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IL CAPOVACCAIO “ANDREA”
TORNA A VOLARE IN UN’AREA PROTETTA SICILIANA
UN’OPERAZIONE UNICA AL MONDO DEL PROGETTO WWF
DI REINTRODUZIONE DI QUESTA RARISSIMA SPECIE
Grazie ad un radio-trasmettitore l’animale verrà anche seguito nella sua migrazione
www.wwf.it
Roma, 8 agosto 2003 - Si chiama Andrea ed è un giovane di Capovaccaio (Neophron percnopterus), una specie rarissima di avvoltoio, nato in cattività in un Centro di riproduzione di Semproniano del WWF e che, grazie ad un “viaggio speciale” organizzato dal WWF, tornerà a volare tra le montagne della Riserva Naturale di Monte Carcaci, in provincia di Palermo dove vivono già alcune coppie di questi uccelli. L’evento è di particolare importanza vista la rarità di questa specie: nonostante il carattere pacifico ed una sua indubbia utilità quale “spazzino ambientale” il Capovaccaio è andato man mano scomparendo dall'Europa a causa di persecuzioni dirette, del disturbo nei siti di nidificazione e delle campagne di avvelenamento dei predatori come volpi e lupi, i cui cadaveri a loro volta avvelenano gli avvoltoi. Il declino è stato tanto drammatico che attualmente in Italia nidificano soltanto 12-15 coppie, tutte in meridione e Sicilia. “E’ un evento storico per la conservazione del Capovaccaio dato che per la prima volta al mondo un giovane di questa specie nato in cattività viene liberato in natura. Questo apre la strada ad un ripopolamento progressivo di questa specie - ha dichiarato Guido Ceccolini, direttore del progetto del WWF.
L’operazione di reintroduzione in natura si è svolta proprio in questi giorni e rappresenta la fase più delicata del Progetto Capovaccaio avviato dalla sezione toscana del WWF sin dal 1991 che prevede la riproduzione in cattività a Semproniano (GR) ed il rilascio di giovani nati sia in aree idonee dell’Italia. “Andrea” è appunto uno dei Capovaccai nati in questo centro: dopo aver aspettato che l’animale raggiungesse le dimensioni idonee per essere trasferito (60 giorni ed oltre 2 chili di peso) Andrea è stata trasferita dal direttore del progetto Guido Ceccolini da Semproniano all’aeroporto di Fiumicino e qui si è imbarcata con tutte le cautele del caso su un volo Alitalia per Palermo.
Il piccolo “Andrea” è stato accolto a Punta Raisi da un team di studiosi ed esperti di rapaci dell’Università di Palermo composto da Maurizio Sarà, Bruno Massa, Massimiliano Di Vittorio, Pino Cortone, Totò Falcone, Antonio Spinnato e Nicola Diliberto, e trasferito immediatamente nella Riserva Naturale di Monte Càrcaci.
Qui il giovane avvoltoio è stato posto in un nido grazie alle capacità di scalatore dell’ornitologo e inanellatore calabrese Pino Cortone. Nella sua nuova dimora Andrea, dove si è subito ambientata senza problemi, sosterà una decina di giorni finché non sarà in grado di volare: nel frattempo prenderà confidenza con il territorio, sorvegliata e protetta 24 ore su 24 dagli studiosi palermitani.
Il piccolo avvoltoio è stato equipaggiato di una costosa e sofisticata radio a zainetto del peso di soli 50 gr, i cui segnali vengono ricevuti dal sistema satellitare Argos, che rende possibile la sua individuazione giornaliera in qualsiasi regione del mondo si trovi per i prossimi tre-quattro anni. Si saprà così con certezza se prenderà la stessa rotta migratoria dei suoi simili selvatici che certamente incontrerà in Sicilia, dove vive ancora una discreta popolazione di Capovaccai, oppure seguirà altre vie per intraprendere il suo avventuroso viaggio verso l’Africa
Il progetto è finanziato dalla Provincia di Grosseto e dalla Regione Toscana. Il Centro di riproduzione dispone di 27 esemplari, diciannove dei quali provenienti da centri di recupero spagnoli, grazie alla collaborazione del Governo Spagnolo e di numerose Regioni Autonome. Fino ad oggi sono già nati sei capovaccai ed altri due sono stati prestati dal Parco Regionale Marturanum del Lazio. Dopo 12 anni dall’inizio del Progetto finalmente in questi giorni si è passati alla fase più importante che prevede la liberazione dei giovani nati.
SCHEDA SULLA SPECIE:
Il Capovaccaio è un piccolo avvoltoio che vive anche in Italia. E’ un uccello migratore che sverna in Africa e giunge nell’Europa meridionale nei mesi di febbraio-marzo per nidificarvi. Gli adulti hanno un bel piumaggio bianco e nero, la faccia gialla e le zampe rosa; i giovani, invece, hanno il piumaggio di colore marrone scuro e la faccia grigia ed assumono la colorazione definitiva all’età di quattro-cinque anni. Il Capovaccaio solitamente sceglie per nidificare gli anfratti di pareti rocciose ed utilizza materiali vari come rametti e lana di pecora per la costruzione del nido. Depone una-due uova ed i piccoli, che nascono in aprile-maggio dopo 42 giorni di incubazione, si involano in luglio-agosto.
Era adorato come un dio dagli Egizi perché rappresentava la trasformazione dei rifiuti dell'uomo e degli animali in un bianco ed immacolato uccello. Infatti questo animale, da buon avvoltoio, si ciba di animali morti (non attacca mai animali selvatici o domestici), di placente, di qualunque rifiuto organico anche di origine vegetale, e persino di sterco, svolgendo così l’utile ruolo di "spazzino" dell'ambiente naturale. Il suo nome sta proprio ad indicare il fatto che questo avvoltoio si trova spesso a "razzolare" in mezzo agli animali al pascolo, senza spaventarli minimamente. Si accontenta di poco ed in cambio allieta il cielo con il suo stupendo volo..
“Il comportamento di questa specie è ancora tutto da scoprire -ricorda il direttore del progetto Guido Ceccolini- perciò questa liberazione riveste un carattere di sperimentazione scientifica e conservazionistica di grande valore. E’ importante ricordare i forti sostenitori del Progetto: tutto lo staff del WWF Toscana ed i due enti che finanziano il progetto WWF: la Regione Toscana e la Provincia di Grosseto. Non vanno dimenticati i collaboratori che hanno reso possibile questo momento tra i quali la naturalista Anna Cenerini, il veterinario Marco Bedin e gli ornitologi Riccardo Nardi e Fabio Liberatori”.
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