Anno 2 Numero 51 Mercoledì 26.03.03 ore 23.45 |
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Direttore Responsabile Guido Donati |
WWF Italia Nostra Legambiente
A MATTEOLI E LUNARDI SUL PONTE DELLO STRETTO ZERO IN CONDOTTA GLI AMBIENTALISTI ANNUNCIANO DA PALERMO UN INTEVENTO ALLA CORTE COSTITUZIONALE E UNA DIFFIDA
24 marzo - Italia Nostra, Legambiente e WWF Italia, da Palermo, contestano i capisaldi delle argomentazioni della Stretto di Messina S.p.A. e i ministri Matteotti e Lunardi, annunciando per domani un intervento alla Corte Costituzionale sulla legittimità della Legge Obiettivo e la richiesta di una risposta sull’interruzione della procedura V.I.A.. Sul Ponte sullo Stretto di Messina è finito il tempo delle chiacchiere i tre capisaldi della propaganda del presidente e dell’amministratore delegato della S.p.A., Zamberletti e Ciucci, non reggono. Non ha senso affermare, come fanno i vertici della Stretto di Messina S.p.A.: a) alla luce delle 95 lacune dello Studio di Impatto Ambientale presentato, che il nuovo progetto ha diminuito del 25% l’impatto rispetto a quello presentato nel 1992 e poi ritirato; b) a fronte di un finanziamento che sarà per la stragrande maggioranza o interamente a carico di soggetti e enti pubblici (FINTECNA, ANAS e FS S.p.A. e Regioni), che il ponte non graverà sul bilancio dello Stato; c) con il rischio di terremoti con intensità sino 9 gradi Richter, che un’opera, progettata per una magnitudo di 7.1, resterà in piedi. Stretto di Messina S.p.A., il Ministro dei Trasporti delle Infrastrutture e dei Trasporti Pietro Lunardi e il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio Altero Matteoli meritano secondo gli ambientalisti Zero in condotta e in occasione dell’iniziativa organizzata oggi a Palermo, annunciano che domani, martedì 25 marzo:
La documentazione della Stretto di Messina S.p.A. è ampiamente carente. Vengono dimenticati 11 Siti di Interesse Comunitario ai sensi della Direttiva Habitat e 2 Zone di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva Uccelli. Vengono trascurate le opere viarie e ferroviarie complementari e ci si dimentica della bretella ferroviaria tra il Ponte e la linea tirrenica. Non vengono localizzate tutte le aree di cantiere, cave, deposito e discarica per un’opera i cui lavori dureranno al minimo 6 anni. Si accredita l’idea di intensi flussi di traffico quando dal 1991 al 1999 l’attraversamento di automobili e moto è diminuito rispettivamente dell’8 e del 6%. Si dice che il Ponte aumenterà l’occupazione quando la sola cosa certa è che porterà a una perdita netta di 764 posti di lavoro, infatti gli addetti ai traghetti che rischiano di essere licenziati sono 1234, mentre a regime il ponte occuperà solo 480 addetti.
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