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di Paola Franz
Grande
soddisfazione da parte di tutto il mondo scientifico internazionale
per la conclusione della missione del satellite Beppo SAX, che
partito da Cape Canaveral (Florida, USA) il 30 aprile 1996 con un
Atlas-Centaur, dopo aver inviato migliaia di informazioni è finito
in mare alle 00.06 di questa mattina a sud est delle isole Galapagos
in pieno Oceano Pacifico.
”È l’ennesimo successo di questo satellite la cui fase di rientro è
stata l’occasione per promuovere, per la prima volta a livello
mondiale, una struttura di missione dedicata ai denominati detriti
spaziali, siano essi di fattura umana o meno. Ma è anche la
dimostrazione della fattiva collaborazione creatasi con la
Protezione Civile, il Ministero degli Affari Esteri e della Difesa,
sotto l’egida della Presidenza del Consiglio, che non resterà un
caso isolato, ma al contrario sarà foriera di più ampie e
diversificate collaborazioni” così si è espresso Sergio Vetrella,
Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana.
Il satellite Beppo SAX ha preso il nome di Beppo in onore di
Giuseppe Occhialini, il grande fisico italiano, fondatore
dell’astrofisica delle alte energie (scoprì nel 1947 il pione o
mesone p, particella associata alle forze forti che tengono insieme
neutroni e protoni nei nuclei) e SAX, acronimo per Satellite per
Astronomia X.
Beppo SAX è un progetto dell'ASI (Agenzia Spaziale Italiana) con la
partecipazione dell'Agenzia Spaziale Olandese (NIVR). Hanno
collaborato un consorzio di istituti in Italia ed in Olanda, il
Dipartimento di Scienze Spaziali dell'ESA e l'Istituto Max Planck
per la Fisica Extraterrestre. I principali contraenti per il
segmento spaziale e per quello terrestre sono rispettivamente l'Alenia
e la Nuova Telespazio. L’Alenia Spazio ha sviluppato la struttura,
il controllo termico e, insieme alla olandese Fokker, il controllo
di assetto in orbita di Beppo SAX. Molte industrie italiane sono
state coinvolte: BPD, Laben, Fiar, Officine Galileo, Top Rel. Il
carico scientifico è stato realizzato da istituti del CNR di Milano,
Palermo, Bologna e Frascati.
Beppo SAX alto 3,6 metri e diametro di 2,7 metri, aveva una massa di
1.400 Kg (di cui 480 di strumenti), esclusi i pannelli solari con
8.700 celle fotovoltaiche che nelle prime fasi in orbita producevano
3.000 W di elettricità. L'orbita di 600 chilometri, con una
inclinazione di soli 30 Km, era percorsa in 97 minuti. Fornito di
apparecchiature estremamente sofisticate ha analizzato le radiazioni
X in tutta la loro gamma da quelle a bassa energia a quelle ad
altissima energia provenienti dalle più disparate regioni
dell’Universo.
Il 10 ottobre del 1997 Beppo SAX ha identificato una emissione di
raggi X di bassa energia straordinariamente più intensa del previsto
proveniente dalla cometa Hale-Bopp.
Il 14 dicembre 1997 ha individuato un fenomeno di straordinaria
violenza e luminosità, cosiddetto “Gamma Ray Burst”, secondo solo al
Big Bang dell'origine dell'Universo. Il fenomeno legato alla
formazione dei "buchi neri" è durato una settimana e ha avuto la
luminosità di un milione di miliardi di stelle, liberando un’energia
pari a quella emessa in 200 anni da tutta la Via Lattea, fenomeno
che sembra accadere ogni milione di anni in tutte le galassie.
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