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BLACK OUT, WWF: “IN ITALIA NON C’E’ DEFICIT ENERGETICO, MA DEFICIT DI POLITICHE ENERGETICHE”
Anziché lanciare generici inviti al risparmio energetico, il Ministro Marzano si impegni per dare attuazione ai suggerimenti dell’Authority dell’Energia sull’efficienza energetica
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Roma 27 giugno 2003 - I consumi energetici italiani, anziché aumentare, potrebbero in una decina di anni tornare ai livelli del 1995, se solo ci si impegnasse seriamente a ottenere solo la metà del potenziale di risparmio energetico valutato dall’Agenzia Nazionale per l’Ambiente in 140-150 TWh, utilizzando le apparecchiature elettriche più efficienti (compresi frigoriferi e lavatrici): questo senza minimamente cambiare le nostre abitudini e il nostro benessere. In altre parole, anziché costruire nuove centrali, potremmo chiuderne una dozzina delle più inquinanti. E’ quanto sottolinea il WWF commentando la situazione italiana di questi giorni.
“Da più di un anno l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas ha presentato le sue proposte per l’attuazione dei decreti ministeriali del 24 aprile 2001 per la promozione dell’efficienza energetica negli usi finali – ha dichiarato Gianfranco Bologna, Direttore scientifico – culturale del WWF Italia - Anziché lanciare generici inviti al risparmio energetico, il governo dovrebbe realizzare gli impegni assunti al livello internazionale sul protocollo di Kyoto appena confermati dal Ministro dell’Ambiente Matteoli e dare attuazione ai suggerimenti dell’Authority. In realtà in Italia non c’è un deficit energetico, ma un deficit di politiche energetiche serie ed intelligenti. Basti dire che il cosiddetto ‘Paese del Sole’ e’ tra gli ultimi in Europa nel campo dell’energia solare, pulita e rinnovabile”.
Circuiti perversi. Con il gran caldo, gli italiani rispondono accendendo sempre più condizionatori d’aria, attivando in tal modo un circuito perverso che porta a maggiori consumi di energia e quindi di petrolio, e quindi a maggiori emissioni di quei gas che stanno riscaldando il Pianeta. E il nostro Governo si prepara a mettere in cantiere nuove centrali, anche a carbone, e qualcuno addirittura pensa a riesumare il nucleare, alimentando nel primo caso il circuito perverso dei cambiamenti climatici e, nel caso del nucleare dimenticando il suo fallimento. E’ di questi giorni la polemica sulla affannosa ricerca di una soluzione per le scorie radioattive prodotte dalle poche centrali italiane, che chiuse ormai da circa 15 anni, non producono più nulla ma continuano a costarci in termini di sorveglianza ed assai più continueranno a costarci per smantellarle e gestire le loro scorie; alla fine dei conti l’energia che nella loro vita hanno prodotto sarà stata la più costosa mai prodotta al mondo.
E’ vero che i mutamenti climatici, provocati dalle emissioni immesse dalle attività umane inquinanti nell’atmosfera, sono in atto. E che già adattarci al danno ormai prodotto ci costerà moltissimo. Ma se non ridurremo subito le emissioni di gas che producono l’effetto serra, a cominciare dall’anidride carbonica, non riusciremo nemmeno a rallentare il fenomeno, e le conseguenze potrebbero essere incontrollabili e imprevedibili.
Il WWF continua a fare la sua parte e a lanciare proposte concrete: l’ appuntamento è per il prossimo 3 luglio, quando, con Cittadinanzattiva, lancerà un grande progetto che consentira’ a tutti i cittadini di diventare risparmiatori di energia e “pesare” concretamente le conseguenze del proprio agire quotidiano sul clima: Banca del clima.
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