Libero

 

Anno 2 Numero 52 Mercoledì 02.04.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

QUELL’ASTEROIDE HA UN NOME FAMILIARE

www.cnr.it

L’International Astronomical Union (IAU) ha intitolato all’Ingegnere Stelio Montebugnoli, dell’Istituto di Radioastronomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna, l’asteroide 14573, per il contributo offerto al successo del primo esperimento intercontinentale di rilevazione di un asteroide in transito nelle immediate vicinanze della Terra


Deve fare uno strano effetto pensare che il proprio nome sfreccia nello spazio a velocità supersonica. Basta chiedere, per provare, all’Ingegnere Stelio Montebugnoli, dell’Istituto di Radioastronomia del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna, al quale l’International Astronomical Union (IAU) ha intitolato l’asteroide 14573, per il contributo offerto al successo del primo esperimento intercontinentale di rilevazione di un asteroide in transito vicino alla Terra.
La tecnica più efficace per la rilevazione dei Near-Earth Asteroids (NEA) è quella radar, in particolare attraverso due antenne paraboliche: una che trasmette grandi potenze in direzione dell’asteroide e l’altra, situata anche a distanze intercontinentali, che ne riceve l’eco radio riflesso. Esattamente il sistema utilizzato nel primo esperimento intercontinentale Italia –USA di rilevazione degli asteroidi, effettuato nel dicembre del 2001 grazie alla collaborazione tra NASA-JPL, Istituto di Radioastronomia (IRA-CNR) e Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC-CNR), entrambi del CNR di Bologna, e l’Osservatorio Astronomico di Torino. A guidare questo team è stato proprio Stelio Montebugnoli, con Giordano Cevolani e Mario Di Martino. 
“Dall’antenna di Goldstone, nel deserto di Mojave in California – racconta Montebugnoli, responsabile della stazione radioastronomica di Medicina – la NASA ha trasmesso segnali radio monocromatici verso l’asteroide 1998WT24, lontano 2 milioni di km. dalla Terra; segnali poi rilevati dall’antenna VLBI da 32-m a Medicina, collegata ad un potente analizzatore di spettro ad alta risoluzione ed efficienza. Dopo circa 12 secondi di volo (California-asteroide-Medicina) l’eco è apparso molto nitido sui nostri schermi, decretando così il successo di questo innovativo esperimento”.
Se si troveranno i fondi necessari alla continuazione del programma, questo esperimento potrebbe rappresentare un primo passo verso una rete integrata di controllo dei Near-Earth Asteroids (NEA) potenzialmente pericolosi per il nostro pianeta. E questo attraverso una sorveglianza continua, in modo da determinare le orbite del maggior numero di oggetti le cui traiettorie sono prossime a quella del nostro pianeta: proprio a questo fine nel 1995 è stata costituita la Spaceguard Foundation, presieduta dall’italiano Andrea Carusi, dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica (IASF-CNR) Roma. 

 

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