasciati quando l’onda d’urto del GRB si scontra con il gas generato dall’esplosione originale della stella.
 
 
I GRB rappresentano un rischio per l’umanità?
 
Rimane ancora una domanda: potremmo essere vaporizzati da un GRB vicino? La risposta è no: anche se quasi ogni giorno vengono rilevati dei GRB, distribuiti casualmente in tutto l’universo, questo è altamente improbabile. Non vi sono stelle per un raggio di 200 anni luce del nostro sistema solare che siano del tipo destinato ad esplodere come un GRB, quindi non prevediamo di poter ammirare da vicino un tale evento!

La nostra certezza è invece che la ricerca scientifica dell’ESA su questi eventi cosmici così affascinanti e così terrificanti continuerà per tanti anni a venire.

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