Anno 2 Numero 58 Mercoledì 14.05.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

IL TONNO SOSTENIBILE CHE SALVA I DELFINI

Il WWF promuove la diffusione del “tonno amico dei delfini” anche in Italia. Con la certificazione AIDCP nel Pacifico ridotte le catture accidentali di delfini da 100.000 a 1.500 negli ultimi 10 anni. Italia e Spagna tra i massimi importatori

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Ridurre progressivamente le morti accidentali di delfini nella pesca a circuizione, garantire uno sfruttamento sostenibile delle popolazioni di tonni pinnagialla e di altri organismi legati a questo tipo di pesca. Questo l’obiettivo alla base dell’accordo per il Programma Internazionale di tutela dei delfini (AIDCP, Agreement on the International Dolphin Conservation Program) della IATTC (Inter-American Tropical Tuna Commission). Grazie a questo programma, cui hanno aderito Bolivia, Colombia, Costa Rica, Ecuador, El Salvador, Comunità europea, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Perù, Stati Uniti, Vanuati e Venezuela, finora si è riusciti a ridurre la mortalità dei delfini del 98%, e ad eliminare totalmente le catture accidentali di specie “accessorie” quali squali o tartarughe marine. Nel 1986 la mortalità dei delfini era di oltre 100.000 esemplari, nel 2002 appena 1.500. Nel 90% dei casi la mortalità o ferimento dei cetacei rappresentava meno dello 0,1% per ogni singolo stock. Il tonno del pacifico orientale forniscono il 12% del tonno commercializzato nel mondo, e l’industria della pesca rappresenta un fondamentale elemento dell’economia di paesi del sud-America quali Messico, Venezuela, Costa Rica. La presentazione degli Accordi AIDCP è avvenuta oggi nella sede del WWF Italia a Roma, e ha coinvolto ricercatori italiani, ambientalisti, pubblica amministrazione, l’industria di importazione del tonno, produttori, ricercatori e rappresentanti dei Governi Latino-Americani. Gli altri metodi impiegati per la pesca al tonno nel pacifico, come i palangari (lunghissime lenze munite di centinaia di ami) o la cosiddetta “pesca-ombra” (con FAD - Fish Aggregating Device), nella quale si utilizzano grandi zattere galleggianti che con la loro ombra attirano il pesce, che viene poi catturato con le reti, comportano catture accessorie elevatissime ed assolutamente non sostenibili di squali, mante, tonni immaturi, tartarughe marine ed altre specie. Tra il 1996 e il 2001 questa pesca (con FAD) ha provocato la cattura accidentale di 560.000 lampughe, 290.000 barracuda, 77.000 ricciole, 55.000 tra squali e razze, 3.900 pesci spada, 150 tartarughe marine e 133.000 altri grossi pesci. Pesante anche il bilancio della cattura di individui sottotaglia, particolarmente grave in quanto si tratta di individui che non hanno raggiunto la maturità sessuale: 24.000 tonnetti, 6.400 tonni pinnagialla, 4.400 di tonno obeso. La mortalità di queste specie è causata soprattutto dai palangari e dalla pesca-ombra. Sono numeri assolutamente insostenibili per mantenere l’equilibrio dell’ecosistema. Italia e Spagna, due dei maggiori importatori di tonno da questa regione, utilizzano grandi quantità di tonno pinna-gialla dall’Oceano Pacifico per l’inscatolamento destinato ai mercati nazionali. È importante sostenere i paesi che adottano tecniche di pesca sempre meno dannose per i delfini e per l’ecosistema e promuovere un atteggiamento responsabile nei confronti di questa importante risorsa alimentare. Ecco perché il WWF Italia e il Programma Mediterraneo del WWF invitano l’industria del tonno italiana a creare una collaborazione che consentirà ai prodotti “dolphin safe” a marchio AIDCP di accedere al mercato Italiano. Ciò aumenterà il numero di Paesi che adottano l’AIDCP e migliorerà anche gli standard di protezione dell’intero ecosistema. I sei aspetti chiave dell’accordo AIDCP riguardano lo stabilire i limiti massimi di mortalità per i delfini, la selezione di capitani di vascello qualificati e preparati (con appositi corsi e seminari), requisiti operativi quali equipaggio preparato per il recupero dei delfini e attrezzature specifiche (reti a maglia fina, gommoni, maschere, lampade ad alta intensità ecc.) e regole precise. Sui vascelli che pescano il tonno “dolphin safe” AIDCP, inoltre, è obbligatoria la presenza di osservatori indipendenti (sono circa 200) che registrano le attività della barca e le operazioni di pesca e recupero, la morte o il possibile ferimento di delfini e possibili infrazioni, per garantire la tracciabilità del tonno “amico dei delfini”. “Nessun altro sistema di pesca – ha dichiarato nel corso dell’incontro Robin Allen, Direttore della Commissione Inter-Americana per il tonno tropicale – ha un livello di trasparenza e di controllo come questo. Il numero totale delle azioni di pesca a circuizione sui tonni associati ai delfini è rimasto immutato negli anni, ma è drasticamente diminuita la mortalità, segno che le tecniche sono migliorate”, grazie all’impegno congiunto di Governi e pescatori”. Il tonno pescato in modo sostenibile e quello che non rispetta gli standard vengono infatti stivati, trasportati e lavorati separatamente. Solo il tonno pescato con una singola operazione di pesca che non ha comportato la morte o il ferimento di delfini riceverà il marchio “dolphin safe” AIDCP. Il controllo dei dati degli osservatori, che al termine di ogni battuta di pesca compilano un’apposita scheda, è garantito da una Commissione internazionale di controllo composta da rappresentanti dei governi che hanno aderito all’accordo. In caso di infrazioni i governi sono chiamati ad elevare sanzioni verso i propri equipaggi. Il WWF chiede, oltre alla promozione del marchio AIDCP in Italia e in Europa, anche ulteriori miglioramenti negli standard di protezione ambientale del marchio, che possono garantire l’azzeramento delle catture accidentali di delfini o altre specie protette e non, come gli squali (molte specie sono in rapido declino a causa della pesca e della cattura accidentale). Una richiesta specifica è quella di rinforzare il programma della presenza di osservatori a bordo e dell’adozione allargata del sistema di monitoraggio satellitare. “A 10 anni dall’inizio di questo tipo di pesca possiamo finalmente tracciare un bilancio positivo – ha sottolineato Paolo Guglielmi, Direttore Unità Marina WWF Programma Mediterraneo - Il sistema AIDCP non è perfetto e va migliorato per azzerare la mortalità dei delfini, ma la cattura di quantità così importanti di tonni immaturi, squali, tartarughe marine ed altre specie ad opera di altri sistemi di pesca deve essere considerata totalmente insostenibile. Il WWF invita ad assumere sempre più un approccio ecosistemico nella gestione delle risorse, non basato quindi solo sulla gestione delle singole specie. Il sistema di certificazione AIDCP resta inoltre l’unico al mondo ad offrire grande serietà, elevati standard scientifici ed una presenza di osservatori indipendenti sul 100% delle barche da pesca. Certamente il WWF continuerà a fare pressione sull’industria e sui governi centro-americani per giungere all’obiettivo della eliminazione delle catture accidentali di delfini. Ma l’altro obiettivo cruciale è l’allargamento del mercato al marchio AIDCP. Senza un riconoscimento ed un’apertura del mercato soprattutto europeo, l’interesse dei Governi e delle imprese a mantenere questo accordo volontario verrebbe meno. Ciò comporterebbe il ritorno ad un disastro totale per le popolazioni di delfini, lo stesso verificatosi all’inizio di questa attività di pesca”. *La pesca a circuizione e il sistema “Dolphin safe”. Per ragioni ancora sconosciute, nel Pacifico Orientale (non in quello Occidentale) il tonno tende a nuotare sotto i banchi dei delfini e i pescatori gettano così le reti sui banchi di delfini, visibili in superficie . Con il sistema certificato AIPCD, le reti a circuizione hanno nella parte finale una maglia più sottile che permette ai delfini di guadagnare la libertà una volta che la rete è in superficie. A questo punto il battello che controlla la rete inizia una manovra a retromarcia che permette ai delfini di uscire. Il controllo dell’equipaggio, munito delle attrezzature necessarie anche per eventuali immersioni, consente di liberare i delfini intrappolati.


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