Anno 2 Numero 68 Mercoledì 23.07.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

IL BACINO MEDITERRANEO BRUCIA 
MENTRE IN SARDEGNA POCHI VOLONTARI DIMOSTRANO COME SI PUO’ OPPORSI AL FUOCO
 

50.000 incendi all’anno distruggono aree di foresta pari alla Corsica
Solo il 17% dell’originale 82% di territorio occupato dalle foreste esiste ancora


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Ogni anno, più di 50.000 incendi distruggono all’incirca 600.000-800.000 ettari dei paesi dell’area del bacino mediterraneo, ovvero il 1,3-1,7% del totale delle foreste mediterranee, pari a un’area di dimensioni dell’isola di Creta o della Corsica.
Il risultato di questo drammatico intensificarsi di incendi è la ridotta capacità dell’ecosistema del Mediterraneo di rigenerarsi. Aree di enormi proporzioni sono ormai affette da perdita di biodiversità, erosione del suolo e scarsità d’acqua che porta alla progressiva desertificazione.
I cambiamenti climatici stanno provocando lunghi periodi di siccità ed eventi meteorologici estremi -alte temperature, aria molto secca, venti molto forti e improvvisi temporali, intensi ma di breve durata- che incrementano il numero degli incendi delle foreste.

In Italia, dal 1970 al 2000, il 12% del territorio è stato distrutto da incendi con la perdita del 19% di foreste, mentre nel 2002 ben 28.261 ettari sono andati in fumo.
Purtroppo, tutto il bacino mediterraneo si trova a fronteggiare il pericolo incendi che provoca non solo danni ambientali ma anche rilevanti danni economici. 
In Spagna in soli 10 anni è andata a fuoco una porzione di foresta pari alla Sicilia; in Turchia nel 1999 i danni provocati dagli incendi sono stati pari a 10 milioni di dollari; in Grecia nell’agosto del 2000 l’isola di Samo perse per incendi l’intera pineta che era l’unica forte di guadagno alternativa al turismo e, a causa di quell’incendio, più del 50% delle prenotazioni turistiche per l’anno 2001 furono annullate. 

Il WWF Italia è da sempre impegnato nella difesa del territorio dagli incendi, finalizzando il proprio impegno nella sorveglianza del territorio; ed è per questo che il WWF si è offerto di affiancare le Forze di Polizia Italiana in attività di prevenzione e monitoraggio a livello locale.
Non solo, in Sardegna, la sezione locale del WWF a Santa Teresa di Gallura dimostra, ogni giorno come sia possibile con dedizione e abnegazione combattere e vincere l’impari lotta agli incendi.
E’ un percorso educativo che parte dalla scuola, dove i volontari insegnano le tecniche antincendio e trasmettono la “cultura” della lotta contro il fuoco, e termina con il presidio e il pattugliamento, anche notturno, della loro zona durante le giornate di rischio. 
A bordo dell’unico fuoristrada decine di persone si sono alternate per rispondere all’attacco del fuoco con metodologie e tattiche rivelatisi positive, usando acqua (8 quintali) addizionata a speciali schiume estinguenti fornite dalla Marina.

L’impegno del WWF, tuttavia, da solo non basta. Serve l’aiuto delle Istituzioni ed è per questo che il WWF si appella al Ministero degli Interni affinchè i comuni aggiornino i loro catasti e registrino le aree bruciate. Ben l’82% dei comuni italiani non l’ha ancora fatto nonostante sia prescritto dalla legge. Questa mancata osservanza della legge ha fatto sì che la proibizione a costruire su aree bruciate non sia rispettata dando luogo a speculazioni edilizie su larga scala. 

“La situazione è drammatica e l’esempio di Santa Tersa di Gallura non basta” ha commentato Maurizio Santoloci, magistrato e vicepresidente del WWF Italia “l’Italia, la Spagna, il Portogallo e la Grecia hanno quadruplicato la media totale delle zone distrutte dagli anni ’60. E, in Italia, il mancato rispetto della legge da parte della maggior parte dei comuni complica la situazione favorendo gli incendi dolosi. Il WWF Italia si impegna al massimo per salvaguardare il territorio dagli incendi, tanto che anche quest’anno ha mandato una lettera ai Presidenti delle Regioni per chiedere loro di migliorare e di adeguare, agli standard internazionali, i piani di prevenzione degli incendi e chiedendo ancora una volta che vengano realmente attivati e aggiornati i catasti delle aree incendiate”. 


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