Anno 2 Numero 73 Suppl.

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

FORESTE PROTETTE, VERE “BANCHE DELL’ACQUA”

UNO STUDIO WWF CON BANCA MONDIALE DIMOSTRA: BENEFICI AMBIENTALI ED ECONOMICI DALLA PROTEZIONE DELLE FORESTE PER LA RISORSA IDRICA

Un terzo delle maggiori 105 città del mondo dipende da bacini situati in foreste protette

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Un nuovo studio lanciato oggi dall’alleanza WWF-Banca Mondiale per la conservazione delle foreste e il loro uso sostenibile, mostra come le aree di foresta protetta riescano a fornire con acqua potabile di alta qualità molte delle principali città del mondo, garantendo alla popolazione urbana benefici economici e per la salute. Il nuovo rapporto “Running Pure” evidenzia che più di un terzo delle 105 più grandi città al mondo, tra cui New York, Giakarta, Tokyo, Bombay, Rio de Janeiro, Los Angeles, Barcellona, Nairobi e Melbourne, dipende in tutto o in parte da bacini contenuti in foreste protette per l’acqua potabile. Il rischio di frane ed erosione del suolo è ridotto da una buona gestione delle foreste naturali che riescono ad aumentare la purezza dell’acqua, filtrando agenti inquinanti, come pesticidi, e in alcuni casi raccolgono ed immagazzinano l’acqua. 

Secondo il rapporto, adottare una strategia efficace di tutela delle foreste può produrre un enorme risparmio perché, ad esempio, è più economico proteggere le foreste che costruire impianti di potabilizzazione. A New York, adottare una strategia di questo tipo sarebbe sette volte più conveniente che costruire e far funzionare questo genere di impianti. Con oltre un miliardo di cittadini, soprattutto tra i più poveri, che non hanno acqua potabile e adeguate misure sanitarie, il WWF ritiene che sia una responsabilità di tutte le aree urbane, indipendentemente dalla loro grandezza, mantenere un’alta qualità di acqua potabile ed investire in azioni di tutela forestale. “Alcune città che attualmente vivono il problema di una fornitura di acqua malsana dovrebbero essere protette e aiutate nella gestione e, dove necessario, bisognerebbe ripristinare le foreste nei luoghi strategici. Ciò permetterebbe di assicurare a queste città la fornitura di acqua pulita e farebbe risparmiare miliardi di dollari” afferma Chris Elliott, direttore del programma “Forest for life” del WWF. Il 28% delle foreste, dice il rapporto, si trova sulle montagne che fungono da sorgente per circa il 60-80% delle risorse mondiali di acqua dolce.

Sempre secondo il rapporto, sarebbe necessario proteggere le foreste di molte aree che circondano grandi città e che soffrono a causa di attività distruttive, come uso illegale del territorio e disboscamento. Il Monte Kenya, ad esempio, fa risparmiare all’economia del paese più di 20 milioni di dollari all’anno attraverso la protezione dell’acqua nelle aree idrografiche in due dei suoi principali sistemi fluviali. Tuttavia, la raccolta illegale di legname per la produzione di carbone, il disboscamento e la costruzione di strade sono ancora diffusi sul Monte Kenya, danneggiando la qualità dell’acqua destinata a Nairobi, la capitale. Allo stesso modo le foreste che circondano Istanbul, in Turchia, sono interessate dal problema di costruzioni abusive, politiche di utilizzo della terra inadatte e conflitti di competenza tra autorità locali e nazionali.

Negli ultimi 100 anni la popolazione mondiale è triplicata (ha superato i 6 miliardi) mentre il consumo di acqua potabile è aumentato di sei volte. Oggi i problemi legati alla fornitura d’acqua causano la morte di milioni di persone ogni anno, e nelle aree urbane con inadeguata fornitura di acqua dolce e carenza di misure igieniche e sanitarie il tasso di mortalità infantile supera di 10-20 volte la norma. Lo studio, inoltre, sottolinea anche come questi problemi siano destinati ad aumentare in futuro, dato che attualmente circa la metà della popolazione mondiale vive in città e che questo fenomeno è in continua crescita. 

Secondo il rapporto le citta’ in cui le aree protette sorgono su bacini idrici e aree idrografiche sono Roma, Budapest e Amburgo. Milano invece attinge acqua potabile da sistemi acquiferi estesi per 400 km non compresi in aree protette. “Conservare integre le aree idrografiche per garantire la fornitura d’acqua rappresenta un ottimo esempio di come investire nella tutela dell’ambiente possa portare benefici sia all’uomo che alla natura” afferma David Cassels, esperto sulle risorse forestali della Banca Mondiale. “Per molte città non c’è più tempo da perdere. Proteggere le foreste in aree idrografiche sta diventando una necessità. Quando le avremo perse, i costi di fornitura dell’acqua alle aree urbane aumenteranno in modo drammatico”. 

Il WWF chiama in causa i governi per aumentare gli sforzi nella protezione delle aree idrografiche se si vuole ridurre la povertà e dimezzare il numero di persone che non hanno un accesso adeguato alle risorse idriche entro il 2015, come stabilito nel 2002 durante il Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile. La necessità di una protezione nel lungo periodo di queste aree sarà il cuore del prossimo Congresso Mondiale sui Parchi che si terrà a Durban, in Sudafrica, dall’8 al 15 settembre.

I fenomeni siccitosi di questa estate e gli incendi boschivi hanno riproposto anche in Italia il tema del legame tra le foreste e le risorse idriche che esse sono in grado di garantire. L’esempio piu’ evidente e’ costituito dalla capitale, una delle poche metropoli al mondo che puo contare su un approvvigionamento idrico che non necessita di trattamenti preliminari di potabilizzazione. I tre milioni di abitanti di Roma si approvvigionano per il 97% da sorgenti dell’area appenninica (539 milioni di m3 di acqua potabile immessi in rete nel 2001), contenute in aree forestali solo in parte tutelate, come le sorgenti del Peschiera (Velino Sirente) e l’Acqua Marcia (Monti Simbruini e Lucretili). Ma anche le citta’ a ridosso dell’arco alpino utilizzano acque potabili che sgorgano dalle foreste prealpine. Bergamo ad esempio e’ l’unico caso italiano e mondiale di una certificazione di buona gestione forestale FSC (Forest Stewardship Council) in foreste gestite in modo non intensivo (SLIMF: Small and low intensity managed forests) perche’ l’obiettivo prioritario non e’ la produzione di legno ma l’erogazione dei servizi di acqua potabile. Si tratta di una delle aree forestali gestite dalla societa’ dei servizi idrici integrati, e che interessa le sorgenti in cui vengono captate le acque potabili della citta’ di Bergamo e di altri 40 comuni della provincia, per un bacino di utenza di 240.000 abitanti. 
Il WWF denuncia però il grave rischio che sta correndo il sistema acquedottistico del Simbrivio, nel Parco regionale dei Monti Simbruini: i tre acquedotti servono un’utenza di 500.000 abitanti di tre province (Roma, Frosinone e Latina), con perdite in media del 50%% del flusso. Invece di intervenire sulla rete o per eliminare i pozzi abusivi, la Regione Lazio vuole investire 4,5 milioni di Euro per la captazione di nuove sorgenti, mettendo a rischio il deflusso minimo vitale del fiume Aniene e le falde acquifere.

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