Anno 2 Numero 66 Mercoledì 09.07.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

  

WWF: “MARE PULITO SI, MA SOLO PER LEGGE” 

Richiesta all’UE una procedura d’infrazione contro l’Italia per le modifiche della normativa comunitaria sulle acque di balneazione

www.wwf.it

Il Ministero dell’Ambiente, nel resoconto dell’operazione ‘mare pulito’ 2003, ha rassicurato gli italiani di poter andare al mare in tutta tranquillità immergendosi in acque pulite: ma il WWF teme che i parametri usati per determinare i livelli di inquinamento delle acque di balneazione nascondano una realtà ben diversa. Sebbene esista una specifica Direttiva CEE recepita dall’Italia nel 1982, per “eliminare ripercussioni negative sull’attività turistico-balneare” (come si legge dalla relazione introduttiva del Governo ) in Italia è subentrata una legge che “ammorbidisce i parametri che stabiliscono la balneabilità delle acque litoranee con un inevitabile “abbassamento” della qualità del mare in cui ci immergiamo . Per questo motivo il WWF ha presentato ricorso presso la Commissione Europea mettendo sotto accusa proprio la Legge 30.05.2003, n.121 “Modifiche alla normativa in materia di qualità delle acque di balneazione”, chiedendo che si avvii una procedura d’infrazione a carico della Repubblica italiana per la violazione della direttiva CEE n.76/160, relativa alla “qualità delle acque di balneazione”. La richiesta di infrazione è presentata per violazione dei principi generali in materia di protezione dell’ambiente, della salute e di precauzione, e per la probabile concorrenza sleale nei confronti di altri Paesi U.E. che rispettano la regola comunitaria. Qualche esempio: ora in Italia sarà possibile, nel caso di acque per le quali in una stessa stagione balneare ci sono state sei analisi sfavorevoli, riaprirle ai bagnanti con solo due analisi favorevoli fatte fino ad aprile; la Direttiva prescrive, come regola generale, di imporre (o rimuovere) i divieti di balneazione utilizzando i risultati complessivi delle analisi eseguite durante la stagione balneare precedente quando le spiagge sono affollate, la legge italiana ora permette la balneazione anche dopo due controlli non consecutivi fatti fino ad un mese prima della stagione estiva quando le spiagge sono deserte. Con espedienti come quelli attuati dal nostro Governo si producono, nell’immediato, solo piccoli effimeri vantaggi economici per pochi a scapito della salute dei cittadini.

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