Anno 2 Numero 77 Suppl.

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

WWF: “COSTE A RISCHIO CON QUESTO CONDONO” 

PRATESI: “AVER TOLTO I PARCHI DALLA SANATORIA E’ SOLO UNA FOGLIA DI FICO” 

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Roma, 26 settembre 2003 - Tutte le aree protette e le aree vincolate fuori dal condono? Secondo il WWF è solo una “foglia di fico” del Governo perché resta in balia della sanatoria proprio la cornice bella del paese, ovvero, le nostre coste. Dalle ultime ipotesi di condono apparse oggi sulla stampa il Governo sembra voler far cassa attraverso una “stangata amministrativa per chi ha edificato illegalmente in arenili o negli spazi della cosiddetta fascia dividente”, quella che divide la zona demaniale dal resto della costa. 
“Lo Stato invece di liberare le coste tollera e consolida questa occupazione affermando il brutto stile applicato intensivamente ed estesamente sul litorale della Sicilia. Si perdonerebbe, ma con il portafoglio aperto, chi ha costruito abusivamente villette, stabilimenti balneari, parcheggi che deturpano illegalmente spiagge, scogliere, dune sabbiose– ha dichiarato Fulco Pratesi, Presidente del WWF Italia - un vero massacro per il nostro litorale che conta appena il 29% di territorio immune da lottizzazioni, insediamenti e infrastrutture”. Una regolarizzazione delle brutture costiere che comunque innescherebbe altri diritti per gli abusivi con una evoluzione imprevedibile: si entrerebbe, infatti, nei meccanismi della complessissima gestione demaniale, delegata alle Regioni o ai Comuni ma nella quale i compiti di Polizia restano in mano allo Stato. Uno stato di incertezza amministrativa e gestionale aggravato da una continua tendenza all’espansione urbanistica annuale lungo le nostre coste, fino al 23% nelle regioni del centro mentre Sicilia e Sardegna hanno costruito tra il ’95 e il 2001 oltre il 16% di edifici in più rispetto all’anno di partenza, come risulta dall’indagine svolta dall’ESA con il WWF. La perdita in termini di biodiversità è sempre molto grave: secondo uno studio dell’associazione soltanto 412 chilometri (appena il 5,4%) delle nostre coste sono rimaste “selvagge”, coperte da dune sabbiose che frenano l’erosione costiera, coste rocciose e falesie dall’alto valore paesaggistico, laghi e boschi costieri, steppe salate, foreste mediterranee endemiche – tutti habitat ritenuti prioritari dalla Comunità Europea - dove si concentra una straordinaria biodiversità. Proprio la grande varietà di habitat e di specie, fanno dell’Italia uno dei paesi più ricchi dal punto di vista naturalistico del Mediterraneo. 
Un paesaggio costiero deturpato da un triste elenco di brutture abusive e non che creano ulteriori oneri di urbanizzazione, quindi costi per la collettività: le ville abusive di Fondi (Lazio), l’abusivismo edilizio di Torre Mileto a pochi metri dal mare in area demaniale (Puglia, Parco nazionale del Gargano), il mega-albergo a torre del Greco, vicino alla Torre cinquecentesca di Bassano, anche questo in area demaniale; le ville abusive di Copanello in area demaniale (Calabria, CZ), e quelle costruite sugli scogli della costiera amalfitana. Infine l’ecomostro dell’isola di S. Pietro, mega albergo a ridosso del mare costruito nel 1965 (non abusivo) dalla Regione Sardegna e abbandonato da oltre vent’anni. In questa situazione diventano ancora più impellenti, una corsa contro il tempo, i coraggiosi abbattimenti di abusi da parte delle amministrazioni, come quella del Parco del Cilento, una delle aree più appetibili della costa campana, che in un anno ha demolito oltre 100 fabbricati, tutti costruiti abusivamente sul demanio. 

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