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Anno 2 Numero 73 suppl.

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

LA SCIENZA ITALIANA SULLA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE 

 

www.asi.it 

Oggi 29 agosto, alle h 2.48 italiane, è partito dalla base russa di Baikonur, a bordo della capsula Progress 12P, alla volta della Stazione Spaziale Internazionale il primo payload scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana espressamente progettato per la Stazione Spaziale, l’Analizzatore della Postura della Mano (HPA) realizzato dalla azienda livornese Kayser Italia.
A bordo della Stazione orbitante due astronauti, gli americani Ed Lu e successivamente Mike Foale, si alterneranno durante un periodo di circa 6 mesi per effettuare, tra l’altro, i tre esperimenti italiani previsti e selezionati da ASI. Gli esperimenti di HPA analizzeranno in particolare due problematiche osservate sull’uomo durante il volo spaziale, l’atrofia muscolare e le alterazioni del coordinamento motorio dell’ arto superiore. Nello spazio, come noto, si determina una atrofia muscolare diffusa che si manifesta in misura più o meno marcata sui diversi gruppi muscolari e dopo periodi di tempo prolungati in assenza di gravità. Il fenomeno di riduzione del tono muscolare è in parte simile a quanto avviene sulla terra a causa di una lunga degenza o di immobilizzazione di un arto. L’altro aspetto che verrà studiato in dettaglio riguarda il movimento che l’arto superiore compie durante l’esecuzione di specifiche e definite operazioni. Per quanto questi movimenti siano compiuti giornalmente ed automaticamente da ognuno di noi senza neanche rendersene conto, tuttavia la loro esecuzione è estremamente complessa e nello spazio il nostro cervello è costretto ad adattarsi alla nuova condizione di assenza di gravità per poter afferrare, sollevare e lanciare oggetti. Si tratta anche in questo caso di problematiche molto simili a quelle che si verificano sulla terra nei pazienti che soffrono di disturbi neurologici, o che hanno subito grossi traumi agli arti, o che fanno uso di protesi (mano o braccio artificiale) e che sono sottoposti a riabilitazione. L’assenza di gravità potrebbe dunque consentire di studiare questi aspetti in modo accelerato, di identificarne le cause e di predisporre i necessari rimedi, terapie, ed esercizi di riabilitazione.
Gli esperimenti che verranno eseguiti a bordo della ISS sono parte di un programma avviato da tempo in ASI in ambito medico e biotecnologico e sono frutto di una sinergica aggregazione scientifica ed industriale che vede collaborare fisiologi, clinici, chirurghi e bioingegneri verso un obiettivo comune, quello di “sfruttare” le possibilità offerte dallo spazio per il miglioramento della vita sulla terra. 
I tre esperimenti che prevedono l’utilizzo di HPA sono i seguenti:
“Imagery of object Motion Affected by Gravity In Null gravity Experiments (IMAGINE) ” Prof. Francesco Lacquaniti dell’Università Tor Vergata e Dott.ssa Mirka Zago del IRCCS S. Lucia di Roma; 
“Manipulation Activities In Space (MAIS) ” Dr. Federico Posteraro della U.O. Medicina Riabilitativa dell’Ospedale Versilia di Camaiore, Prof. Paolo Dario della Scuola Superiore S. Anna di Pisa; 
“Crew Health investigation on reduced operability (CHIRO) ” Ing. Valfredo Zolesi Kayser Italia, Dr. Paolo Pastacaldi della U.O. Chirurgia della Mano del S. Chiara di Pisa.
Inizia così lo “sfruttamento” da parte dell’Agenzia Spaziale Italiana di quel grande laboratorio spaziale che è la Stazione Spaziale Internazionale. Un’opportunità di grande importanza frutto dell’accordo tra la NASA e l’ASI che ha portato alla realizzazione dei tre moduli logistici Leonardo, Donatello e Raffaello.

 


 

 

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