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DA MESSINA UN NO AL PONTE UNA MARCIA DI CITTADINI SI OPPONE ALL’OPERA E ALLA DELIBERA CIPE
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Roma, 1 agosto 2003 - Nonostante la pioggia battente la popolazione di Messina non rinuncia a farsi sentire. E’, infatti, appena iniziata la marcia che vede protagonisti centinaia di cittadini che hanno a cuore il futuro loro e dei loro figli e per questo sono scesi in piazza a manifestare contro lo scempio del Ponte di Messina.
Una marcia che si svolge nello stesso giorno dell’approvazione da parte del CIPE dell’opera e che dimostra come le forzature per negare l’impatto ambientale del Ponte (dopo il parere burla della Commissione Speciale VIA del 20 giugno scorso) e per l’approvazione di un progetto non finanziato e irrealizzabile (mancano oltre 3 miliardi e mezzo di euro) non trovano il consenso delle comunità locali.
Tra le associazioni ambientaliste organizzatrici della marcia il WWF si augura che dopo Villa San Giovanni, che ha già deciso il 23 luglio scorso il ricorso al TAR sulla Delibera CIPE di approvazione del progetto preliminare, anche altri enti pubblici e gruppi di cittadini si affianchino agli ambientalisti per bloccare la procedura di assegnazione al General Contractor della progettazione definitiva e esecutiva e della realizzazione del Ponte.
In questo quadro ci pare significativo che anche il consiglio comunale di Messina e l’assemblea regionale siciliana abbiano chiesto di rimandare la decisione del CIPE”, commentano Luca D’Eusebio, responsabile dell’Ufficio Territorio di Italia Nostra, Stefano Lenzi, responsabile dell’ufficio istituzionale e legislativo del WWF Italia e Edoardo Zanchini, responsabile Trasporti Legambiente.
Le associazioni ambientaliste hanno dichiarato di apprezzare la recente relazione Minutoli/Cucinotta degli uffici tecnici del Comune di Messina che hanno dato il via alla fase di ripensamento delle posizioni espresse sinora da questo ente territoriale per il contrasto tra l’infrastruttura e le opere connesse con il nuovo Piano Regolatore della città e le pesanti interferenze nelle fasi di cantiere e realizzativa con il sistema viario e ferroviario interregionale. Italia Nostra, Legambiente e WWF si chiedono, comunque, come di fronte a tali e tanti rilievi sugli effetti devastanti del ponte, il Comune di Messina si voglia o si possa limitare a chiedere solo interventi “compensativi e mitigativi”, quando il Governo pensa di investire 6 miliardi di euro in interventi che non solo non risolvono i problemi dei trasporti ferroviari e autostradali ma devastano una delle aree più belle della Sicilia (capo Peloro e i laghetti di Ganzirri e Faro).
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