Anno 2 Numero 67 Mercoledì 16.07.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

SICCITA’, WWF: IL PIANO DI BACINO DEL PO 
DA DUE ANNI FERMO AL PALO

IN EUROPA GRANDI FIUMI AL COLLASSO

www.panda.org/freshwaters 
www.wwf.it 

L’Autorita’ di Bacino deve approvare urgentemente il Piano di assetto idrogeologico del Po, il cui obiettivo principale e’ il “ripristino degli equilibri idrogeologici ed ambientali, il recupero degli ambiti fluviali e del sistema delle acque” per uscire dall’emergenza. Lo chiede il WWF alla vigilia della riunione tecnica che si terrà domani a Parma, convocata dalla Presidenza del Consiglio, ricordando che il Piano e’ ancora fermo al palo nonostante sia stato approvato ormai due anni fa. Grazie al contribuito del WWF e delle altre associazioni ambientaliste, il Piano inserisce per la prima volta in modo organico concetti chiave come la manutenzione del territorio, la rinaturazione e la necessita’ di gestire in modo unitario i terreni del demanio idrico, finora occupati pesantemente dalle infrastrutture.

“L’ambiente fluviale, quando è integro, è come una grande spugna: durante le piene le sponde raccolgono l’acqua e sedimenti attenuandone l’impatto, durante i periodi di magra restituiscono gradualmente parte di quell’acqua che hanno immagazzinato – ha dichiarato Andrea Agapito, Responsabile Programma Acque WWF Italia - . La mancanza di questa “spugna” sta amplificando il fenomeno che ormai da oltre un mese è sotto gli occhi di tutti, ovvero, il passaggio continuo da periodi di secca eccezionali a inondazioni devastanti. Tutto questo avviene in un contesto in cui i mutamenti climatici, provocati dalle emissioni dell’uomo, stanno accentuando sempre più i fenomeni estremi sottoponendo il territorio a periodi di grande siccità seguite da piogge torrenziali. Da un recente censimento realizzato dai volontari del WWF in 90 chilometri del Po mantovano: appena il 15% puo’ definirsi naturale, ma e’ frammentato, degradato e fortemente inquinato. L’alveo e’ stato in gran parte canalizzato (128 km. su 322). E’ ormai chiaro che il fiume ha estremo bisogno di spazio e aspetta di essere finalmente ‘liberato’ dalle opere artificiali”.

Non stanno messi bene neppure gli altri grandi fiumi europei: secondo uno studio del WWF sui fiumi europei, il problema dell’impatto delle attivita’ umane sui fiumi e’ sempre piu’ massiccio. Dei 30 grandi sistemi fluviali europei, solamente uno, il Tornealven al confine tra Svezia e Finlandia non ha subito sbarramenti dovuti a dighe, mantenendo la sua naturale continuità ecologica. L’11% dei circa 1.000 fiumi principali d’Europa è fortemente inquinato da materia organica (fosfati e nitrati) proveniente dalle colture agricole. Caso emblematico il Danubio, dove negli ultimi cinquant’anni sono state costruite lungo il suo corso ben 69 dighe, e dove le foreste lungo gli argini sono state ridotte al 4% rispetto alla loro estensione originaria. Ciò ha portato al declino del salmone atlantico, scomparso da 124 fiumi dell’Europa e del Nord America che prima li ospitavano. Vi sarebbero meno di 100.000 salmoni atlantici giovani, rispetto ai più di 600.000 dei primi anni ’70. 

La Campagna Living Waters del WWF ha anche analizzato le opere realizzate lungo i grandi corsi d’acqua: su 30 grandi sistemi fluviali 22 sono stati devastati dalle dighe fra i quali il Glomma (Olanda), l’Ebro (Spagna) il Rodano (Francia), la Neretva (Croazia/Yugoslavia), il Danubio e il Po, arginato artificialmente per circa 400 Km su 600. I Paesi più colpiti sono l’Austria e la Svezia, dove dal 70 all’80% dei corsi d’acqua sono stati danneggiati dalle dighe per la produzione di energia elettrica. Non sta meglio la Spagna, dove il Piano Idrologico nazionale prevede la costruzione di oltre 100 dighe e un sistema di condotte per trasferire l’acqua dal fiume Ebro al Sud della Spaga (Mursia e Almeria). Caso positivo quello della Vistola, la Regina dei fiumi polacchi: gli oltre 1.000 chilometri di fiume costituiscono una delle rare centro europeo ancora con ampi tratti di rive intatte, che ospitano il 76% delle specie di uccelli nidificanti in Polonia, molte delle quali minacciate.


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