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MODIFICHE ALLA COSTITUZIONE
WWF: “SULL’AMBIENTE L’ITALIA ARRETRA RISPETTO ALL’EUROPA”
Grave la modifica del Senato: con un aggettivo di troppo si limita il diritto all’ambiente ai soli aspetti “naturali”
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Un aggettivo di troppo che stravolge la possibilità per gli italiani di avere nella propria Costituzione sancito il diritto all’ambiente nella sua interezza. Con la modifica approvata oggi dal Senato dell’art.9, che prevede la sola tutela del paesaggio, si introduce nella Carta Costituzionale il concetto di “tutela dell’ambiente naturale” restringendo e limitando l’interesse costituzionale sull’ambiente. Potrebbe sembrare un particolare di poco conto, ma in realtà questa modifica rischia di tradursi in un grave stravolgimento del principio di “diritto all’ambiente” che la Costituzione Italiana avrebbe potuto finalmente sancire.
Questo decisione contrasta sia con le sentenze della Corte Costituzionale e Cassazione, che richiamano
ad una valutazione dell’ambiente nella sua interezza e complessità che comprenda tutti gli elementi che lo costituiscono – ambiente naturale e risorse naturali, la salute dell’uomo e il suo diritto ad un ambiente salubre - sia con le posizioni di alcuni autorevoli esponenti della maggioranza, tra cui il Sen. Specchia di AN, corrette sia sotto il profilo del diritto che del buonsenso.
Ad esempio, con questa modifica la questione della salubrità dell’aria nelle città non rientrerebbe nel principio della tutela dell’ambiente aggettivato con il termine naturale, se con questo termine si vuole intendere quello che ha conservato caratteri di naturalità, appunto, cioè sostanzialmente non alterati dalle attività antropiche.
“L’approvazione della dizione ‘ambiente naturale’ è assolutamente insoddisfacente e se non ci saranno modifiche in sede di approvazione alla Camera dei Deputati, diciamo chiaramente che si poteva fare a meno di proporre una modifica costituzionale dell’art. 9 – ha dichiarato Fulco Pratesi, Presidente del WWF Italia - Si tratta, infatti, di un arretramento rispetto alla giurisprudenza consolidata e stupisce enormemente che il Governo abbia espresso parere negativo a tutti gli emendamenti che tentavano di introdurre il semplicissimo concetto di ‘tutela dell’ambiente’ senza alcuna specificazione. Se questa decisione dovesse essere confermata anche in questo caso l’Italia avrebbe una posizione regressiva rispetto a tutta l’Europa e soprattutto rispetto alla Francia che sta discutendo proprio un disegno di legge costituzionale del Presidente Chirac che riconosce il diritto all’ambiente salubre tra i principi fondamentali”.
Il WWF ricorda come da anni le sentenze della Corte Costituzionale e della Cassazione riconoscano l’ambiente come valore trasversale, interesse primario dello Stato. La sua protezione non persegue astratte finalità naturalistiche o estetizzanti, ma esprime l’esigenza di un habitat naturale nel quale l’uomo vive e agisce e che è necessario alla collettività, e per essa ai cittadini, secondo valori strettamente sentiti. Perché aggettivare quindi il termine “ambiente”? Una volta approvata questa modifica dell’art. 9 della Costituzione, dovesse passare anche conseguentemente un’interpretazione restrittiva, ci troveremmo di fronte ad un arretramento dei principi sino ad oggi affermatisi. Il WWF chiede un vero e proprio passo avanti non solo attraverso il riconoscimento dell’impegno della Repubblica nella protezione dell’ambiente, ma anche nel realizzare tale tutela attraverso forme economiche che non alterino i sistemi naturali e attraverso il riconoscimento dell’esistenza di un diritto all’ambiente di tutti i cittadini, diritto che si esplicherebbe nella più completa formula di un “diritto all’ambiente salubre”, in considerazione della diretta relazione tra l’art. 9 e l’art. 32 della Costituzione.
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