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Anno 2 Numero 61 Mercoledì 04.06.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

           LA MISSIONE MARS EXPRESS

 

Testo a cura dell’Unità “Osservazione dell’Universo” di ASI

www.asi.it

  1  MARTE, IL PIANETA ROSSO

  Ogni ventisei mesi Terra e Marte si trovano nella posizione più opportuna per lanciare satelliti per l’esplorazione del Pianeta Rosso che da molti anni ormai è sotto stretta osservazione. Il motivo principale è che Marte è l’unico pianeta del Sistema Solare dove sia ragionevole pensare che possano esserci, o esserci state in passato, forme di vita simili alla nostra.  Ed è anche l’unico per il quale al momento si prevede una futura visita e un’eventuale colonizzazione da parte dell’uomo.

Fu l’italiano Giovanni Schiaparelli nella seconda metà dell’Ottocento a effettuare la prima osservazione sistematica della superficie di Marte che portò tra l’altro, suo malgrado, alla nascita della leggenda dei marziani, causata da un’incomprensione sul termine “canali” da lui usata per indicare alcune particolari conformazioni che aveva osservato. E’ passato più di un secolo e ora i satelliti Mars Global Surveyor e Mars Odissey della Nasa ci danno una nuova visione del pianeta permettendoci di dimostrare la presenza di ghiaccio d’acqua nel sottosuolo oltre che ai poli e di ipotizzare l’esistenza sul pianeta di acqua allo stato liquido, nel passato e forse ancora oggi. 

Dopo alcune sonde russe e americane che hanno sfiorato Marte negli anni Sessanta, i primi satelliti ad entrare in orbita intorno al pianeta sono stati il Mars 3 e il Mariner 9 alla fine del 1971. In trent’anni molte missioni hanno acquisito e inviato a Terra immagini e dati, anche dalla superficie marziana, permettendo di aumentare sempre più le conoscenze sul pianeta. Non poche hanno fallito l’obiettivo per motivi diversi, contribuendo comunque al successo delle successive.

Molte sono le domande che le osservazioni sempre più dettagliate hanno generato, dalla presenza dell’acqua al ruolo dei fenomeni vulcanici e tettonici, dall’evoluzione del campo magnetico alle caratteristiche dell’atmosfera, alla possibile esistenza di forme di vita, presenti o passate. Nei prossimi anni la sfida per la risoluzione degli ultimi misteri di Marte si farà sempre più internazionale, prevedendo l’impegno coordinato di tutte le maggiori agenzie spaziali, compresa quella italiana.

2 MARS EXPRESS: L’EUROPA SU MARTE PER LA PRIMA VOLTA

L’Agenzia Spaziale Europea si affianca finalmente a quella americana nello studio del pianeta più simile alla Terra. La sonda Mars Express (lancio a giugno 2003 dalla base di Baikonur in Kazakistan) ha tutte le caratteristiche per fornire nuovi dati sull’atmosfera e la superficie di Marte, complementari a quelli delle missioni della Nasa. Scienziati e industrie italiane partecipano a pieno titolo a questa impresa.

Il satellite (arrivo a Marte nel dicembre 2003) ha a bordo sette strumenti di osservazione, alcuni dei quali progettati e realizzati per la sfortunata missione russa Mars '96, e un piccolo lander, Beagle 2, che scenderà sulla superficie del pianeta per effettuare misure in situ. L’orbiter, oltre agli strumenti scientifici, ospita un sistema di telecomunicazione che servirà a tenere i contatti con le diverse sonde che nei prossimi anni raggiungeranno la superficie del pianeta. Mars Express è la prima delle flexible mission dell’ESA, progetti che prevedono la realizzazione e il lancio dei satelliti in tempi brevi e a bassi costi, attraverso un nuovo metodo di gestione e finanziamento del programma.

L’obiettivo scientifico della missione è studiare l’atmosfera, la geologia e la struttura del pianeta, con particolare attenzione alla ricerca di acqua nascosta sotto la superficie. Proprio in questa indagine è cruciale il ruolo italiano: il radar MARSIS (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding), che eseguirà una mappa della distribuzione dell’acqua, sia solida sia liquida, nella parte superiore della crosta marziana, è stato progettato e realizzato da ASI in collaborazione con la NASA.  L’altro importante contributo nazionale alla missione è lo strumento PFS (Planetary Fourier Spectrometer) che ha lo scopo di studiare l'atmosfera di Marte. Scienziati italiani collaborano inoltre ad altri tre strumenti scientifici dell’orbiter.

3 L’ACQUA SU MARTE: DOVE E SOTTO QUALE FORMA?

La questione più interessante presentata dalle più recenti osservazioni di Marte è sicuramente quella relativa alla presenza di acqua, anche perché strettamente legata alla eventuale possibilità di vita. 

Soprattutto dopo aver visto e analizzato le immagini inviate della sonda americana Mars Global Surveyor, quasi tutti gli scienziati sono ormai convinti che l’acqua su Marte c’è stata e in abbondanza. Le foto dei satelliti mostrano infatti strutture che si possono essere formate solo a seguito del deflusso di grandi quantità d’acqua e fanno ipotizzare addirittura l’esistenza di un vasto oceano che copriva gran parte dell’emisfero nord del pianeta. Qualcosa però è cambiato nell’atmosfera di Marte, probabilmente intorno a 3.8 miliardi di anni fa, perché ora le sue caratteristiche non sembrano permettere più la presenza permanente di acqua allo stato liquido sulla superficie.

Questo non esclude però che l’acqua possa essere ancora presente nel sottosuolo del pianeta, forse intrappolata in uno strato di terreno ghiacciato (permafrost). Recenti osservazioni lasciano intravedere la possibilità che in tempi non troppo lontani e per cause ignote in lalcune zone il permafrost possa essersi sciolto dando vita a temporanei corsi e bacini d’acqua.

L’obiettivo primario dell’attuale impegno internazionale verso l’esplorazione di Marte è quindi la ricerca dell’acqua nel sottosuolo. E in questo campo l’Europa e l’Italia hanno un ruolo fondamentale.

4 IL CONTRIBUTO ITALIANO ALL’ESPLORAZIONE DI MARTE

L’Italia è considerata sia dalla NASA sia dall’ESA partner di primissimo livello nei programmi di esplorazione del Pianeta Rosso, che dovrebbero portare un equipaggio umano su Marte in un futuro non troppo lontano. 

Nel 2005, la NASA lancerà un satellite in orbita bassa marziana, il Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), con lo scopo di realizzare una mappa globale del pianeta nel visibile e vicino IR e l’osservazione ad altissima risoluzione (0,3 m) di aree limitate nell’ottico, al fine di selezionare le zone di atterraggio più idonee, per l’eventuale presenza di acqua e di vita, per le future missioni. Su MRO volerà uno strumento italiano, SHARAD (SHAllow Radar), un radar di tipo sounder in grado di fornire, con una risoluzione verticale di circa dieci metri e orizzontale di circa cento metri, la stratigrafia del pianeta fino a circa un chilometro di profondità. Con un’apposita selezione delle frequenze, il radar potrà anche identificare la presenza di depositi d’acqua o di strati di ghiaccio nei primi cinquecento metri sotto la superficie di Marte. SHARAD è l'evoluzione dello strumento MARSIS, sviluppato in Italia, in collaborazione con la NASA, per la Mars Express, basato a sua volta sull’esperienza acquisita attraverso la partecipazione italiana alla realizzazione del radar della missione Cassini, attualmente in viaggio verso Saturno.

Dal 2009 in poi il contributo dell'Italia alle missioni della NASA potrebbe essere ancora più importante, con un ruolo primario nelle telecomunicazioni tra Marte e Terra e nelle sonde operanti sulla superficie; inoltre potrebbe essere italiano il perforatore che fornirà campioni del suolo marziano fino a qualche metro di profondità e consentirà a strumenti, sempre italiani, di analizzare in situ la composizione e le caratteristiche del suolo marziano. 

In ambito europeo l’Italia è stata tra i paesi promotori di Aurora, un programma a lungo termine per l’esplorazione automatizzata e umana dei corpi del sistema solare, con primo obiettivo proprio Marte. Le finalità di Aurora sono la ricerca di forme di vita, anche prebiotiche o fossili, nei pianeti del sistema solare e lo studio comparato degli ambienti in cui si può sviluppare la vita.

5 MARS EXPRESS: LE CARATTERISTICHE DELLA MISSIONE

Il satellite e i suoi sistemi di comando, controllo e trasmissione dati, il carburante per le manovre, sette strumenti scientifici e un lander esterno, tutto in poco più di una tonnellata. Questa è una delle caratteristiche innovative della missione Mars Express, insieme alla riduzione dei costi e dei tempi di lancio. Lo scopo scientifico è l’osservazione del Pianeta Rosso nel suo complesso (atmosfera, superficie e sottosuolo) per almeno un anno marziano, cioè 687 giorni terrestri.

Il satellite (lancio a giugno 2003 con un razzo Soyuz Fregat dalla base di Baikonur in Kazakistan) raggiungerà Marte dopo un viaggio lungo circa 400 milioni di chilometri che durerà sei mesi. Poco prima di immettersi in un’orbita molto ellittica intorno al pianeta la sonda rilascerà il lander Beagle 2 che, con l’ausilio di un paracadute e di palloni gonfiabili, si poserà sulla superficie di Marte alla ricerca di prove dell’esistenza passata o presente di vita.

Oltre al lander, a bordo di Mars Express ci sono sette strumenti, tutti complementari, i cui dati permetteranno di avere un quadro complessivo delle proprietà del pianeta con un dettaglio finora mai raggiunto:

ASPERA: Energetic Neutral Atoms Analyser

per lo studio dell'interazione tra vento solare e atmosfera marziana 

HRSC: High/Super Resolution Stereo Colour Imager

per ottenere immagini ad altissima risoluzione della superficie e dell’atmosfera

MARSIS: Subsurface Sounding Radar/Altimeter

per cercare l’acqua nel sottosuolo e studiare la stratigrafia

PFS: Planetary Fourier Spectrometer

per studiare la composizione dell’atmosfera

MaRS: Radio Science Experiment

per studiare le proprietà di atmosfera e ionosfera attraverso la trasmissione delle onde radio

OMEGA: IR Mineralogical Mapping Spectrometer

per studiare la composizione della superficie marziana

SPICAM: UV and IR Atmospheric Spectrometer

per misurare la distribuzione verticale dell’ozono e del vapore acqueo

6 GLI STRUMENTI ITALIANI SU MARS EXPRESS

Due degli strumenti a bordo di Mars Express sono stati progettati e realizzati sotto la responsabilità italiana da industrie e istituti scientifici del nostro Paese. L’ASI ha finanziato e gestito tutte le fasi del programma, garantendo per l’affidabilità e la sicurezza dei sistemi e curando le collaborazioni internazionali.

PFS (Planetary Fourier Spectrometer)

P.I.: Vittorio Formisano, Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario del Consiglio Nazionale delle Ricerche

PFS è uno spettrometro infrarosso che ha come obiettivo primario lo studio dell'atmosfera di Marte nella regione 1.2-45 micron. Il campo di vista dello strumento è tale da permettere una risoluzione spaziale da 10 a 20 km da circa 300 km di altezza (distanza del punto più basso dell’orbita di Mars Express). La banda e la risoluzione spettrale di PFS consentiranno di ottenere dati non solo sulla composizione dell’atmosfera di Marte, ma anche sulla composizione mineralogica del suolo e sulle interazioni tra atmosfera e superficie.

MARSIS (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding)

P.I.: Giovanni Picardi, Dipartimento di Info-Com dell’Università di Roma La Sapienza

MARSIS è un radar penetrante a bassa frequenza che sarà utilizzato per la prima volta in una missione planetaria. un radar altimetro ad apertura sintetica multi-frequenza che ha L’obiettivo delle osservazioni è sondare gli strati profondi sotto la superficie del pianeta per identificare serbatoi acquiferi ed effettuare la mappa della distribuzione delle acque sotterranee marziane sotto forma liquida, solida o inglobata nel sottosuolo di Marte come permafrost, fino ad una profondità di alcuni chilometri. MARSIS è stato progettato in Italia e Ssviluppato in collaborazione con il JPL (Jet Propulsion Laboratory) della Nasa è un radar penetrante a bassa frequenza che sarà utilizzato per la prima volta in una missione planetaria.

Industrie e scienziati italiani partecipano inoltre a tre degli altri strumenti sul satellite:

-         per OMEGA, hanno realizzato il canale visibile, VNIR, che opera nell’intervallo 0.35-1.05 micron ed è costituito da un telescopio, da uno spettrometro e dalle ottiche che focalizzano la radiazione su una camera CCD (coordinatore italiano: Giancarlo Bellucci, Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario del Consiglio Nazionale delle Ricerche);

-         per ASPERA,  hanno contribuito alla costruzione dei due sensori per particelle neutre e realizzato il software per l’analisi e la distribuzione dei dati scientifici (coordinatore italiano: Stefano Orsini, Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario del Consiglio Nazionale delle Ricerche);

-         per HRSC, fanno parte del gruppo di ricerca che si occuperà della riduzione e analisi dati (coordinatore italiano: Gian Gabriele Ori, International Research School of Planetary Sciences di Pescara).

 

Istituti scientifici italiani coinvolti

- Dipartimento di Info-Com dell’Università di Roma La Sapienza

- Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario del Consiglio Nazionale delle Ricerche

- International Research School of Planetary Sciences

- Centro Interdipartimentale Studi ed Attività Spaziali "G.Colombo" (CISAS)

- Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica del Consiglio Nazionale delle Ricerche

Industrie italiane coinvolte

- Alenia Spazio S.p.A.

- Laben S.p.A.

- Galileo Avionica

- Corista

- Contraves

Immagini tratte dagli archivi ESA, NASA e ASI.

Consultare anche i siti ESA:

Mars Express dell’ESA è pronto per il lancio

Europe goes to Mars

 


FOTOGALLERY

 

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