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ARRESTI SU ESTRAZIONI GHIAIA ABUSIVE NEL DELTA PO
WWF: "CONTRO I LADRI DI SABBIA FINALMENTE SI VOLTA PAGINA"
Ci costituiremo parte civile nei futuri processi
www.wwf.it
Finalmente un’azione forte per bloccare lo scempio delle escavazioni abusive della sabbia dei fiumi. Il WWF-Italia sottolinea la propria soddisfazione per l’operazione investigativa condotta dalla Polizia giudiziaria e dal Corpo Forestale dello Stato con cui ieri si è arrivati all’arresto di 20 persone – tra cui figurano pubblici ufficiali e funzionari dello Stato- coinvolte in un’organizzazione di escavazioni abusive di sabbia dei fiumi Po, Adige e Brenta in zone di rilevanza ambientale e paesaggistica ed in piena area di Parco regionale.
“Il caso clamoroso venuto alla luce conferma da un lato la gravità e la sistematicità dei saccheggi ambientali operati nel nostro Paese e dall’altro, purtroppo, conferma anche la teoria, che il WWF-Italia va sostenendo con forza da tempo, delle complicità trasversali verso i devastatori ambientali presso le pubbliche amministrazioni a diversi livelli. –commenta Maurizio Santoloci, Vice Presidente Nazionale del WWF Italia - E’ infatti inimmaginabile ritenere che il palese stupro ambientale dilagante in Italia non venga quasi mai notato e represso in sede di Enti Pubblici; il che denota chiaramente troppo spesso, ormai, nel migliore dei casi una forma di apatico disinteresse e in casi come questo verosimilmente forme di complicità dirette che naturalmente sono del tutto antagoniste alla sana e doverosa repressione degli illeciti ambientali Gravissimo anche il fatto che alcune attività abusive di escavazione si siano svolte persino in aree di alto pregio naturalistico e ambientale come il Parco Regionale del Delta del Po e classificate come Sito di Importanza Comunitaria. Il WWF naturalmente si costituirà parte civile negli eventuali processi che scaturiranno da questi arresti”.
"Gli arresti annunciati oggi sono forse il sintomo di un cambiamento nella cultura della gestione di territori così delicati quali i fiumi - ha dichiarato Andrea Agapito, responsabile Programma Acque del WWF Italia - Da anni infatti denunciamo i casi di escavazioni abusive della sabbia dei fiumi che si verificano nel nostro Paese come nel caso di Boretto-Reggio Emilia dove dal 1954 al 1999 l’alveo del PO si è abbassato tra 4 e 6 metri. Abbiamo anche cercato di richiamare l’attenzione sull’allarme lanciato dal ex Segretario dell’Autorità di Bacino del Po in sede di Commissione Ambiente, Prof. Passino, in cui si segnalava già nell’ottobre del 2000 il dilagare dell’abusivismo delle escavazioni nel bacino del Po che aveva superato di 10-20 volte il limite consentito. Ma accanto alla denuncia di questi casi, che oltre a recare uno sfregio ed un danno incalcolabile per l’ambiente (enormemente superiore ai guadagni realizzati da chi cerca un reddito facile da queste attività illecite) vanno ad incidere sulla salute e la qualità della vita della popolazione, il WWF ha cercato con i fatti di dimostrare che attraverso la collaborazione dei vari soggetti si può arrivare ad una soddisfacente amministrazione del territorio e delle attività che inevitabilmente incidono sull’ambiente. E' il caso dell’accordo raggiunto con i Giovani Imprenditori di Confindustria e Coldiretti Lombardia, il cosiddetto “Patto dei Fiumi” del 2001, con cui si cerca di rinaturalizzare il Po anche attraverso il coinvolgimento dei cavatori ed il controllo da parte degli stessi imprenditori; o ancora l’accordo concluso tra il WWF-Veneto e gli Industriali Veneti con cui si sono individuate le linee guida a cui attenersi per procedere alle operazioni di escavazione nel Veneto".
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