Anno 2 Numero 66 Mercoledì 09.07.03 ore 23.45

 

Direttore Responsabile Guido Donati

 

Giornata mondiale contro l’incenerimento dei rifiuti
Per il WWF: in Italia un approccio sbagliato all’incenerimento


www.wwf.it

Roma, 14 luglio 2003 – Oggi, per il secondo anno consecutivo, si tiene la giornata mondiale di protesta contro gli inceneritori dei rifiuti. In questa occasione il WWF ribadisce la sua contrarietà al ricorso all’incenerimento dei rifiuti come soluzione principale e richiama le amministrazioni locali al rispetto delle priorità previste dalla legge: prevenzione, riutilizzo e riciclaggio. “Il vero approccio ideologico sul tema dei rifiuti lo ha chi sostiene l’incenerimento a tutti i costi, sempre e comunque, chi vorrebbe paragonare il riciclo ed il recupero dei materiali, al combustibile da rifiuti e recupero energetico – dichiara Andrea Masullo, responsabile dell’unità clima, energia e rifiuti del WWF Italia - ricordando che la media nazionale di raccolta differenziata è ancora molto al disotto dell’obiettivo minimo del 35% previsto dalla legge, nonostante esistano numerosi esempi di città che hanno superato il 50% a dimostrare la praticabilità di tale obiettivo, secondo noi l’incenerimento può essere in alternativa alle discariche solo per trattare i rifiuti residuali risultanti dopo aver espletato tutte le possibili iniziative di prevenzione e riciclaggio”.

Gli inceneritori sono tutt’altro che esenti da gravi rischi ambientali come dimostra il rapporto che Greenpeace e WWF rilasciano oggi nella versione italiana con il titolo “Incenerimento e salute umana: stato delle conoscenze sugli effetti degli inceneritori dei rifiuti sulla salute umana”. Nel rapporto, a cura della divisione scientifica di Greenpeace International, sono riportate alcune indagini da cui si evince il potenziale impatto sanitario di questa tecnologia, che può provocare danni al sistema immunitario, riproduttivo, respiratorio, nonché disturbi ormonali, malformazioni congenite ed alterazioni del rapporto dei sessi alla nascita. 
“Risale solo a pochi giorni fa l’ultimo episodio che conferma ulteriormente le nostre preoccupazioni - continua Masullo - A seguito di una indagine ufficiale condotta in diverse aziende agricole di allevamento di bufale, mucche e pecore della Campania sono stati trovati livelli elevati di diossina nel latte, nel foraggio e nel suolo che sembrano essere connessi all’incenerimento dei rifiuti ed in particolare a quello di materie plastiche. Nel corso degli ultimi mesi sono finalmente emersi dati che confermano le nostre preoccupazioni. Controlli sul latte animale prodotto in Campania, in atto da due anni, indicano concentrazioni di diossina oltre quattro volte superiori al consentito. Alte concentrazioni di diossina anche nei fieni, sul suolo, in aria. Non sorprende quindi che la concentrazione mediana della diossina nel latte delle donne italiane sia ancora superiore alle piu’ alte concentrazioni di diossina riscontrate negli allevamenti campani. Nel caso campano, lo spandimento legale dei rifiuti sui campi o il loro incenerimento sono tra i principali veicoli della penetrazione della diossina nell’ambiente e nelle persone”.


Inizio pagina | Home | Archivio  Motori di Ricerca Links  mail

Autorizzazione del Tribunale di Roma n 524/2001 del 4/12/2001 Agenzia di Stampa a periodicità Settimanale