Anno 2 Numero 67 Mercoledì 16.07.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

ASSOCIAZIONE BIANCHI BANDINELLI – ASSOTECNICI – 
COMITATO PER LA BELLEZZA - FAI - ITALIA NOSTRA - WWF
 

IN PERICOLO I BENI CULTURALI CON IL NUOVO CODICE 

Le associazioni propongono un tavolo di confronto col Ministro Urbani

www.wwf.it 

Roma, 17 luglio 2003 - Con il nuovo “Codice per i Beni culturali e Paesaggistici”, che attende la firma del Ministro Urbani entro la fine del mese, una gran parte del patrimonio italiano potrebbe perdere la protezione goduta dal 1939 a oggi.
L’ultima bozza in circolazione del suddetto Codice sottolinea, infatti, quali beni avranno diritto alla tutela: solo quelli di “interesse artistico, storico, archeologico o demo-etno-antropologico particolarmente importante", da stabilirsi con singoli decreti, uno per ogni bene (!). Per tutti quelli privi di un tempestivo decreto si aprirebbe un futuro molto più incerto, senza escluderne la dispersione e la vendita.

Le associazioni Bianchi Bandinelli, Comitato per la Bellezza, FAI, Italia Nostra e WWF, insieme all’Assotecnici, si uniscono al recente appello degli Accademici dei Lincei e ribadiscono, che il rispetto dell’art. 9 della Costituzione impone la tutela del patrimonio culturale nel suo insieme. 
Ricordano dunque al Ministro Urbani che la norma contestata, così com’è formulata, stravolge l’attuale sistema di tutela che valorizza il tessuto di beni storici, artistici e ambientali diffuso in tutto il nostro Paese. È questa la peculiarità del patrimonio italiano, tanto più ricco dove i beni sono protetti insieme al contesto nel quale la storia e l’arte li hanno generati e a una tutela diffusa ha mirato la legislazione fino a oggi vigente. Proprio il contesto, invece, sarebbe la prima vittima della tutela dispersa in tanti piccoli decreti.

Per comprendere meglio il pericolo insito in queste due parole (“particolarmente importante”), basta considerare che esse renderebbero superflue le complicate cartolarizzazioni dei beni culturali: sarebbe facilissimo, infatti, mettere in vendita quei beni per i quali non ci sia un esplicito decreto che ne sancisca l’interesse “particolarmente importante”. Prevedibile la corsa all’asta pubblica o alla trattativa privata di tutti gli enti territoriali con bilanci in difficoltà o semplice ambizione di cassa. 
L’attuale bozza del nuovo Codice presenta anche molti altri punti oscuri e norme che paiono travalicare i principi contenuti nella delega parlamentare. Ma di fronte alla “selezione” che minaccia il patrimonio italiano non si può distogliere l’attenzione. 

Per questo le associazioni Assotecnici, Bianchi Bandinelli, Comitato per la Bellezza, FAI , Italia Nostra e WWF, richiamando i compiti imposti dalla Costituzione nella salvaguardia del Patrimonio culturale, chiedono l’apertura di un tavolo di confronto sul nuovo Codice. In un momento in cui la discussione è ancora aperta, offrono al Ministro Urbani il proprio aiuto, insieme a un suggerimento: non leghi il proprio nome a una riforma che rischia di far dimenticare i pericoli, già notevoli, della Patrimonio spa.


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